Secondo Casadei – Mi Chiamo Secondo (Casadei Sonora/Universal Music, 2017)

Il liscio, con il suo intreccio tra la tradizione musicale e la cultura sonora mitteleuropea della polka e del valzer, ha segnato il passo nelle trasformazioni sociali della nostra nazione, accompagnando il passaggio epocale dalla cultura contadina alla società urbana, lasciando intatta la sua matrice identitaria. Il suo patrimonio, però, si era andato via via smarrendo con le orchestre da balera costrette ad abbracciare nuovi suoni per stare al passo con i tempi nel tentativo di seguire le mode sonore delle discoteche. Nell’ultimo decennio si è assistito alla sua progressiva riscoperta con la pubblicazione di diversi album volti a rileggerne il repertorio storico, tanto nelle forme più vicine alla tradizione come nel caso della collana Tacadancer di Sheherazade, quanto anche in veste moderna, declinata ora nella chiave jazz del progetto “Secondo” di Claudio Zappi, ora in quella rock di Extraliscio. A fronte del grande successo di pubblico riscosso da questi progetti da balera 2.0 e dagli incontri tra alcuni strumentisti romagnoli con l’Orchestra Cherubini e i 100Cellos di Giovanni Sollima, si sentiva la mancanza di un serio lavoro che mirasse in parallelo a riportare alla luce anche le registrazioni storiche. In questo senso, a fare da apripista è il doppio album “Mi Chiamo Secondo” (disponibile anche in streaming e digital download) che raccoglie per la prima volta su cd una selezione di quarantasei brani firmati da Secondo Casadei nelle loro versioni originarie, edite a partire dagli anni Cinquanta dall’etichetta La Voce del Padrone. Fondatore dell’omonima orchestra Casadei, il musicista romagnolo, divenne uno dei caporchestra più amati ed apprezzati, essendo stato il primo ad imprimere una svolta sonora al liscio, con l’inserimento nella sua formazione di strumenti come la batteria e il sax. Brani come l’intramontabile “Romagna Mia” che apre e chiude questa raccolta, hanno fatto ballare tanti italiani nelle aie, nelle piazze e nelle balere. Come scrive nelle note di copertina Giuliano Paco Ciabatta, direttore creativo di Casadei Sonora: “Questa raccolta è nata dal recupero delle incisioni originali di Secondo Casadei su nastro analogico. Attraverso la digitalizzazione e il restauro audio, abbiamo lavorato con l’obiettivo di restituire fedelmente il suono ottenuto dalla formazione musicale che a metà degli anni Cinquanta Secondo Casadei aveva scelto per dare vita alle sue composizioni”. L’ascolto offre la preziosa occasione di cogliere l’originaria bellezza di composizioni strumentali come valzer (“Questa notte triste”, “Tempi passati”, “Sangue romagnolo”, “Caro Enrico”), polke (“Mercedes”, “Atomica 60”, “Figaro in Romagna”, “Arte”, “Fiaccola”, “Spyder 1500”, “Lula”) e mazurke (“Fortuna”, “La checca”, “Lella”, “Nadia”, “Luciana”, “Benedetta”, “Femmina Bionda”) e il fascino che caratterizza i brani cantati, nei quali si alternano le voci maschili di Fred Mariani (“Romagna Mia), Pino Flamigni (“Richiamo”, “Mariarosa”, “Maria oh Maria”, “Il valzer dell’amore”, “Riccarda”), Luciano Brandi (“Il ballo di Matusalemme”, “La mazurka dell’amore”, “Mia Marilù”, “Lasciatemi passare”, spesso affiancate da quelle femminile di Arte Tamburini. Non manca qualche classico come “Un bès in biciclèta” ed alcune incursione nella tradizione come nel caso di “La ven da la zità” interpretata da Nevis Bazzocchi e“Budèla campagnola” cantata da Ivano Nicolucci, ma la vera sorpresa arriva dall’ascolto di un frammento delle prove in sala di registrazione che ci consente di toccare con mano il processo creativo alla base dei brani di Secondo Casadei. Insomma “Mi Chiamo Secondo” è una splendida biografia in musica di quel giovane figlio di sarti che da violinista di orchestra divenne una leggenda. 


Salvatore Esposito

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