Tartaglia Aneuro – Oltre (iCompany, 2017)

A due anni di distanza dal debutto “Per Errore”, la band flegrea Tartaglia Aneuro torna con “Oltre”, disco che sin dal titolo racchiude il filo rosso che lega gli undici brani contenuti nel disco, e rimanda al bisogno di guardare oltre la monotonia della quotidianità, dell’informazione preconfezionata dei media, delle insicurezze indotte e del conformismo imposto da una società sempre meno attenta ai bisogni del singolo. L’oltre di cui canta il gruppo campano è vicino a quella verità preclusa dalla superficialità imperante nella società globalizzata, così ogni traccia diventa un invito a combattere contro tutto questo, a rimboccarsi le maniche per superare gli ostacoli che ci pone il quotidiano. Mescolando ritmi moderni e suoni world a testi ironici e taglienti, questo disco conduce l’ascoltatore alla percezione della sua voce interiore ed alla riscoperta della magia naturale. Di tutto questo ed altro ancora abbiamo parlato con Andrea Tartaglia, frontman del gruppo e componente di punta della ciurma di Capitan Capitone di Daniele Sepe, nonché del membro del collettivo Terroni Uniti.

“Oltre" arriva ad un anno di distanza dal vostro debutto discografico. Com'è nato questo nuovo lavoro?
E' nato per necessità perché abbiamo vinto un bando della SIAE che ci ha sponsorizzato tramite l'etichetta iCompany. Il disco era in lavorazione già da un po' e i brani li avevamo rodati sul palco durante i tanti concerti che abbiamo fatto lo scorso anno. Avevamo solo esigenza di chiudere il tutto, e così abbiamo fatto. Ci siamo messi di impegno e lo abbiamo sviluppato. Chiaramente fa parte del nostro percorso e ha tutte le sfumature delle nostre vite. C'è ironia, riflessione, introspezione e ovviamente non manca la critica sociale.

Quali sono le differenze rispetto al disco precedente? Vi sentite in qualche modo maturati?
Certo. In questo senso ci ha aiutato tantissimo l'esperienza fatta in studio e sul palco con Daniele Sepe, perché lui in questo è veramente un maestro e da lui abbiamo attinto tanto. Naturalmente c'è stata una grande maturazione dal punto di vista tecnico e su come veicolare meglio la creatività. 

Dal punto di vista degli arrangiamenti come si è indirizzato il vostro lavoro?
Lo studio di registrazione è completamente diverso dal live e abbiamo cercato di lavorare di più sugli ambienti. Rispetto al disco di debutto che è stato autoprodotto in una situazione veramente particolare, per questo nuovo lavoro abbiamo avuto una tranquillità diversa nel lavorare e sviluppare i vari brani. 
In questi anni abbiamo conosciuto tanti musicisti che ci hanno sostenuto e lo dimostrano le tante collaborazioni presenti in "Oltre". 

Per i testi vi ha dato una mano Alessio Sollo...
Il giorno prima di registrare le voci sono andato nel gabbiotto di Alessio Sollo, dove lavora, e insieme abbiamo ricontrollato tutti i testi. Lui ci ha dato una grande mano nel rendere meglio qualche figura.

Ci puoi raccontare della collaborazione con 'O Zulù?
'O Zulù è un nostro fratello maggiore prima che lui lo sapesse perché ci ha cresciuto con la musica dei 99Posse. E' sempre stato un riferimento per tutti noi perché ha un punto di vista sulla realtà che quando lo ascolti per la prima volta ti segna profondamente. Quando lo abbiamo conosciuto di persona è diventato ancora più importante perché è una persona bellissima e questo anche grazie al progetto Terroni Uniti, al quale partecipo. Il brano che abbiamo fatto insieme l'ho cominciato a scrivere quattro anni fa e già allora immaginavo che dovesse esserci lui come ospite. A distanza di tempo esserci riuscito è stata una soddisfazione non da poco.

