
“Oltre" arriva ad un anno di distanza dal vostro debutto discografico. Com'è nato questo nuovo lavoro?

Quali sono le differenze rispetto al disco precedente? Vi sentite in qualche modo maturati?
Certo. In questo senso ci ha aiutato tantissimo l'esperienza fatta in studio e sul palco con Daniele Sepe, perché lui in questo è veramente un maestro e da lui abbiamo attinto tanto. Naturalmente c'è stata una grande maturazione dal punto di vista tecnico e su come veicolare meglio la creatività.
Dal punto di vista degli arrangiamenti come si è indirizzato il vostro lavoro?
Lo studio di registrazione è completamente diverso dal live e abbiamo cercato di lavorare di più sugli ambienti. Rispetto al disco di debutto che è stato autoprodotto in una situazione veramente particolare, per questo nuovo lavoro abbiamo avuto una tranquillità diversa nel lavorare e sviluppare i vari brani.

Per i testi vi ha dato una mano Alessio Sollo...
Il giorno prima di registrare le voci sono andato nel gabbiotto di Alessio Sollo, dove lavora, e insieme abbiamo ricontrollato tutti i testi. Lui ci ha dato una grande mano nel rendere meglio qualche figura.
Ci puoi raccontare della collaborazione con 'O Zulù?
'O Zulù è un nostro fratello maggiore prima che lui lo sapesse perché ci ha cresciuto con la musica dei 99Posse. E' sempre stato un riferimento per tutti noi perché ha un punto di vista sulla realtà che quando lo ascolti per la prima volta ti segna profondamente. Quando lo abbiamo conosciuto di persona è diventato ancora più importante perché è una persona bellissima e questo anche grazie al progetto Terroni Uniti, al quale partecipo. Il brano che abbiamo fatto insieme l'ho cominciato a scrivere quattro anni fa e già allora immaginavo che dovesse esserci lui come ospite. A distanza di tempo esserci riuscito è stata una soddisfazione non da poco.
In "Intro della Sibilla" invece avete incontrato Ciccio Merolla...
Ciccio è un altro personaggio eccezionale che abbiamo conosciuto grazie a Terroni Uniti e ha dato un tocco veramente importante al pezzo. Prima che arrivasse lui era un brano molto scarno e non sapevamo come chiuderlo. Lui ha fatto tutto il resto con la sua mano magica.
Chi è "'O Lione"?

Perché andare "Oltre"?
Siamo tutti figli di questa società dove l'informazione e il tipo di attitudine di rapporti che creiamo sono del tutto superficiali, e ci portano ad essere fermi nella normalità. E' necessario andare oltre per scoprire che il mondo offre tantissime possibilità al di là dei muri che spesso noi alziamo. Ognuno di noi fa dentro sé stesso sempre "capa e muro" ma quando ti accorgi che sei sia testa che muro, in un modo o nell'altro insistendo si riesce a guardare oltre. Se non credi in un ma cosa anche se esiste non la vedi e nel contempo se non credi in qualcosa non lo vedrai mai. C'è un doppio valore sia a livello di costruzione della realtà, sia nel cogliere le possibilità che la realtà ti da.
Un brano di grande attualità è "Zuca Sang" che hai inciso con Daniele Sepe...

Nel booklet "Fratm" è presentata con la frase "Meglio sentire fino a non pensare che pensare fino a non sentire"...
Questo brano è nato in un momento in cui personalmente pensavo troppo e stavo perdendo il sentire, quindi quando mi sono reso conto di questa cosa mi è nata spontanea quella frase. Penso che in ogni caso nella vita pensare fa sempre bene, ma è necessario il giusto mezzo perché a volte per avere una visione chiara della realtà bisogna abbandonare certi tipi di pensiero. Come recito ne "La voce degli Stregoni" la magia naturale dell'uomo consiste nel percepire quello che c'è nel mondo e nel legame con gli altri e che cogli solo se ti metti in uno stato di un certo tipo. Bisogna abbattere le sovrastrutture e cercare di assorbire tutto ciò che senti dalla realtà. Quando pensi troppo tutto questo difficilmente lo si riesce a cogliere.
Qui entra in gioco ancora una volta il sentire. E' importante sentirsi parte di una forza collettiva e credo sia una delle emozioni più grandi che l'uomo possa provare. Questo brano è un invito a ritrovare il proprio respiro che è la base di tutto. Molti pensano che l'uomo si ammali perché non sa respirare. Respirare insieme è una possibilità enorme che ha la nostra civiltà. Chi ci governa è molto bravo a fare tutto questo perché hanno delle gerarchie, e così chi deve invece combatterli deve imparare a farlo insieme, in collettività, per andare controvento.
Sei riuscito a sentire "La voce degli Stregoni"?
Si l'ho sentita. Viene da un momento molto mistico che abbiamo vissuto con il gruppo in un paio di viaggi che abbiamo fatto insieme e durante i quali abbiamo fatto delle meditazioni collettive. Insieme abbiamo scoperto il canto tuvano, quel tipo di canto gutturale che si sente nel brano. La voce degli stregoni ci ha fatto insomma sentire "Oltre". Il brano ha una trama quasi tribale che rimanda alla possessione trance dei trarantolati. Vorrei avere uno stregone che mi parla nelle orecchie ogni giorno ma per sentirlo ci vuole molta concentrazione.
Sono molteplici e rappresentano il nostro percorso musicale. Ci sono i nostri ascolti e le nostre passioni. C'è l'approccio jazz come l'incontro tra modernità e tradizione. Utilizziamo i suoni del mondo come nel caso del canto tuvano della tradizione Mongola, mentre nei cori ritornano le armonizzazioni delle voci bulgare. A questo va aggiunto l'utilizzo di strumenti a percussione come il daf iraniano. Insomma attingiamo da tutto il mondo e cerchiamo di farne una mescla glocal. Questo disco è un po' lo specchio della cultura napoletana che assorbe tutto senza perdere le proprie radici.
Come saranno i concerti di "Oltre"...
Siamo in via di definizione completa del tour ma abbiamo già in programma tante date in tutta Italia e speriamo di suonare quanto più è possibile.
Tartaglia Aneuro – Oltre (iCompany, 2017)

Salvatore Esposito
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