Festival Mare Llengua, Teatro Civico, Alghero, 17 - 19 ottobre 2025

Agathe Catel vince la prima edizione del Mare Llengua Festival, il primo Premio dedicato alla canzone in Lingue minoritarie. Setak ospite d’onore. Premio per il Miglior Testo alla cantautrice barcellonese Rusó Sala 

Il canto, in questa era soffocata dalle guerre, è oggi uno dei più fragorosi gridi di pace, è la lotta nonviolenta per eccellenza – dai cori che si levano alti dalle folle oceaniche riversate nelle strade, agli artisti che a centinaia si mobilitano per testimoniare con il loro canto l’anelito del mondo alla fine di ogni ostilità – è uno slancio di ritrovata umanità e di ribellione all’orrore. E se è vero che tra tutte le arti la musica è la più universale e immediata, ecco che questo Festival Madre Llengua, ovvero Lingua Madre, che ha posto la prima pietra dal 17 al 19 ottobre in una Alghero luminosa di mare e vento, giunge opportuno e puntuale a ricordare che nulla più della parola cantata, qualunque sia la lingua in cui si esprime, sa essere veicolo privilegiato di incontro e fratellanza tra popoli e culture. È con immenso piacere e onore, dunque, che chi scrive ha accolto l’invito da parte dell’Associazione Cabirol di Alghero, nelle persone di Giovanni Chessa – attivissimo operatore culturale tra musica e teatro – e di Claudia Crabuzza – cantautrice ormai nota ben oltre la linea degli “addetti ai lavori”, già Targa Tenco 2016 con “Com un Soldat” per il Miglior album in Dialetto e Lingue minoritarie, instancabile ricercatrice di musica e parole che trae dalle sue radici più antiche il suo personalissimo linguaggio – a partecipare all’inaugurazione di questo nuovo, importante evento musicale. Muovendo i passi dal più storico Premio dedicato a Pino Piras,
mentore e punto di riferimento ineludibile per tutti gli algheresi che ancora oggi attingono a piene mani alla vastità della sua ricerca e produzione musicale e teatrale, il Madre Llengua Festival spalanca le porte al vasto eppure ancora troppo sconosciuto mondo della canzone in lingue minoritarie, un luogo senza confini in cui si intreccia una larga parte dell’area mediterranea abbracciando Sardegna, Francia, Spagna e Corsica. Difficile dire, ad esempio, quanti in Italia sanno che nell’intero nostro Paese, dall’Alto Adige alla Sicilia, vivono ben dodici lingue minoritarie riconosciute: l'albanese, il catalano, il francese, il francoprovenzale, il friulano, il greco, il croato, il ladino, l'occitano, il sardo, lo sloveno e le lingue germaniche; c’è poi la Corsica, con quella lingua neolatina tra il francese e l’italiano che è il Corso, e le sue varianti tra cui le sarde gallurese e sassarese; e la Spagna, che annovera catalano, galiziano, basco e aranese; infine la Francia, in cui si riconoscono sette lingue, tra cui il bretone e l’occitano, ma pure il corso e, appunto, il catalano, con il quale di nuovo, infine, approdiamo alla nostra Alghero. Un intero mondo da esplorare, una molteplicità che con estrema naturalezza la canzone sintetizza e narra di sé. L’apertura dell’evento, ripartito in tre serate al Teatro Civico e legate assieme dal sorriso professionale ma lieve della giornalista e presentatrice Rachele Falchi, è stato affidato alla voce dolcissima di Giorgia Gungui e al suo canto in gallurese, accompagnato dalla chitarra di Emanuele Meledina. 

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