La scena world e trad in Italia, salvo rare eccezioni, non ha mai brillato per unità progettuale e di intenti, né tantomeno ha avuto slanci di apertura verso il panorama musicale internazionale, impedendo di fatto una conoscenza capillare della nostra tradizione artistica e musicale che, seppur apprezzata e richiesta, non ha mai goduto della possibilità di far conoscere pienamente la sua ricchezza dall’industry musicale. Nelle logiche degli addetti ai lavori, dalle case discografiche agli artisti passando per i promoter e gli organizzatori di rassegne e festival, ha sempre prevalso la necessità di preservare i propri spazi, lavorando a compartimenti stagni e senza alcuna prospettiva di tessere reti che potessero creare forme di promozione ad ampio respiro. Abbiamo assistito a festival in cui era ed è protagonista per l’80% delle serate il medesimo gruppo in diverse (ma poi non tanto) declinazioni e collaborazioni, abbiamo visto rendere inaccessibili certi palchi perché riserva di caccia di questo o quell’artista o gruppo, ma soprattutto abbiamo constatato (con vero rammarico) il fallimento sistematico dell’attivazioni di reti di festival o eventi, ridotte poco più di un logo.
Dal 2010 è cominciata una piccola rivoluzione copernicana partita dalla Puglia con la fortunata esperienza di Puglia Sounds che ha aperto qualcosa di più di un semplice varco per consentire ad artisti e gruppi di potersi affacciare sulla scena internazionale, avendo sostegni per l’attività discografica e concertistica. Finalmente, è cominciato ad aumentare sempre di più il numero degli artisti italiani presenti ai grandi festival esteri, su tutti la importante vetrina del WOMEX. Mancava però ancora un catalizzatore culturale che si ponesse sulla scia di quanto magistralmente fatto da Catalogna, Canada e Scozia, ma anche da nazioni più piccole come la Corea del Sud. Da questa riflessione, nel 2017, ha preso vita Italian World Beat, un network culturale che si pone come aggregatore delle diverse realtà artistiche italiane di area world e trad e nel contempo rappresenta un punto di riferimento per gli operatori internazionali. Artefici di questa importante iniziativa sono stati Fabio Scopino, CEO e general management di IWB e Davide Mastropaolo, pianista, compositore e produttore, nonché fondatore dell’etichetta napoletana Agualoca Records.
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