Con il tema “Assenza di gravità” ha avuto inizio il nuovo corso dei “Rumori mediterranei” per la direzione di Mirko Onofrio, dopo la prematura scomparsa di Vincenzo Staiano che tante energie aveva dedicato alla rassegna roccellese. Diverse direzioni artistiche si sono avvicendate e hanno contribuito alla sua crescita, a partire dall'impostazione sperimentale degli inizi con la direzione di Paolo Damiani, costantemente lontana da qualsiasi schematismo musicale.
Questi quarantacinque anni di vita fanno del festival di Roccella uno degli eventi jazz più longevi d’Europa voluto dal compianto senatore Sisinio Zito che fu l’artefice di questo miracolo, consentendo a Roccella Jonica, paese di circa 6000 abitanti, di ospitare musicisti provenienti da ogni dove, per raccontare suoni e ascoltarli senza limiti spaziotemporali, lontano da ogni tipo di omologazione. Tutto questo in una regione disgregata come quella calabrese. Successivamente la stagione altrettanto bella del compianto Staiano, profondo conoscitore e studioso del jazz, ha percorso una strada più moderata, diciamo con un jazz “difensivo”. Un esperimento ben riuscito della sua Gestione è stato sicuramente il progetto dedicato a Frank Zappa di qualche anno fa.
Questa edizione, nelle intenzioni del nuovo direttore artistico, dovrebbe mediare tra la visione avanguardista della prima ora e quella più moderata degli ultimi anni. A giudicare dal programma, Mirko Onofrio è animato da buone intenzioni. Il festival iniziato nella giornata del 23 agosto ha ospitato il dialogo intenso e ricco di sfumature, del duo Stellato-Di Lieto, Francesco Di Lieto al pianoforte e Simone Stellato alla fisarmonica, il giorno successivo Lebron Johnson, volto nuovo della black music, il 25 agosto Nubras, ensemble internazionale che fonde l'eleganza della musica da camera con il folk del sud Italia e dell'area balcanica, a seguire “Afrodream” una fusione di suoni dell'Africa con melodie occidentali, un invito all'integrazione, di
Abou Samba; il 26 le melodie parkeriane del sax contralto di Francesco Cafiso duo e successivamente Roma jazz set “Luigi Tenco e la chanson francaise”, un atto d'amore verso Luigi Tenco; il 27 agosto di scena Alegiani/Puglisi/Paggi trio con un omaggio dedicato alla musica di Carla Bley “The girl who cried champagne”, seguito dal concerto tenuto proprio dalla figlia di Carla Bley, Karen Mantler trio. Altro spazio collaterale inserito all'interno del festival il “Talking about jazz” dedicato alla presentazione di libri, il 25 agosto è stato presentato il libro “Popotimsm. Media algoritmici e crisi della popular music” di Massimiliano Raffa; il giorno successivo “Il jazz e i mestieri” di Guido Michelone; il 27 agosto il volume scritto da Mirko Onofrio dedicato alla figura di Carla Bley, “Carla Bley. La ragazza che urlò Champagne” con la partecipazione della figlia della stessa Bley, Keren Mantler. il 28 abbiamo seguito la presentazione del libro “L’arte della conduction” di Lawrece D. Butch Morris, pubblicato postumo a cura di Daniela Veronesi, ricercatrice di linguistica presso l'università di Bolzano che ha collaborato per diversi anni con lo stesso Morris. Un testamento artistico che affronta dal punto di vista del direttore d'orchestra il tema dell'improvvisazione attraverso un complesso sistema di segni con o senza partitura scritta. Il dibattito si è fatto interessante quando in riferimento alla libertà del linguaggio jazzistico, ci si è chiesti se l'esercizio di potere che il direttore d'orchestra esercita sui musicisti potrebbe rivalersi sull'esecuzione stessa.
Subito dopo c’è stato il concerto del quartetto di Andrea Glockner, di origini roccellese ma cittadino del mondo. Si è trattato di una vera rivelazione per il suo modo equilibrato di esplorare un mix di tradizione e innovazione basato sul repertorio funk e rock con incursioni nel hip hop, il tutto riletto in chiave jazz e ben sostenuto da una robusta sezione ritmica, con Silvia Bolognesi al contrabbasso e basso elettrico, figura di
spicco nella tecnica improvvisativa e membro dell'art Ensamble of Chicago. A seguire Wayne Horviz, con il suo progetto “Electric circus” e Roccellarkestra, organico composto da 14 musicisti calabresi che in due giorni hanno allestito questo concerto. In questo ensamble Wayne Horviz ha guidato il gruppo attraverso la ‘conduction’, la tecnica usata da Butch Morris con il quale ha collaborato e la nutrita sezione fiati ha eseguito brani di James Brown, Miles Davis e Sun Ra.
