‘O Rom – Radio Rom (Phonotype Records, 2025)

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“Radio Rom”, il terzo album della band a trazione rom-balcanico-partenopea, esce per la storica (e rinata alla grande) Phonotype Records napoletana, grazie al sostegno dei tanti fan che hanno aderito al crowdfunding, e fa seguito a “Vacanze Romanes” (2012) e “Napulitan Gipsy Power” (2019). I fondatori Carmine D’Aniello (voce e bouzouki) e Carmine Guarracino (chitarra acustica ed elettrica) nell’attuale line up sono in bella compagnia con Domenico Augusto (sax soprano e tenore, tromba, flicorno, trombone, ciaramella e flauti), Nino Conte (fisarmonica), Tommy De Paola (piano e tastiere), Antonello Iannotta e Salvio La Rocca (percussioni), Antonio Gomez (basso tuba) e Ciro Riccardi (tromba) in “Tutti i frutti”, Dario Franco, Roberto Caccavale, Davide Costagliola (basso elettrico) e Antonio Esposito (batteria). In più ci sono i super ospiti, amici della Napoli che conta musicalmente parlando (Brunella Selo, Carolina Franco, Daniele Sepe, ShaOne, Marcello Coleman e Aldolà Chivalà). Dalle sue origini nel 2008, ‘O Rom è un combo dalla forte proiezione solidale e politica che parla di incontri, di coesistenze e resistenze, di integrazioni e métissage in tempi di fetente xenofobia, di odio per gli emarginati, di ruspe invocate da lestofanti con cariche pubbliche e di deportazioni praticate dai governi, in Europa come Oltreoceano. Cosicché incontriamo un disco organico che – pur senza idee sonore rivoluzionarie – è ottimamente suonato, scorre con piacevolezza senza forzature, con un mélange di colori acustici e posture elettriche, effetti dub, intrecci di corde e fiati variegati, battute in levare, danze in tempi dispari, groove infilati qua e là, melodie sinuose e
una varietà voci “newpolitane” multilingue. O’ Rom aprono la tracklist, segnando la via del loro mishmash linguistico e sonoro con “Branko e la guerra”, composizione collettiva in napoletano, per niente retorica, firmata da D’Aniello, Guarracino e Augusto (featuring Carolina Franco che dà voce al refrain pop in lingua italiana), dove il timbro argentino del bouzouki incontra la fluida scansione ritmica espressa in diversi pattern, il pieno di fiati e i guizzi del flauto per raccontare di un amore contrastato da guerre fratricide (“Branko non lo sa che non la rivedrà / e l’amore è diviso da sporche e crudeli rivalità”). La polivocalità di matrice bulgara annuncia la libertà melodica e anti-discriminatoria di “Radio Rom”, sviluppata tra inflessioni ska, dub, ottoni, fisarmonica e ciaramella proiettato verso Est; qui la voce rappante di ShaOne e quelle di Brunella Selo e Carolina Franco sono il valore aggiunto. Con ironia, la gustosissima “E denare te fanno fesso” riflette sul materialismo e sul culto del denaro portandoci come protagonista canoro Aldolà Chivalà e le saporite digressioni della fisa di Nino Conte. Sale la temperatura con “Azzurro 9/8”, in cui gli ‘O Rom rileggono il classico di Paolo Conte – uno dei cavalli di battaglia dei musici di strada Rom – come un valzer, tra malinconia e movimento, sospeso in un fluido 9/8. Dentro la tradizione Rom e di molte parti dei Balcani è “Rumelaj”, canzone e danza che assume forme funky, mentre ai cori si parano ancora le ugole
belle di Brunella Selo e Carolina Franco. La successiva “Pummarola”, primo singolo del disco, cantato da Marcello Coleman su accenti in levare, è una denuncia cruda, perfino ironica del caporalato e dello sfruttamento dei braccianti migranti nelle campagne meridionali. “Zingari”, dove entrano sax e voce del fido compare Daniele Sepe (dal cui repertorio proviene il brano tratto da “Le nuove avventure di Capitan capitone” del 2020), elenca i luoghi comuni di cui sono vittime i Rom e alla fine nomina celebri Rom, Sinti e Kalé del mondo dell’arte, dello sport, delle scienze e della guerra partigiana. Splendida e sorprendente la carosoniana “Maruzzella”, cantata in bosniaco nell’adattamento che ne fece l’indimenticato Adnan Hozic dei Balkanija (in cui militava Carmine Guarracino) con fiati in bella evidenza nel finale. Si continua con la balcanizzata “Tutti i frutti”, tratta dalla “versione ascoltata nel film “Gadjo Dilo”, con un bridge in 7/8 e l’aggiunta di un nuovo inserto napoletano”, racconta D’Aniello. Questo “shukar drom” (bel viaggio in romanes) finisce con un altro classico danzante, “Opa Tsupa”, registrato dal vivo durante un live del 2014 insieme alla Dzambo Agusevi Orchestra e al fisarmonicista Jovica Jovic. “Radio Rom” trasmette forte e chiaro: sintonizzatevi e alzate il volume! 


Ciro De Rosa

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