Agli appassionati di world e trad music italiana sono ben note le imprese di questi due eccellenti strumentisti, a fronte di percorsi artistici sostanzialmente differenti. Virtuoso piper aretino, Massimo Giuntini (flauti irlandesi e bouzouki), prima di dedicarsi alla sua carriera coma solista, è stato i fondatori de La Casa del Vento, ha suonato con Mazapegul, Modena City Ramblers, Whisky Trail e Ductia, oltre a mettere in fila una lunga serie di collaborazione con The Chieftains, Ronnie Drew, Andy Irvine, Lunasa, Vinicio Capossela e Roger Lucey. Silvio Trotta (voce, chitarra, chitarra battente, mandola), molisano di Capracotta, ma da lungo tempo residente ad Arezzo, è l’anima di formazioni ormai storiche della scena folk italiana come Musicanti del Piccolo Borgo, Viulàn e Trio Tresca, ed anche storico collaboratore dell’indimenticato e mai troppo celebrato Riccardo Marasco. Negli ultimi anni, i due strumentisti si sono ritrovati spesso a condividere il palco e complice la frequentazione di quel posto speciale che è il Circolo Aurora di Arezzo, ha preso vita l’idea di incrociare i rispettivi background musicali per dare vita ad un percorso artistico comune, all’insegna della libertà espressiva, senza badare troppo alla ricerca dell’originalità o della sperimentazione a tutti i costi, ma puntando unicamente ad esaltare il gusto dell’incontro tra suoni e tradizioni solo in apparenza lontani. E’ nato, così, il progetto “Libero Arbitrio” che, dopo un intenso rodaggio dal vivo, è stato cristallizzato nel disco omonimo, prodotto ed arrangiato da Massimo Giuntini e nel quale hanno raccolto nove brani, molti dei quali proposti in intriganti mash-up che rappresentano le tappe di un ideale itinerario di viaggio che si dipana, tra incroci ed attraversamenti sonori, dall’Italia Meridionale all’Irlanda. A guidarci è la voce di Silvio Trotta con
gli strumenti a corde della tradizione italiana dialogano brillantemente con quelli del Mediterraneo e le uilleann pipes irlandesi, il tutto arricchito da un sapiente uso minimale dell’elettronica e dagli interventi in tre brani dello special guest David Hopi Hopkins alle percussioni. Ad aprire il disco è il gustoso incrocio tra il canto d’amore “O Rundinella”, su testo tratto da “Letteratura Popolare Capracottese” di Oreste Conti, con la melodia galiziana “Alborada” in cui brillano i virtuosismi di Giuntini alle uilleann pipes. Si prosegue con il canto narrativo della tradizione italiana “Cecilia” nella intensa interpretazione di Silvio Trotta che sfocia in una elegante e riflessiva coda strumentale. Commuovono, poi, il medley tra il canto sardo “No Potho Reposare” e “The Forest Song” di Giuntini che riesce nell’impresa di non far suonare retorico proprio il ben noto classico isolano, e l’omaggio a Corrado Sfogli con “Il Cammino” tratta dal songbook della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Il vertice del disco arriva con il mash-up tra “Ninna nanna di Carpino” e “Knight’s Dream” di Massimo Giuntini che colpisce per cura la raffinata ricercatezza dei timbri e dell’arrangiamento. Se lo scottish “Tournemine et Gasdebois” arriva dal repertorio degli Skolvan e spicca per il trascinante crescendo melodico guidato dalle uilleann pipes, la successiva “Padrone Mio” è uno dei brani più drammatici di Matteo Salvatore che Silvio Trotta interpreta con amore e dedizione profonda. Non manca un tributo ad Angelo Branduardi con “Nel giardino dei salici” tratta da una poesia di William Butler Yeats e una dedica alla Toscana con il tradizionale “Violina” che sfocia nella travolgente danza “A Serious Polka” di Massimo Giuntini a concludere un disco ricco di musica e belle intuizioni. L’auspicio è che il progetto “Libero Arbitrio” possa ulteriormente evolversi nel prossimo futuro, magari ampliando il raggio delle ricerche sonore.
Salvatore Esposito
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