La prima serata al Teatro al castello è stata aperta dal quartetto di Silke Eberhard al sax contralto con il suo progetto “The complete works of Eric dolphy” ha omaggiato l'opera del grande musicista statunitense prematuramente scomparso, rileggendola in chiave personale allontanandosi dalla struttura originaria. Il quartetto era formato, oltre che dalla leader al sax contralto, da Patrik Braun al sax tenore, da Nikolaus Neuser alla tromba e Gherard Gschlobi al trombone. A seguire il concerto di John De Leo e i Quintorigo, si tratta di un gradito ritorno, visto che il cantante era stato a Roccella nei primi anni 2000 con un'altra formazione. I Quintorigo, formazione atipica: Stefano Ricci (contrabbasso), Gionata Costa (violoncello), Andrea Costa (violino), Andrea Bianchi (sassofono) e John De Leo (voce) hanno eseguito brani ormai appartenenti alla storia della musica, rivisitandoli e interpretandoli in maniera originale. Hanno aperto con “La danza delle spade”, composizione famosa di Chačaturjan, offrendoci anche una bellissima versione di “Heroes” di David Bowie ma anche le complesse sonorità di Charles Mingus e Jimi Hendrix. Nelle sue esecuzioni De Leo ricorreva spesso ai vocalizzi che ricordano le tecniche sperimentali del grande Demetrio Stratos. Finale col botto con “Smoke on the water” dei Deep Purple in cui il violino si è superato nell'esecuzione del riff più famoso della storia del rock.
La seconda serata al Teatro al castello è iniziata con il progetto
Storytellers di Simone Alessandrini. Un progetto originale, un contenitore sonoro di racconti di vita reali e immaginari, ai fiati l'arduo compito di descrivere questi racconti e lo hanno fatto molto bene.
Rita Marcotulli al pianoforte ha proposto il suo set intitolato “Under 29 But Me colours”, special guest Luca Aquino alla tromba. In questo progetto Rita Marcotulli insieme a sue composizioni ha proposto anche quelle della figlia Elettra Minieri interpretati dalla cantante iraniana Ava Alami. Un ensemble di giovani talenti due generazioni a confronto perché come dice lei stessa è giusto fare emergere nuove energie. Lo stile unico e lirico della pianista è un vero stimolo per i suoi giovani compagni di viaggio tra i quali spicca il giovane sassofonista Andrea Cardone.
Terza ed ultima serata al Teatro al castello, si è aperta con il trio di Francesca Tandoi, piano e voce; Matheus Nicolaiewsky, contrabbasso e Sanders Smeets alla batteria. La pianista romana è uno dei talenti più interessanti della musica jazz europea, ha al suo attivo diversi album nonostante la sua giovane età. Nella serata conclusiva la pianista e vocalist ha eseguito diversi brani estratti dai suoi lavori, con la sua tecnica pianistica che sfiora i tasti del pianoforte producendo un ricco vocabolario armonico. A seguire la big band della banda dell'esercito italiano
con il quartetto di Mario Corvini, ospite Fabrizio Bosso alla Tromba.
La big band ha eseguito brani portati al successo dalle grandi orchestre degli anni '40, da “In the mood” di Glenn Miller a “Intermission Riff” di Stan Kenton passando per il repertorio di Duke Ellington con “Take the “A” train”, un brano portato al successo anche Dave Brubeck. Gli interventi virtuosi della tromba di Fabrizio Bosso hanno impreziosito le ottime capacità orchestrali della banda dell'esercito.
Nell'intervallo il Sindaco Vittorio Zito ha comunicato una buona notizia: il contributo al festival jazz di Roccella da parte della Città metropolitana di Reggio Calabria è stato istituzionalizzato e quindi per il futuro non si dovrà rincorrere ai finanziamenti all'ultimo minuto con il risultato che quello che si progetta a gennaio non trova conferma ad agosto. L'altra buona notizia è che questa nuova edizione dei Rumori -mediterranei è iniziata con il giusto passo, così Vincenzo può dormire sonni tranquilli.
Nicola Coniglio
Foto di Pino Curtale
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