Formata a Copenaghen nel 2018 per volontà della cantautrice Trinelise Væring e del sassofonista jazz Fredrik Lundin, ed inizialmente pensata come una formazione destinata a sciogliersi dopo un solo evento, la Tone of Voice Orchestra è invece diventata un gruppo stabile, costituito da dieci elementi provenienti da vari ambienti musicali della Scandinavia e che ha ormai all’attivo un gran numero di esibizioni in concerti e festival e due album: l’omonimo “Tone of Voice Orchestra” del 2022 e il nuovo “Running from the devil”. Sin dall’inizio della sua carriera il gruppo ha cercato di fondere nella propria musica generi e stili diversi, affiancando alla matrice tradizionale scandinava elementi provenienti soprattutto, ma non esclusivamente, dal jazz, dall’indie-pop, dalla musica africana, da quella nordamericana e dell’Est Europa. A favorire questo melting pot musicale è la struttura dell’organico vocale e strumentale dell’Orchestra, costituito dalle quattro voci femminili di Trinelise Væring, Elisabeth Vik, Lene Nørgaard e Nanna Schou Dreier; dalla ghironda, le cornamuse e la cetra di Christian Mohr Levisen; dai sassofoni e i flauti di Fredrik Lundin, dal contrabbasso di Joel Illerhag; dalle 2 batterie e le percussioni di Jesper Uno Kofoed e Knut Finsrud, dal violino di Arendse Nordtorp Pedersen (affiancata nel brano “Belly up” dal violinista ospite Peter Uhrbrand).
Nove dei dieci brani dell’album sono di composizione, firmati da Fredrik Lundin e Trinelise Væring, con i testi unicamente in inglese. Sin dall’iniziale “Tourist in God’s Mercy” appare chiaro il carattere multiforme dell’album, con le voci e la cornamusa collocate in uno spazio geografico-musicale che dalla Scandinavia arriva fino alle sponde del Mediterraneo e del Mar Nero, e una ritmica quasi flamenca. Il brano successivo, che dà il titolo all’album, si muove invece sul terreno di un pop in cui le voci sono venate di soul, senza accantonare le proprie radici nordiche. In “Coming up the air”, mentre il canto mantiene un certo tono pop boreale, la cornamusa di nuovo evoca suoni balcanici e mediorientali, e le percussioni proiettano l’ascoltatore nel cuore dell’Africa. Con ”Belly Up” il gruppo rivisita invece il folk danese, arrangiando secondo il proprio stile una canzone popolare intitolata “Fisken ligger på hviden sand”, la cui melodia e tempo sono quelli della danza sønderhoning (da Sønderho, villaggio sull’isola di Fanø). Tra un inizio e una fine in stile tradizionale, il nucleo centrale del brano rimanda infatti a un certo country, con tocchi jazz e un profumo percussivo latino. In stile cantautorale “Imperfections” dalla musica rarefatta, un coro dal sapore nordico e un’intrigante coda di sax. “Dans om Efteråret” è l’unico strumentale dell’album ed è costruito sul dialogo tra fiati ed archi (in particolare flauto e violino), con una ghironda a conferirgli un’aria medioevale. “Dominoes” è un brano vocale sostenuto da essenziali quanto sporadici interventi percussivi, e sembra ispirato dai canti sciamanici finnico-scandinavi. Una cetra che suona come un banjo e gli assoli di sax rafforzano il già evidente sapore american black (quasi un gospel) di “We owe it to the Planet”, mentre tanto a un certo jazz urbano quanto al Medio Oriente guarda “Trommedans”, pezzo dalla forte e positiva tensione musicale. Chiude questo album bello, piacevole e che trasmette il divertimento di chi ha partecipato alla sua realizzazione, la raffinata ed intensa “Hymn (Lived and Learned)” in cui il gioco delle voci e la melodia ricordano addirittura certi passaggi alla Crosby, Stills & Nash. Prodotto da Dennis Ahlgren e masterizzato da Brian Mørk Hansen, l’album è stato realizzato con il sostegno di diversi soggetti istituzionali: Danish Arts Foundation, Dansk Kapelmesterforening, Dansk Artist Forbund, Dansk Solistforbund e KODA Kultur, il che a nostro parere conferma come la Danimarca continui a distinguersi per il supporto che dà alle realtà musicali del Paese, e che ciò avvenga anche quando l’ambito musicale in cui queste operano esce dagli stretti recinti della tradizione locale. toneofvoiceorchestra.bandcamp.com
Marco G. La Viola
Tags:
Europa
