Le Susanne degli eroi musicali - Terza parte

Il destino offre nel caso di Leonard Cohen, le vicende di due donne dallo stesso nome: Suzanne Elrod, la compagna con cui ebbe i due figli, Adam e Lorca, pur senza matrimonio 1 e Suzanne Verdal, legame precedente, puramente spirituale ma di profonda ispirazione artistica. Questa è la storia che segue il percorso della celebre canzone del poeta-cantautore ebreo-canadese. 

In quella che oggi è la Old Montréal un giorno dei primi anni sessanta del secolo scorso Suzanne Verdal portò l’amico Leonard Cohen vicino al fiume, lì c’era una chiesetta del 1655 chiamata Notre Dame De Bonne Secours, proprio di fronte al San Lorenzo. All’interno, accanto a miniature di barche sospese, la statua della Madonna denominata Our Lady of the Harbour è posta in direzione del mare e, a braccia spalancate, sembra accogliere i marinai. E’ interamente coperta d’oro cosicché da riflettere l’incrocio con i raggi del sole e forse per la suggestione del luogo al giovane Leonard, Suzanne, a vent’anni, sarà sembrata una nuova Maria Maddalena. E Gesù, un marinaio in quella cappelletta che avrà immaginata tutta circondata dalle onde. Ad un certo punto del testo, la citazione evangelica del Cristo che cammina sull’acqua irrompe improvvisa e illuminante. Suzanne, la bella derelitta, la cui esistenza stessa appare garanzia di un ordine pacifico del mondo, annunciava già l’impenetrabilità del maschile con il femminile, questo rincorrersi senza raggiungersi ed è proprio allora
che Leonard inserisce la divinità a cercare di farla diventare un tramite tra gli amanti. La donna sta nella prima parte e nell’ultima della canzone e Gesù è incastonato nel mezzo. Il Cristo ha fallito, è un uomo che non è stato creduto dagli uomini, che è stato ucciso ben prima che si aprissero le porte del cielo e ora affonda sotto la saggezza di tutti, Cohen compreso, perché Lui è fatto di quella spiritualità che lo lega alla follia di Suzanne. Il Vangelo rivela che fu Gesù a togliere a Maria Maddalena i sette demoni che la affliggevano, Leonard sente di essere su quella “lunghezza d’onda” e di fronte al mare mai immobile della propria vita, vorrebbe “viaggiare” con Suzanne. Tramite lei incontrare la figura del Cristo che può essere visto solo dagli annegati, quando un giorno saranno finalmente liberati dal mare. Il suo essere “quasi umano” fa riferimento alle sessantanove volte che Gesù nei Vangeli parla di se stesso come “figlio dell’uomo”, ovvero appartenente alla stirpe degli umani e per questo mortale e soggetto alle loro stesse sofferenze. Questo termine proviene dall’ebraico “figlio di Adamo” perciò discendente dal primo uomo. Sono questa fiducia, questa imprendibilità, questa ammirazione che non si sa dove vengano e perché siano generate, quelle in cui vuole credere “ciecamente” Cohen. E desidera perciò seguire Gesù e Suzanne, che lo attraggono per aver toccato il suo corpo con la loro mente. Sarà quando cala il sole e viene giù il buio, lo stesso che annerì l’intero cielo sopra la croce, che lo spirito di Gesù apparirà. Ma solamente ai derelitti, agli “ultimi”, come Maria Maddalena o Suzanne che indossa con splendore gli stracci rimediati dall’Esercito della Salvezza. Suzanne, che si sovrappone alla Vergine Maria a cui si rivolgevano i marinai di Montreal e nel cui specchio si riflette il vero eroismo, che può celarsi anche nei luoghi più umili e inattesi come fra immondizia o alghe. E’ sempre la sconfitta a renderci umani, è la sconfitta l’unica fede. Leonard mettendo insieme immagini fino ad allora separate genera inedite combinazioni riuscendo in questo modo a far proseguire con le sue liriche l’invisibile catena della poesia. 
E’, la sua, una poesia astuta, fatta di sottintesi: come tutti i grandi poeti dà l’idea di penetrare cose a noi assolutamente sconosciute e già in questa sua prima canzone ci svela qualcosa di questo mistero. Questo rapporto tra il Cristo e Suzanne costringerà noi a seguire Leonard ed è in questo modo che lui ci tocca a sua volta con la propria mente e così persevererà a fare in tutta la sua opera di scrittura intrecciando all’infinito religiosità e carnalità poiché “se escludiamo Dio dal sesso diventa pornografia, se escludiamo il sesso da Dio diventa moralismo”. Prima ancora che fosse conosciuta a New York, la canzone era stata registrata a Montréal, da un gruppo chiamato The Stormy Clovers che la interpretava spesso dal vivo in varie città canadesi, seppur con qualche variazione testuale. Cosa questa che a lungo avrebbe fatto anche Joan Baez. Il complesso se n’era impossessato dopo averla ascoltata per la prima volta nell’appartamento di Leonard e Marianne in Aylmer Street. E prima che venisse registrata dal suo autore lo era già stata non solo da Judy Collins ma anche da Noel Harrison o da Josh White Jr. La Baez ne variava parecchie parole: “la notte” diventava “per sempre”, le “pietre” erano “stelle”, la “lunghezza d’onda” invece “braccia” ma soprattutto, essendo contraria al misticismo in generale, sostituiva il verso “ha toccato il tuo corpo perfetto con la mente” con “ti ha toccato, ti ha commosso ed è gentile”. Secondo i ricordi personali di Leonard, altre volte semplicemente la parola finale “mente” diventava “pollice”. Cohen sosteneva che tutto ciò non riguardava lui, le canzoni una volta create avrebbero saputo badare a se stesse. 

Flavio Poltronieri 

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1 Talvolta viene erroneamente riportato che Suzanne Elrod fosse stata moglie di Leonard Cohen, ciò può derivare dal fatto che i due effettivamente divorziarono. La norma americana, a differenza di quella italiana, stabilisce che se si convive e si hanno figli si crea un vincolo che equivale a quello matrimoniale e che per scioglierlo bisogna rivolgersi alla legge. 

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