In "Intro della Sibilla" invece avete incontrato Ciccio Merolla...
Ciccio è un altro personaggio eccezionale che abbiamo conosciuto grazie a Terroni Uniti e ha dato un tocco veramente importante al pezzo. Prima che arrivasse lui era un brano molto scarno e non sapevamo come chiuderlo. Lui ha fatto tutto il resto con la sua mano magica.

Chi è "'O Lione"?
"'O Lione" ruota intorno al confronto tra umano e animale. E' un gioco questo che ci piace tanto fare. Abbiamo contrapposto il potenziale dell'essere umano che viene frenato o deviato da alcune abitudini della nostra società. Un uomo ha la libertà di esprimersi al massimo ma spesso è bloccato dalla tecnologia o dalla perdita della propria naturalezza, perde di vista così la sua crescita. In chiave ironica volevamo far risaltare il fatto che se il leone avesse le comodità dell'essere umano, magari impazzirebbe anche lui.

Perché andare "Oltre"?
Siamo tutti figli di questa società dove l'informazione e il tipo di attitudine di rapporti che creiamo sono del tutto superficiali, e ci portano ad essere fermi nella normalità. E' necessario andare oltre per scoprire che il mondo offre tantissime possibilità al di là dei muri che spesso noi alziamo. Ognuno di noi fa dentro sé stesso sempre "capa e muro" ma quando ti accorgi che sei sia testa che muro, in un modo o nell'altro insistendo si riesce a guardare oltre. Se non credi in un ma cosa anche se esiste non la vedi e nel contempo se non credi in qualcosa non lo vedrai mai. C'è un doppio valore sia a livello di costruzione della realtà, sia nel cogliere le possibilità che la realtà ti da.

Un brano di grande attualità è "Zuca Sang" che hai inciso con Daniele Sepe...
Ha un po' una doppia lettura perché c'è certamente la gente che viene strozzata dalle tasse e dai debiti, mentre i ricchi accumulano sempre di più. C'è, però, anche un ritratto di quelli che rubano l'energia dalle persone, chi in un modo o nell'altro si aggrappa agli altri per ottenere il proprio tornaconto. Nel profondo ci interessava che emergesse come il succhiasangue è nascosto in ognuno di noi. In "Harry Potter", Silente dice al giovane Harry: "In ognuno di noi c'è un lato oscuro e uno di luce. Alla fine ognuno di noi sceglie cosa essere". Bisogna stare attenti non solo ai succhiasangue che si attaccano a noi ma anche a quello che abbiamo dentro. 

Nel booklet "Fratm" è presentata con la frase "Meglio sentire fino a non pensare che pensare fino a non sentire"...
Questo brano è nato in un momento in cui personalmente pensavo troppo e stavo perdendo il sentire, quindi quando mi sono reso conto di questa cosa mi è nata spontanea quella frase.  Penso che in ogni caso nella vita pensare fa sempre bene, ma è necessario il giusto mezzo perché a volte per avere una visione chiara della realtà bisogna abbandonare certi tipi di pensiero. Come recito ne "La voce degli Stregoni" la magia naturale dell'uomo consiste nel percepire quello che c'è nel mondo e nel legame con gli altri e che cogli solo se ti metti in uno stato di un certo tipo. Bisogna abbattere le sovrastrutture e cercare di assorbire tutto ciò che senti dalla realtà. Quando pensi troppo tutto questo difficilmente lo si riesce a cogliere. 

Mi ha colpito molto "Respira cu me" che più di un punto di contatto con "Le Range Fellon"..
Qui entra in gioco ancora una volta il sentire. E' importante sentirsi parte di una forza collettiva e credo sia una delle emozioni più grandi che l'uomo possa provare. Questo brano è un invito a ritrovare il proprio respiro che è la base di tutto. Molti pensano che l'uomo si ammali perché non sa respirare. Respirare insieme è una possibilità enorme che ha la nostra civiltà. Chi ci governa è molto bravo a fare tutto questo perché hanno delle gerarchie, e così chi deve invece combatterli deve imparare a farlo insieme, in collettività, per andare controvento.

