Le Susanne degli eroi musicali

Nel periodo che Fabrizio De André si accingeva a registrare La Buona Novella (1970) aveva in mente “Il Testamento di Tito” sulla melodia di “Blowin’ in the wind” ma non era convinto del risultato finale che suonava “poco italiano”. Fu Michele a suggerirgli di rivolgersi al proprio collaboratore dell’epoca, Corrado Castellari che in una notte creò la musica che poi Fabrizio registrerà sul disco. Michele fornì l’idea dell’attacco iniziale della canzone, con quell’effetto declamatorio così incisivo “Non avrai altro Dio…” Poi chiese a Fabrizio se fosse disponibile a mettere un testo su di una melodia che lo stesso Castellari aveva composto per lui. Sergio Bardotti si era in precedenza rifiutato di farlo, Fabrizio invece acconsentì subito scrivendo “Susan dei marinai”, una canzone che raccontava di una prostituta. Non si conosce il testo originale che Michele però ritenne troppo lungo e complicato per il suo stile; quindi, tornò da Bardotti a chiedergli di accorciarlo. Così avvenne, De André approvò le modifiche ma non la firmò, nonostante il suo ritornello fosse rimasto inalterato. Susan potrebbe essere un nome di fantasia ma nulla vieta di pensare che potesse anche trattarsi di realtà. Le prostitute saranno sempre molto presenti nel canzoniere deandreiano, da Bianca Maria a Bocca di Rosa o Marinella, libertine o sognatrici, tratteggiate come maestre di virtù, vittime di pregiudizi. La Susanna di Fabrizio che passerà alla storia sarà invece due anni dopo quella tradotta dalla canzone originale di Leonard Cohen. Michele Maisano, cantante di Vigevano, cresciuto a Genova e che per un periodo veniva definito l’Elvis Presley italiano, con la sua "Susan dei Marinai" parteciperà a “Un disco per l'estate” del 1971. Sarà un discreto e remunerativo successo nazionale a cui resterà legato al punto da cantarla ancor oggi. Susan e Suzanne erano nomi molto popolari sia in Europa che in America a metà del XX secolo, il secondo, più arcaico, in uso già nel Medioevo. Secondo l’antico significato ebraico Suzanne significa "giglio" ovvero purezza. Nell’Antico Testamento la storia di Susanna si trova all’interno del Capitolo XIII del Libro di Daniele e fa parte di quelli considerati deuterocanonici da cattolici e ortodossi e apocrifi dai protestanti. Esiste un invisibile filo che lega e intreccia le vicende umane di Jacques Brel, Bob Dylan e Leonard Cohen: nei primi tempi delle loro carriere incontrarono tre donne che avevano lo stesso nome, Susanna e che furono all’origine di indimenticabili canzoni.

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