Edoardo Zanon, “Il Mondo di Leonardo da Vinci” e gli Strumenti Musicali

Edoardo Zanon è un progettista-liutaio (nel nostro contesto mi sembra una definizione idonea) ancora troppo poco conosciuto in Italia ma del quale, nel tempo, si sentirà parlare musicalmente soprattutto riguardo alla ricostruzione degli strumenti ideati da Leonardo da Vinci, i cui progetti sono contenuti in “fogli” di non sempre facile interpretazione sparsi nei differenti Codici. La maggioranza di tali strumenti musicali non venne (verosimilmente) realizzata, ma solamente concepita sulla carta. Per materializzare questo tipo di progetti in modo accurato sono necessarie avanzate competenze interdisciplinari. Alcuni costruttori, a seguito di prolungate ricerche, hanno provato a concentrare l’attenzione su singoli strumenti come, ad esempio, la cosiddetta “viola organista”. In base a quanto ho potuto appurare, secondo fini progettuali e costruttivi, solo Edoardo Zanon ha affrontato con metodo lo studio comparativo in termini organologici e analitici dei “fogli” (circa seimila) elaborati dallo scienziato toscano, avendo di supporto una bibliografia specifica minima riferita principalmente ai saggi di E.Winternitz (“RaccoltaVinciana”, Fascicolo XX, Milano, 1964), M. Carpiceci (“Raccolta Vinciana” XXII, Milano, 1978), A. Marinoni (“Raccolta Vinciana” XXI- Milano, 1978). 

Riferimenti biografici 
Originario di Trento, come “Director of Research”, Edoardo Zanon è da diversi anni attivo professionalmente a Milano. Dopo aver completato gli studi universitari presso il Politecnico di Milano (con una tesi di progettazione riguardante un nuovo tipo di chitarra classica), e aver conseguito in Conservatorio il Diploma in chitarra classica, dalla fine degli anni Novanta, è intento a realizzare anche un organico progetto per ricostruire tutti gli strumenti musicali ideati da Leonardo dei quali vi è traccia, dal momento che, a fronte di circa seimila fogli catalogati nei diversi Codici, altrettanti sono andati verosimilmente perduti. Come intuibile, il progetto concernente il corpus organologico leonardesco è ambizioso e meritevole, sia interdisciplinarmente sia in termini di diffusione (internazionale) della conoscenza scientifico-musicale. Zanon mira alto ed è già conosciuto nel mondo per apprezzate pubblicazioni bilingue (o quadrilingue) che rivelano come, negli anni, abbia avuto modo di approfondire la conoscenza di Leonardo da Vinci nella sua globalità:“Leonardo, l'Acqua e il Rinascimento”; “Le macchine di Leonardo da Vinci”; “Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci”; “I Ponti di Leonardo”; Il Laboratorio di Leonardo”; “Il libro dei segreti”; “Il Libro del Codice del Volo” (cartaceo e multimediale); “Leonardo da Vinci, Codice Atlantico” (dvd interattivo realizzato con M. Lisa e M. Taddei); “Il Laboratorio di Leonardo nella Città ideale” (scritto con M. Lisa e M. Taddei). Inoltre, da un punto di vista bibliografico è utile segnalare due libri specialistici che evidenziano le sue avanzate competenze nel settore grafico-digitale: “Creare videogiochi” (2002); “Tecniche grafiche” (2006); nel 2004, ha curato e realizzato la rivista “DDD”, Disegno e Design Digitale”. In riferimento agli strumenti musicali di Leonardo da Vinci, Edoardo Zanon ha scritto saggi relativi ai prototipi da lui realizzati, come ad esempio quelli della cosiddetta “clavi-viola”, già esposta in diversi Musei esteri e utilizzata a livello sperimentale da suonatori specializzati nell’esecuzione della musica antica. 

