Si è chiusa con un sold out la prima edizione della nuova rassegna BlueJazz Festival al Teatro Sociale di Valenza, con l’atteso appuntamento con il Sergio Cammariere Quartet. Accompagnato da Daniele Tittarelli al sax soprano, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria, ottimi musicisti da tempo al suo fianco, il musicista calabrese ha proposto un concerto dalla forte impronta jazz, quasi interamente dedicato ai brani del primo periodo del suo repertorio, compresi i più famosi con i quali si è fatto conoscere al grande pubblico. Presentando la serata, Cammariere l’ha definita “uno spettacolo di canzoni, musica e poesia”, e così, in effetti, è stato: le canzoni, quelle più conosciute come “Cantautore piccolino” e “Tutto quello che un uomo”, la musica, dal jazz ai rimandi classici ai ritmi di derivazione latina, con ampi spazi dedicati ai suoi musicisti, e la poesia, quella che ritroviamo sovente nei testi scritti per lui dall’amico fraterno Roberto Kunstler, come “L’amore non si spiega”, “Tempo Perduto”, o “Per Ricordarmi di Te”.
Ai brani più swing, come “Sorella mia”, in cui spicca un bel solo di sax, e “Tempo perduto”, riproposta in una versione eccellente, eseguiti in maniera impeccabile dal quartetto, si alternano alcuni momenti più slow (“Le porte del sogno”, “Tutto quello che un uomo”) per i quali il cantautore chiede luci più tenui per creare un’atmosfera più intima. Atmosfera che raggiunge l’apice nel piccolo capolavoro poetico “Per ricordarmi di te”, con la sua lunga introduzione al pianoforte. Se brani come L’amore non si spiega, “Viali di cristallo” e “Padre della notte” (dedicata al Papa) mettono in luce l’aspetto più poetico delle sue composizioni, in altri momenti emergono eleganti arrangiamenti jazz (“Via da questo mare”) e influenze latine, come nella quasi bossanova di “Nessuna è come te”, presentata in una versione splendida, con un bello scambio di assoli tra piano e sax.
Non mancano infine due dei brani più conosciuti del repertorio: la divertentissima e autoironica “Cantautore piccolino”, in una versione swingante che dà modo ai singoli musicisti di esibirsi in assoli, e la classica
“Dalla pace del mare lontano”, un gioiellino di eleganza e lirismo, aperta da una lunga introduzione al pianoforte dal sapore classicheggiante, che dimostra ancora una volta tutta la maestria di Cammariere come musicista. Una versione superba ed effervescente, che chiude il concerto tra gli appalusi scoscianti del pubblico, con l’evidente soddisfazione del quartetto sul palco.
Il Sergio Cammariere Quartet si è dimostrato un quartetto affiatato, in cui il virtuosismo dei singoli componenti non è mai fine a se stesso ma al servizio della canzone, e il leader ha dato prova ancora una volta delle sue doti: traspare evidente dal suo suonare e dalle poche parole rivolte al pubblico durante il concerto, la passione con cui “sente” la musica e l’emozione vera con cui vive il concerto, sentimenti che ha trasmesso empaticamente al pubblico in sala. Un plauso anche agli organizzatori del festival, che hanno riportato il grande jazz in una piccola città di provincia, che può vantare di avere uno dei primi jazz club fondati in Italia.
Giorgio Zito
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