Lenine – Eita (Casa 9/Mameluco/Boa Música, 2025)

Gli ultimi mesi del 2025 vedono la bussola culturale brasiliana orientarsi verso il Pernambuco. Cresce la popolarità del film “L'agente segreto” (O agente secreto) diretto da Kleber Mendonça Filho con Wagner Moura che impersona un ingegnere che torna a Recife in occasione del carnevale del 1977, con una splendida colonna sonora internazionale e nordestina firmata da Mateus Alves e Tomaz Alves Souza che ripropone uno dei brani simbolo di questa regione, “A Briga Do Cachorro com a Onça” della Banda de Pífanos de Caruaru. In parallelo, Lenine a dieci anni da “Carbono”, sforna il suo nuovo album in studio. Alla fine degli anni ’70 Lenine aveva lasciato Recife per Rio de Janeiro, ma la sua poetica rimane legata a Recife, alla musicalità della regione brasiliana nord-orientale, alla sua sintassi, ai suoi timbri, fin dal titolo che trasforma la tipica espressione di sorpresa brasiliana, “eita” in un omaggio al Pernambuco e al Nordest. "Fai un ‘eita’?” ha chiesto ad amici e colleghi, da Djavan a Alcione, da Ivete Sangalo a Lula Queiroga: “L'eita ha un significato simbolico: volevo che incredibili nordestini mi prestassero i loro ‘eitas’”. E così, con accenti di Alagoas, Maranhão, Pernambuco e Bahia, la canzone è stata arricchita dall'interiezione pronunciata dalle diverse intonazioni nordestine. “Sono sempre stato un artigiano nel mio lavoro (...) mi rendevo conto che avevo bisogno di tempo per andare in tutti i posti che questo progetto mi chiedeva di visitare” ha raccontato al quotidiano Folha de Pernambuco durante una conversazione animata da vari “eita” e condita da un dialetto nordestino tanto forte quanto le partecipazioni speciali della traccia che dà il titolo all'album. Ma oltre che da ascoltare, “Eita” è pensato per essere visto, montato come un unico film, diretto da Lenine stesso attraverso paesaggi reali e immaginari in collaborazione con i figli Bruno Giorgi, produttore e polistrumentista (al basso, tastiere, chitarre, mandolini, percussioni), e João Cavalcanti, con cui firma “Foto de Família”, impreziosita dagli archi, dedicato alla madre di Lenine e interpretata da Maria Bethânia: “Quando João mi ha mandato il testo, ho composto la musica quasi immediatamente. (...) Ho pensato subito ‘se Bethânia la cantasse... ha il rasqueado di chi sa interpretare dando il giusto peso alle parole”. L’altra casa, il Terreiro Xambá, viene celebrato con i ritmi danzanti e I canti, I fiati e le percussioni di “Boi Xambá”, in memoria di Guitinho, cantante e compositore dei Bongar, scomparso nel 2021 all'età di 38 anni. Con Lula Queiroga firma “O rumo do fogo” dedicato agli attivisti e leader indigeni Ailton Krenak e Davi Kopenawa, interpretato insieme ai fiati di Carlos Malta e alla voce di Maria Gadú. In “Malassombro” è condivisa con la voce e i violini rurali di Siba che cantano il sertão nordestino. Gabriel Ventura (voce, chitarre e tastiere) entra in gioco nella breve e aspra “Beira”, mentre I flauti che aprono “Deita e dorme” sono preludio alla collaborazione con Arnaldo Antunes. Alla compagna, Anna Barroso, dedica il brano che si presenta da subito come un classico, “Meu Xamêgo”, scandito dalla grancassa, la zabumba di Durval. La sua poetica? “La musica contemporanea brasiliana ha quattro pilastri: Naná Vasconcelos, Hermeto Pascoal, Letieres Leite e Dominguinhos. Potrei citarne altri quattro, ma ho scelto questi in modo molto passionale”.


Alessio Surian

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