La Mostra e l’approccio metodologico 
Ideata e progettata da Edoardo Zanon, Mario Taddei (laureati in “Disegno Industriale”) e dal giornalista Massimiliano Lisa (i tre soci fondatori del Centro di Ricerca “Leonardo 3”), nel marzo del 2014, a Milano, è stata inaugurata la Mostra interattiva e multimediale “Il Mondo di Leonardo” che, finora, ha conseguito particolare successo di pubblico (circa 200.000 presenze) e pertanto sarà prolungata fino al 31 Ottobre del prossimo anno, in concomitanza con “EXPO 2015”. Nella Mostra sono raccolte più di duecento “Macchine” interattive in 3D e numerose ricostruzioni fisiche anteprime mondiali (tra cui il “Sottomarino meccanico”, la “macchina del Tempo”, la “Libellula meccanica”, la “Macchina volante di Milano”, il “Monumento Sforza” e il restauro digitale dell’Ultima Cena), oltre ad alcuni strumenti come il “can(n)one musicale”, la “piva continua”, l’ “organo continuo”, il “flauto glissato” oltre la citata “clavi-viola”. È utile chiarire che Leonardo da Vinci nei “fogli” di studio o di appunti non era solito denominare le “macchine” o gli strumenti da lui progettati (o solo abbozzati), pertanto i nomi menzionati sono da attribuire ai rispettivi costruttori. La mostra “Il Mondo di Leonardo”, ha ricevuto una collocazione particolarmente idonea in Piazza della Scala, poco distante dalla statua di Leonardo da Vinci che, a Milano, visse per alcuni decenni, progettando e realizzando fondamentali opere scientifiche e artistiche tra cui il tanto discusso “Cenacolo”. Sono quantitativamente numerose le informazioni necessarie per comprendere sotto il profilo tecnico-progettuale gli strumenti musicali studiati e costruiti da Edoardo Zanon, tuttavia, data la natura non specialistica del contributo, in seguito saranno fornite solo quelle di base, preferendo eventualmente approfondire l’argomento in uno specifico saggio organologico e musicologico. Prima di entrare nel dettaglio dei singoli strumenti musicali (alcuni dei quali hanno interesse anche sotto il profilo folclorico), per meglio inquadrarli nel contesto in cui sono stati presentati a Milano, pare opportuno fornire alcuni dati generali sulla Mostra e sugli autori. Zanon e Taddei sono lucidi e razionali visionari che, dalla fine degli anni Novanta, terminati gli studi universitari, si sono messi all’opera con l’intento di far conoscere a un pubblico internazionale il “vero” Leonardo da Vinci, scientificamente, tecnicamente, artisticamente e professionalmente umano, lontano dagli stereotipi convenzionali talvolta proposti da Accademie e Università. Il Leonardo che hanno in mente Zanon e Taddei è quello che hanno potuto studiare con encomiabile attenzione solo dopo aver progettato e realizzato un software digitale 3D e interattivo, che permette di consultare in modo comparativo qualunque codice contenente tutte le opere originali di Leonardo, tra cui naturalmente anche quelle riferite agli strumenti musicali. Dopo aver raggruppato il materiale esistente, i due ricercatori sono passati all’azione e, vestendo i panni dei “tecnici”, coadiuvati da validi collaboratori, hanno iniziato a realizzare in modo certosino macchine e oggetti progettati dall’artista rinascimentale, effettuando investimenti considerevoli anche in termini di sacrifici personali. Con umiltà, tenacia e passione a questo punto hanno potuto mettere a fuoco il proprio sogno: realizzare un Museo interamente dedicato a Leonardo nel cuore di Milano. Il sogno è in parte divenuto realtà con la Mostra di cui sopra, ma negli intenti di Zanon e Taddei si renderà definitivamente concreto solo quando il Museo potrà divenire permanente: un considerevole spazio espositivo in continua evoluzione, capace di far modernamente convivere scienza, storia, tecnologia, capacità produttiva, multimedialità, didattica e tanta umanità, come quella che fuoriesce vitale e creativa da tutti i progetti ideati da Leonardo da Vinci per ricerca o per lavoro. Un polo della cultura milanese, quindi, esclusivamente dedicato allo scienziato e artista italiano, capace di attrarre un pubblico proveniente da ogni parte del mondo.

Gli strumenti musicali ricostruiti da Zanon 
Per quanto riguarda la realizzazione degli strumenti musicali, Edoardo Zanon procede spedito lavorando alacremente (a Milano direbbero “el ga no la canèt de vèter, l’è un’ sgubùn”, cioè non ha la spina dorsale di vetro, è uno sgobbone). È misurato nelle parole, modesto, serio e intellettualmente onesto, assai determinato nel portare a termine il Progetto. Ha piena consapevolezza storica e culturale dei propri obiettivi, che persegue ammirevolmente benché in questo momento storico non sia semplice attirare l’attenzione degli sponsor, tuttavia, dato l’oggetto dei suoi studi, è ottimista, ben sapendo che l’interesse per la promozione dell’opera di Leonardo da Vinci è universale. “Nella vita bisogna aver coraggio e portare avanti ciò in cui si crede” - mi ha riferito - “operando con serietà e con rispetto verso chi, come Leonardo, ha sempre progettato con ingegno e rigore a favore dell’evoluzione tecnologica e culturale dell’umanità”. Studiare, comparare, progettare, realizzare, spiegare, proporre al pubblico. Per Edoardo Zanon ogni strumento prima di essere presentato in mostra deve seguire rigorosi processi di elaborazione che possono durare anni, prevedendo la costruzione intermedia di diversi prototipi, che servono per sistemare in modo selettivo le differenti parti degli strumenti o per realizzare alternative organologiche, giacché gli schizzi di Leonardo devono di solito essere interpretati e possono portare a soluzioni costruttive assai diverse secondo la codificazione che viene data a specifici segni o a precise forme riportate nei “fogli” originali. Altra componente che caratterizza la produzione di Edoardo Zanon è la spiccata tendenza a mostrare quanto realizzato utilizzando la più moderna tecnologia digitale (da lui stesso programmata) la quale, tramite monitor “touch screen”, permette all’utente di interfacciarsi e visionare graficamente in 3D ogni dettaglio costruttivo, ricevere informazioni storico-culturali, vedere filmati, ascoltare i suoni prodotti dalle macchine e, in alcuni casi, eseguire melodie. In specifiche schermate sono presentate separatamente le parti che compongono lo strumento musicale, dando però la possibilità all’utente (in modo intuitivo) di assemblare, step by step, tutto lo strumento musicale. Tale processo di composizione digitale necessita di seguire un percorso razionale, ludico e didattico al contempo, permettendo all’osservatore di comprendere in modo semplificato lo studio e il lavoro occorsi a Zanon per riuscire a dare forma compiuta al singolo strumento musicale ideato a suo tempo da Leonardo da Vinci. In successione vengono fornite le principali informazioni riferite alle ricostruzioni degli strumenti presenti nella Mostra “Il Mondo di Leonardo”, ricordando che i differenti progetti musicali originali sono numerosi e sparsi nei diversi Codici. Una parte di tali progetti riguarda gli strumenti a percussione, alcuni presenti nel “Codice Atlantico” conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Altri strumenti sono aerofoni, tra cui un interessante “flauto-tromba gigante” che verrà a breve presentato da Zanon in anteprima mondiale. Altri ancora sono cordofoni. Inoltre vi è un gruppo di strumenti armonici, caratterizzati dalla ricerca di Leonardo verso il moto continuo o perpetuo ottenuto attraverso l’ideazione di molteplici congegni meccanici.

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