Negli ultimi anni, la riflessione sui diritti culturali e sull’accesso equo alla produzione culturale ha assunto una rilevanza cruciale, specialmente nel panorama delle società pluralistiche e post-migratorie. Come etnomusicologa impegnata sul campo, mi sono interrogata su come l'accademia possa non solo documentare, ma soprattutto restituire e valorizzare le espressioni culturali delle minoranze e dei migranti.
Nell’intento di superare le asimmetrie di potere tipiche dei processi di archiviazione tradizionale, è nato un percorso di ricerca-azione, culminato nel progetto multimediale Altrove è Qui, che propongo come esempio concreto di rematriation (Giroux 2021; Gray 2022).
Il mio viaggio è iniziato nel 2015 a Cremona con Migrating Music, un’iniziativa di ricerca-azione avviata con il supporto dell’Università di Pavia. L’obiettivo era duplice: riconoscere e rendere visibili le minoranze migranti attraverso la loro musica, e costruire percorsi condivisi per la documentazione del loro patrimonio sonoro.
Il progetto si è focalizzato da una parte sulla documentazione e analisi delle tradizioni musicali delle comunità di migranti economici, dando vita, con la collaborazione
di studenti e dottorandi, all'Archivio TRAS (Tracce Sonore: Archivio di Storie e Tradizioni Musicali), un fondo che, al momento ha documentato quasi venti comunità e associazioni, raccogliendo circa 300 ore di registrazioni, ma che è in continua espansione.
Dall’altra mi sembrava doverosa la restituzione della ricchezza dei repertori e delle culture che andavamo scoprendo oltre l’ambito accademico. Così, nel 2019, è nato Culture in Dialogo, in collaborazione con il Comune di Cremona. L'idea è creare un ponte tra la cultura materiale esposta nei musei civici (il Museo di Storia Naturale, il Museo Archeologico, la Pinacoteca e il Museo della Civiltà contadina) e le culture immateriali delle comunità migranti.
Questi eventi pubblici e dialogici, in cui le comunità mettono in scena la propria cultura, sono stati cruciali. Nel 2022, la loro evoluzione digitale ha portato al lancio del sito cultureindialogo.unipv.it, con l'obiettivo di restituire le registrazioni delle performance alle comunità in una forma accessibile in un processo di co-curatela dei materiali digitali e di costruzione collaborativa dei metadati, in linea con il principio di rematriation citato in apertura: un processo relazionale, rigenerativo e politico che implica restituire voce e agency ai soggetti e valorizzare le loro prospettive, rendendoli co-autori delle narrazioni.
Come sottolinea Gray, il rimpatrio è un’opportunità per consentire
loro di vivere le proprie culture, la musica e la danza in particolare, come diritti fondamentali per la loro libertà e dignità.
Il progetto prosegue, siamo ora alla IV edizione, e le prossime date sono 21 febbraio, 28 marzo e 23 maggio.
Tuttavia, l’analisi del pubblico online ha mostrato una maggiore affluenza sui canali video rispetto al sito web. Questo dato ha innescato una nuova riflessione sulla necessità di utilizzare strumenti narrativi più contemporanei e capillari.
È così che ho lanciato Altrove è Qui, un progetto multimediale complesso che comprende un podcast, un sito web e un canale YouTube. L’obiettivo è duplice: mantenere viva la documentazione passata e valorizzare il patrimonio immateriale che non trova spazio nelle celebrazioni ufficiali, ma che continua a vivere, giorno dopo giorno, nelle feste di comunità, nei templi, nelle piazze e nelle case 1.
Il cuore del progetto è il sito web, che parte da una mappa interattiva per connettere persone, luoghi e suoni. Nella mappa interattiva, infatti, si trovano diversi marcatori (per ora ne abbiamo previsti 24), cliccando sui quali si apre una finestra di dialogo dalla quale si può ascoltare il relativo episodio del podcast (che vive anche
autonomamente sulla piattaforma Spotify nella playlist “Altrove e qui”).
Cliccando sulla finestra che si è aperta di fianco alla mappa, si può accedere a testi di approfondimento (che si possono leggere continuando ad ascoltare il podcast!), in calce ai quali si trova playlist dei contributi audiovisivi completi, collegati all'episodio podcast. Anche in questo caso si possono vedere tutti i video rimanendo nella stessa pagina, oppure si può decidere di aprirli su YouTube (dal telefonino è un percorso obbligato perché l’accesso alla playlist risulta difficoltoso). Come per gli episodi, anche i video possono vivere di vita propria attraverso la consultazione diretta delle playlist pubblicate sul canale YouTube omonimo (@altrovequi).
