Severina Baracho da Silva “Dona Biu” (1953 – 2025)

Nata nel 1953, Severina è letteralmente cresciuta tra i ciranda e i maracatu. Con Maria Dulce, nel duo As Filhas de Baracho, sono divenute un punto di riferimento per la conservazione e la diffusione del ciranda, strettamente legata alla cultura popolare del Pernambuco, nel Nord Est del Brasile.


Dona Biu è stata anche una fedele compagna e collaboratric di Lia de Itamaracá, la cirandeira più conosciuta in Brasile. Insieme hanno condiviso palcoscenici memorabili, tra cui il Rock in Rio 2024. Nonostante i problemi di salute, compresa l'amputazione di una gamba, Severina non ha mai rinunciato al palcoscenico, continuando a cantare seduta su una sedia a rotelle.


Lia de Itamaracá, il 7 dicembre, l’ha ricordata con queste parole: “Oggi la giornata è iniziata nel modo più triste. Ho ricevuto la notizia della scomparsa di Severina Baracho da Silva, la nostra cara Dona Biu, e mi sento come se una parte della ciranda fosse stata messa a tacere. Ma solo per un istante, perché il suo canto è più forte dell'addio. Biu era un'amica, una compagna di viaggio e di vita. Figlia del grande Mestre Baracho, è nata con la ciranda nel sangue, ma è stata con la sua forza di donna nera, compositrice e maestra che ha scritto una storia che nessuno potrà cancellare. Per molti anni abbiamo condiviso il palco, qui e fuori dal Brasile, nei festival, nei tour, al Rock in Rio, in spazi grandi e piccoli. La sua voce era sostegno, era fondamenta. Con lei, la ciranda acquisiva un'altra potenza. E chi le stava vicino lo sapeva: Biu non cantava solo con la bocca, cantava con tutta l'anima.


Lei e Dulce, con As Filhas de Baracho, hanno mantenuta viva l'eredità del padre e hanno piantato nuovi semi, portando la ciranda ai bambini, nelle scuole, nelle fiere, nei festival. Ovunque arrivassero, seminavano risate, incanto e verità. È troppo triste vedere che artiste come Biu, che vengono dal popolo, spesso devono camminare senza il sostegno che meritano. Ma ho sempre voluto averla con me, darle spazio, onorare la sua grandezza. Oggi le dico addio con dolore, ma anche con gratitudine. Perché Dona Biu non muore, torna al mondo come canto, come stella, come ruota che non smette mai di girare. Axé, Mestra Biu. Il tuo canto rimane. La tua morte è una perdita irreparabile per la musica e per l’identità culturale del Pernambuco”.  


Alessio Surian

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