Nata nel 1986 a Tarrafal, isola di Saõ Nicolau, cresciuta a Saõ Vicente, nella città portuale di Mindelo, inizia a cantare per superare le traversie della vita. Si trasferisce prima a Praia, capitale dell’arcipelago, per perseguire pienamente la sua carriera artistica e poi a Lisbona, nel 2016.
Lucibela fa parte della nuova generazione di artiste capoverdiane che da un lato si pongono nella scia dell’immensa Cesaria Evora, con cui tenere saldi i legami, dall’altro cercano di affrancarsi da una personalità artisticamente così ingombrante.
La cantante presenta la sua seconda produzione discografica, che fa seguito a “Laço Umbilical” del 2018. “Amdjer” (La Donna) è affidato alla produzione di Toy Vieira, musicista importante della vecchia guardia capoverdiana, che con gran senso dell’equilibrio mette la strumentazione (corde, percussioni, sax, pianoforte, archi e cori) al servizio del portamento vocale garbato di Lucibela, artista dalla voce vellutata e dall’intonazione perfetta, a suo agio con le note profonde, che usa con destrezza il vibrato. Nei dodici brani la cantante omaggia la donna capoverdiana e le donne, più in generale; racconta di vita quotidiana, di emigrazione e di amore, mettendo l’accento su determinazione, sfide, sofferenze, incomprensioni ma anche gioie. Raccoglie composizioni di
autori e compositori isolani appartenenti a differenti generazioni, si propone come autrice in due brani e riprende un motivo del cubano Emilio Morel.
La coladera “Amdjer ká Bitche”, firmata da Nhelas Spencer, apre deliziosamente il programma, che prosegue con “Justa Recordação” del compositore e interprete, Tibau Tavares, autore tra i più richiesti nell’arcipelago. Tra archi e tocchi eleganti di piano si muove “Ilha Formosa”, una morna di Amilcar Fernandes Spencer Lopes, detto Miquinha – anch’egli nativo di São Nicolau –, che Lucibela ha voluto registrare per dedicarla alla sua amata isola nativa. Due canzoni, “Txe Txu Fla” e “Bombena” sono state scritte dalla ben nota cantante e autrice Elida Almeida: la prima, singolo dell’album, è una coladeira ironica in cui una vedova confida le sue decisioni al suo fedele pappagallo che le risponde: “Qualsiasi cosa tu dica, la dico anch’io”, la seconda è una intima slow ballad, che mette in luce le sfumature canore della vocalist di Saõ Nicolau. Oltre, “Adeus Mamā” è una gentile morna tradizionale, mentre “Estronhe” è opera di Ary Duarte, giovane compositore emergente, come lo è pure Aldair Neves (Daya), del quale Lucibela riprende l’inedita “Pintcha Dia”. Il lirismo pervade “Amdjer Cretchéu”, musicata da Toy Vieira su testo di Luís Lima, uno tra i principali autori capoverdiani. Inedito è il bolero “Ven Presto Amor” di Emilio Moret, con cui la cantante si apre a un repertorio non lusofono. Da autrice, presenta due temi composti durante le lunghe restrizioni pandemiche: si tratta della frizzante coladeira “Zum Zum” e della morna “Alma gêmea”, dedicata a coloro che – come anche lei – credono che tutti abbiamo un’anima gemella.
Amabilmente, Lucibela.
Ciro De Rosa
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