È importante sottolineare che ogni episodio è progettato assieme alle comunità stesse. Ogni suo aspetto – cosa far ascoltare, come spiegarlo, quali approfondimenti dare – è discusso e condiviso con i protagonisti della specifica tradizione di cui tratta l’episodio. Dunque, il loro coinvolgimento è totale, e negli episodi si possono ascoltare le voci delle persone con cui abbiamo lavorato, che in dialogo con me o
con qualcuno dei miei collaboratori 2 introducono l’ascoltatore ai mondi culturali cui sono legati i brani selezionati.
Una chicca: anche la sigla è realizzata da un musicista che ha spesso collaborato con me: Ashti Abdo, polistrumentista curdo siriano. Gli ho chiesto di rileggere a suo modo un notissimo brano virtuosistico per violino di musica colta occidentale. Cremona è rappresentata dal suo simbolo (il violino) ma allo stesso tempo ripensata attraverso sonorità altre.
Il taglio che abbiamo scelto per gli episodi è quello della prospettiva personale, umana ed emotiva in cui emergono i significati profondi del fare musicale. In episodi che durano circa 20’ le persone ci avvicinano con delicatezza ai loro mondi musicali, che sono profondamente affettivi. Non a caso la puntata n°1 anziché concentrarsi su un repertorio, una festa, un rito, ci racconta delle “canzoni di affezione”. Abbiamo chiesto ad alcune donne - che sono ormai nostre amiche - di condividere con noi e con tutti gli ascoltatori una canzone che le lega a casa e una canzone che le lega a Cremona. Le risposte sono state molto diverse tra loro, a segnalare come vita personale e musica si intrecciano in modi
inaspettati ma sempre profondi e significativi.
Questo formato audio, quindi, permette di fare divulgazione senza ridurre la complessità dell’agire musicale. Per garantire la massima accessibilità agli approfondimenti, ho scelto di presentarli multilingue (italiano, inglese e francese), mentre gli episodi sono solo in italiano.
Alla fine di novembre abbiamo pubblicato sei episodi 3, ma a dicembre ne pubblicheremo altri due.
Il progetto prevede la pubblicazione di due/quattro episodi al mese, fino a giugno 2025. Speriamo però di poter proseguire ancora, perché il territorio non cessa mai di farci sorprese!
Questo approccio “a strati” non è solo tecnologico, ma profondamente politico. Attraverso il podcast e la mappatura, non solo facciamo conoscere fuori dai contesti d’uso e dall’accademia i repertori, ma restituiamo alle comunità la proprietà della loro musica, trasformando l’archivio da mero deposito a strumento di cittadinanza attiva, memoria vivente e futuri condivisi.
Fulvia Caruso
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1. Finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – missione 4 Istruzione e ricerca - componente 2, investimento 1.1” Fondo per il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) e Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN)” progetto PRIN_PNRR_22 n° P2022RMJB3 "Active archives and contemporary media: repatriation, participation, valorization of sound heritage and community memories"
2 Oltre a Thea Tiramani, assegnista preziosissima in tutta la progettazione del podcast, al momento hanno collaborato: Alberto Annarilli, specialista delle chiese protestanti; Maria Giuliana Rizzuto, specialista delle chiese cristiane d’oriente, Benedetta Broegg per l’Associazione Latino Americana di Cremona, Alessandra Cella, Enrico Goio e Sara Dawalibi per la comunità rumena; Manuela Calvetti e Martina Di Leo per Dal locale al globale.
Una puntata 0 di solo 6 minuti introduce al progetto dalla voce di Thea Tiramani e mia. La puntata 1 è sulle canzoni di affezione, la puntata 2 sulla chiesa ucraina, la puntata 3 sul gruppo musicale di richiedenti asilo Oghene Damba, la puntata 4 è sulla processione di primavera dei Sikhh, la puntata la puntata 5 è su un particolare concerto realizzato dall’ALAC in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali su Mercedes Sosa, la puntata 6 è sulla chiesa rumena ortodossa.





