Tornare ad incidere dischi dopo venticinque anni non è un esercizio nostalgico, ma un atto di coraggio. Figura di riferimento dell’underground friulano e noto per essere stato la voce dei Pantan e protagonista di molte avventure collettive come Kosovni Odpadki e Playa Desnuda, Jvan Moda, a quattro cinque lustri di distanza dai primi album come solista “Cielo Pirico” e “Nuvol” torna con “La parola Noi”, album nel quale ha dato vita ad una piccola rivoluzione: si è chiuso in studio e ha scritto, arrangiato e prodotto ogni brano: “Si tratta del risultato di un lavoro che ho realizzato con calma – spiega Jvan Moda – a partire dal 2018, quando ho ripreso con una certa continuità a scrivere. Ho fatto una selezione del materiale elaborato in questo periodo e così negli ultimi due anni mi sono concentrato su una dozzina di brani, cantando e suonando tutti gli strumenti: basso, chitarra, batteria e addirittura alcune parti di violoncello”. Lentamente ha preso forma una raccolta di canzoni personali, ma che abbracciano una più ampia riflessione corale. Il titolo, infatti, non è casuale: “La parola Noi” suona come un manifesto politico ed esistenziale e nasce dall’idea che la musica possa riconfigurare lo spazio condiviso, restituendo dignità a un pronome che oggi sembra consumato o fuori moda. In un tempo in cui prevalgono narrazioni individualistiche, Moda sceglie di riaprire un discorso comunitario attraverso brani che parlano di responsabilità, fragilità, appartenenza e distanza. La produzione casalinga, pur non avendo i tratti patinati delle grandi major, restituisce autenticità e vicinanza. Musicalmente, il disco attraversa varie forme: un cantautorato diretto, asciutto, con venature rock e aperture più intime; strutture essenziali che prediligono la parola, e arrangiamenti volutamente non patinati, capaci di mantenere la tensione originaria dell’idea. Il risultato è un album compatto e sorprendentemente lucido che non cede mai all’autoreferenzialità di un ritorno al passato, ma piuttosto siamo di fronte ad un rientro nella contemporaneità con la consapevolezza di chi ha continuato a vivere, osservare, assorbire trasformazioni sociali e culturali. Ogni brano sembra rispondere alla precedente e preparare la successiva, fino a comporre un itinerario concept pur senza rivendicarlo esplicitamente. Dal vivo, il progetto si amplia grazie alla band che accompagna Moda nei concerti (Pietro Sponton, Alessandro “Baldo” Larocca, Paolo Paron, Nicolas Nicoletti e Antonella Macchion), restituendo ai brani quella dimensione collettiva che ne è la matrice profonda. “La parola Noi” è un disco che non pretende di fare rivoluzioni, ma ha l’onestà e la forza di riportare al centro parole come solidarietà e consapevolezza.
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