Sei riuscito a sentire "La voce degli Stregoni"?
Si l'ho sentita. Viene da un momento molto mistico che abbiamo vissuto con il gruppo in un paio di viaggi che abbiamo fatto insieme e durante i quali abbiamo fatto delle meditazioni collettive. Insieme abbiamo scoperto il canto tuvano, quel tipo di canto gutturale che si sente nel brano. La voce degli stregoni ci ha fatto insomma sentire "Oltre". Il brano ha una trama quasi tribale che rimanda alla possessione trance dei trarantolati. Vorrei avere uno stregone che mi parla nelle orecchie ogni giorno ma per sentirlo ci vuole molta concentrazione. 

Dal punto di vista musicale quali sono state le influenze che hanno caratterizzato il disco?
Sono molteplici e rappresentano il nostro percorso musicale. Ci sono i nostri ascolti e le nostre passioni. C'è l'approccio jazz come l'incontro tra modernità e tradizione. Utilizziamo i suoni del mondo come nel caso del canto tuvano della tradizione Mongola, mentre nei cori ritornano le armonizzazioni delle voci bulgare. A questo va aggiunto l'utilizzo di strumenti a percussione come il daf iraniano. Insomma attingiamo da tutto il mondo e cerchiamo di farne una mescla glocal. Questo disco è un po' lo specchio della cultura napoletana che assorbe tutto senza perdere le proprie radici.

Come saranno i concerti di "Oltre"...
Siamo in via di definizione completa del tour ma abbiamo già in programma tante date in tutta Italia e speriamo di suonare quanto più è possibile. 



Tartaglia Aneuro – Oltre (iCompany, 2017)
Prodotto da iCompany con il sostegno del progetto “S’illumina”, bando promosso dalla SIAE e Mibact a sostegno dei nuovi progetti musicali, “Oltre” è il secondo disco della band flegrea Tartaglia Aneuro, guidata dal frontman Andrea Tartaglia e composta da Paolo “Cane” Controne (chitarra), Mattia “Seed” Cusano (baso e cori), Salvio “Skazzi” La Rocca (percussioni) e Federico Palomba (batteria). Rispetto all’esordio nel quale risaltava l’urgenza creativa e la spontaneità, questo nuovo lavoro mette in evidenza come la formazione napoletana sia riuscita non solo ad affinare la cifra stilistica, facendo tesoro dell’esperienza accumulata dal vivo in questi due anni, ma anche ad ampliare il raggio delle proprie ricerche sonore. Quell’intreccio tra rock, rap, elettronica e world music che caratterizzava “Per Errore” si è arricchito di tratti soul e jazz e testi ancor più ironici ed affilati, il tutto incorniciato da una particolare cura negli arrangiamenti. Aperto dalla sinuosa melodia della title-track che si evolve in un rap serrato, il disco entra nel vivo con le tortuose divagazioni ritmiche de “O’ Lion” nella quale il leone che segue il proprio istinto diventa metafora per la vita dell’uomo moderno. Seguono, poi, i due pregevoli incontri con O’Zulù nel ritratto della società moderna sempre più violenta di “Leggi Armate” e Daniele Sepe in “Zucasang” in cui ad essere presi di mira sono gli approfittatori. La progressione ritmica in crescendo di “Fratm”, incentrata sulle difficoltà della vita da affrontare con le proprie forze ritorna, e il suggestivo spooken word di “Crateri” ci introducono alle metriche rap de “La Fenice”, tutta giocata sui cambiamenti radicali che si presentano mai privi di sofferenze. Il vertice del disco arriva lo si tocca con l’appassionata “Respira cumme’”, un inno alla musica nella quale il canto è meditazione ed al tempo stesso liberazione per dare voce ai sentimenti inespressi. Se lo splendido intreccio tra i flauti e le percussioni di Ciccio Merolla dello strumentale “Intro della Sibilla” rimanda alla tradizione musicale dei Nativi Americani, la successiva “A voce de stregoni” ci regala una melodia ed un ritmo travolgente accompagnandoci verso il finale in cui brilla “Vero” in tutta la sua nostalgica dolcezza. “Oltre” è, dunque, un disco di ottima fattura e segna una ulteriore ed importante tappa nel cammino artistico di Tartaglia Aneuro.


Salvatore Esposito

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