Emanuele Arciuli, viaggio nella musica americana (parte seconda)

Lo stile di scrittura di Emanuele Arciuli è lineare, senza fronzoli. Nel suo saggio - citato nella precedente “Vision” - sono stati nominati numerosi compositori americani, senza troppo approfondire gli aspetti tecnico-musicali: «Ho scritto un libro differente da ciò che avevo immaginato all’inizio, questo viaggio mi ha portato a indulgere sulla dimensione paesaggistica e memoriale più che su questioni squisitamente musicali. Ma non c’è dubbio che, nella mia esperienza americana, l’assoluta protagonista resti la musica». Nell’autore traspare sempre vivo il desiderio di raccontarla dal vivo, avvicinando il lettore ai compositori, con l’intento di «incuriosire sulla musica attraverso i suoi protagonisti». In più parti del libro, viene notato come in America emergano numerose contraddizioni e di come gli scenari musicali cambino con rapidità. A favore di un libero ascolto, alla fine di ogni sezione, Arciuli ha riportato una minima (ma utile) discografia dei principali artisti, visualizzabile con il sistema “QR code”, che rimanda digitalmente ai corrispettivi contenuti online. Senza nessuna pretesa di esaustività, come primo approccio, grazie alle indicazioni riportate nel testo, il lettore potrà beneficamente formarsi un’idea di quella che è la musica contemporanea in America, facendo riferimento soprattutto al repertorio pianistico.


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