Definire Materiali Sonori come una semplice etichetta è molto riduttivo, perché nell’arco di quasi dieci lustri di onorata resistenza culturale sulla scena indipendente, hanno rappresentato un laboratorio creativo unico in Italia, una factory musicale che ha fatto da incubatore di tanti progetti artistici e ancora prima è stata tra i protagonisti del fermento creativo che attraversava Firenze tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta. Giampiero Bigazzi con la moglie Francesca e il fratello Arlo (Giancarlo) non hanno mai perso l’entusiasmo e la passione degli inizi, ma anzi hanno sempre rilanciato, sperimentato e proseguito caparbiamente il loro cammino regalandoci grandi dischi e distribuendo tanta bella musica, ma soprattutto hanno firmato in prima persona numerosi lavori originali. In questo contesto, si inserisce l’attività di Arlo Bigazzi, bassista e produttore dall’articolato percorso artistico, in grado di muoversi con abilità attraverso ambiti musicali differenti, dando vita a progetti unici nel loro genere come Nait OrchestraCudu e La BandImprovvisa, ma anche a spettacoli originali in cui la musica incontra altre forme espressive come le opere multimediali “Coppi Arrive” con Materiali Sonory University e “Sempre Sofia”, l’incontro con la poesia di “Notte Campana” con l’indimenticato Carlo Monni, per giungere a alla soundtrack “Passione” con Stefano Saletti e “Tribæ Soundtrack”, colonna sonora dell’omonima graphic novel del disegnatore Luca Brandi. A distanza di due anni da quest’ultimo, il musicista toscano torna con “Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro di un ragazzo”, ambiziosa opera transmediale dedicata al poeta russo Vladimir Vladimirovič Majakovskij e nella quale si intersecano musica, poesia e teatro. Pubblicato il 25 ottobre 2020 in occasione dell’anniversario della Rivoluzione d’ottobre, il progetto è il frutto di una lunga gestazione che ha visto impegnato Arlo Bigazzi nell’elaborazione delle sonorizzazioni per le liriche tradotte dal russo dall’attrice Chiara Cappelli e dalla stessa interpretate. Dal punto di vista prettamente musicale, l’album si muove attraverso sonorità diverse che vanno dall’elettronica al rock, dalla musica contemporanea all’improvvisazione, per toccare il jazz più sperimentale tra echi di Miles Davis, John Zorn e Bill Frisell, ad avvolgere in modo impeccabile l’apparato lirico-narrativo.
Importante nella definizione del suono e degli arrangiamenti è stato il contributo dei diversi strumentisti che si sono affiancati ad Arlo Bigazzi (basso acustico ed elettrico e programmazione): Lorenzo Moka Tommasini (tastiere) che ha co-prodotto il disco, Mirio Cosottini (tromba, flicorno) e Francesco Frank Cusumano (chitarra) ai quali si sono aggiunti gli ospiti Blain L. Reininger (violino), fondatore dei Tuxedomoon, Mirko Guerini (sassofono), Michele Marini (sax contralto), Guido Guglielminetti (basso fretless), Marco Furelli (chitarra) e Massimiliano Liverani (theremin). Composto da due cd, l’album presenta nel primo la versione originaria relativa allo spettacolo dal vivo in cui protagonista è la voce di Chiara Cappelli che accompagna l’ascoltatore attraverso i diciotto brani, diciotto scene in cui racconto e poesia diventano le parti di una narrazione unitaria che ripercorre le vicende relative gioventù del poeta russo fino allo scoppio della Rivoluzione di Ottobre. Emerge, così, un Majakovskij del tutto diverso dall’iconica del Comunismo dalla tormentata esistenza, segnata dal grande impegno politico e sociale, ma piuttosto si scopre il ritratto in musica di un ragazzo che sfida sé stesso e il mondo che lo circonda, perseguendo l’amore per la vita e l’arte, ma soprattutto inseguendo l’utopia di un futuro migliore, diverso. La voce di Chiara Cappelli interpreta i brani percorrendo ora i sentieri della recitazione teatrale, ora quelli della forma canzone, avvolta dalle architetture sonore di Bigazzi che ne esaltano il sostrato lirico. L’ascolto si apre con il “Prologo” in cui la voce della Cappelli è contornata da una tessitura rock che sfocia nel jazz con “Sarò nuvola in calzoni” impreziosita dai fiati e culmina nell’evocativa “L’infanzia” in cui spicca il solo di tromba di Cosottini. Nel vivo dell’intreccio narrativo si entra con le dissonanze della sperimentale “Sciumiki” e la suggestiva “I bambini nascono uguali” tutta giocata su chitarre ed elettronica. Se la sequenza con “I giovani”, “Dal carcere” e “La nostra marcia” mettono in risalto l’eclettismo compositivo di Bigazzi, “La nostra marcia” e “Leggeva libri” ci riportano nei territori del jazz-rock prima che la soffusa “La notte” ci accompagni verso la conclusione in cui spicca certamente l’elegante “Per una signorina”, la superba “Ascoltate” e la conclusiva “Epilogo”. Il secondo disco raccoglie, invece, dodici brani strumentali in cui è maggiore il contributo degli ospiti e il cui ascolto fa emergere ancor più marcatamente la capacità del musicista toscano di fare dialogare suoni e strutture musicali differenti. Non è tutto però perché ad accompagnare il doppio album, ci sono diversi video su YouTube e il libro, edito dall’Editrice Zona che, oltre al copione e cinque poesie non incluse nello spettacolo, mette in fila i contributi di Francesco Forlani, Mirco Salvadori, Daniele Corsi, Giampiero Bigazzi, Luciano Del Sette e Fausto Malcovati, a cui si aggiungono le due graphic novel realizzate da Riccardo Cecchetti e Monica Zeoli, dai quali sono poi state pubblicate alcune stampe d’arte. Inoltre, è di prossima pubblicazione è libro con la fotografa Lucia Baldini e un Cd in collaborazione con il musicista Flavio Ferri (Delta V) ed editi dalla Silentes. “Majakovskij!” è, dunque, un progetto di grande spessore musicale e letterario che conferma Materiali Sonori come baluardo di resistenza culturale. Da non perdere.
Salvatore Esposito
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