WOMEX 25, Tampere (Finlandia), 22 - 26 ottobre 2025

Ci si sente sempre un po’ provati, ma felici per tutto ciò che si è vissuto: le numerose mappe sonore – fatte di conferme e scoperte, o magari di delusioni – gli incontri con amici colleghi e musicisti, i contatti rinsaldati o creati ex novo. Rimane, pure, l’immancabile sensazione di non aver potuto vedere e ascoltare tutto ciò che si sarebbe voluto. È la condizione del Womexican, di ritorno dal turbinio che contraddistingue l’annuale Worldwide Music Expo. La 31ª edizione del WOMEX, come sempre imponente per organizzazione e partecipazione, è approdata nuovamente a Tampere – seconda città della Finlandia, rinomata per la sua vivace vita culturale, la posizione incantevole sul lago e l’atmosfera accogliente. Un tempo centro industriale, oggi polo dinamico di arte, musica e tecnologia. Organizzata dalla berlinese Piranha in partenariato con l’agenzia finlandese Rockadillo Production, la fiera-festival globale ha riunito – secondo i dati ufficiali diffusi dall’ufficio stampa – oltre duemila professionisti della musica: 281 artisti da più di cento Paesi, 411 agenti di booking, 383 manager, 242 produttori e 170 giornalisti nazionali e internazionali. In quattro giorni si sono alternati circa sessanta showcase, diciassette documentari musicali, novantacinque relatori da quarantotto Paesi in diciotto
conferenze, oltre a sessioni di networking, mentoring e presentazioni associate. Con 407 aziende espositrici provenienti da 41 Paesi e 176 stand, la fiera commerciale si è confermata un vivace crocevia di incontri e collaborazioni. Al centro di tutto, come sempre, la diversità, l’inclusione e lo scambio culturale, temi che hanno attraversato ogni dibattito e conferenza dell’Expo. Se da un lato va riconosciuto che le cifre di rendicontazione restano consistenti e che WOMEX continua a rappresentare una piattaforma privilegiata per costruire collaborazioni, ampliare le reti professionali e creare nuove opportunità per artisti e operatori del settore, dall’altro va segnalato il sensibile calo di presenze tra espositori e delegati. Una flessione imputabile ai costi di partecipazione e alla scelta di ospitare, per il secondo anno consecutivo, la manifestazione in un Paese del Nord Europa – non tra i più economici. Vi si aggiunge la crescita di una rete di eventi simili, seppur di dimensioni più ridotte, che si snodano durante l’anno in Europa e altrove, offrendo occasioni più mirate di incontro e di esplorazione di specifiche aree musicali. In ogni modo, cuore dell’Expo è stato il Tampere-Talo, il più ampio centro congressi dei Paesi nordici, fulcro delle attività diurne di panel, sessioni di mentoring, showcase e incontri
di networking. Si sono esplorate le principali questioni che stanno plasmando la scena musicale globale — dall’innovazione e l’etica dell’AI all’azione per il clima, alla libertà artistica, fino all’emancipazione sociale e culturale. Inoltre, è stata ospitata una session di “Music Moves Europe – Structured Dialogues on Music”, sul tema “Future-Proofing the Music Ecosystem: New Skills, Inclusive Education, and Lifelong Learning”. Oltre alle due sale da concerto del Tampere-Talo, gli altri showcase si sono tenuti sui palchi di Tavara-asema, al Torni Stage del Paja Kongressi (selezioni ufficiali) e all’Olympia (OffWOMEX), mentre nell’Arthouse Cinema Niagara si sono tenute le proiezioni dei documentari. La sera di mercoledì 22 ottobre, il concerto “Welcome From The Top Of The World” ha dato il via alla manifestazione, durante la quale è stato consegnato il Premio IMC Music Rights 2025 al progetto “Gaza Sings: Voices of Steadfastness and Hope”, realizzato dal Conservatorio Nazionale di Musica Edward Said (Palestina). Nel focus finnico del gala d’inizio si sono avvicendati gli joik sami degli Áššu, la fisarmonica iper-elettronica di Kimmo Pohjonen e la sempre luminosa polivocalità delle ritrovate Värttinä. 

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