Lume De Biqueira – La Pinza (Infinity Studio, 2024)

Eredi della tradizione della Banda del Centro Gallego di Madrid – storica associazione di incontro e sostegno per gli emigrati galiziani nella capitale spagnola, dove operava anche il gruppo Rosalia de Castro – i Lume De Biqueira nascono nel 1998 per iniziativa del maestro di gaita Darío Nogueira. Formatosi nella Real Banda de la Diputación de Orense, Nogueira, spinto dal rinnovato interesse per la musica celtica e per lo strumento simbolo della Galizia, inizia a formare nuovi musicisti fino a dare vita all’attuale formazione composta da quasi ottanta musicisti, che si rifà al tradizionale stile marcial. Negli anni, la banda conquista più volte le Ligas Nacionales de Bandas de Gaitas e raccoglie ampi consensi anche all’estero, partecipando in diverse occasioni al prestigioso Festival di San Patrizio a Dublino. A un’attività dal vivo così intensa si affiancano numerose collaborazioni di rilievo – da Carlos Núñez a Hevia, fino agli storici Chieftains – che segnano il percorso della formazione. Dopo il debutto discografico del 2014 con “Mañana Más” che cristallizzava l’intensa attività live degli anni precedenti, i Lume De Biqueira festeggiano i venticinque attività del gruppo con “La Pinza”, album che si pone nel solco del precedente nel preservare la tradizione della gaita galiziana e, al tempo stesso, proiettarla verso il futuro. Il titolo è un piccolo omaggio a Don Pedro Muñoz Seca e alla sua celebre commedia “La vendetta di Don Mendo”, ma rimanda anche al gioco goliardico nato durante i tour e diventato un vero e proprio rito identitario. La regola è semplice e il meccanismo crudele e irresistibile: qualcuno mette bene in vista una molletta da bucato, viene stabilito un orario e una data precisa, di solito poco prima dei concerti. Così, la molletta passa di mano ogni volta che un giocatore risponde in modo proibito – con un “sì”, un “no”, un cenno del capo o un gesto sbagliato. L’inganno è sempre dietro l’angolo. L’obiettivo? Fare in modo di non essere colti a indossare la famigerata molletta allo scoccare dell’ora X, pena il salire sul palco travestito. Oggi La Pinza è molto più di un semplice gioco, è diventato un marchio di fabbrica della banda, un’irriverente tradizione che racconta lo spirito e l’entusiasmo che li anima. Dietro la leggerezza del titolo, però, il disco presenta un repertorio che mescola composizioni originali firmate da Darío Nogueira e arrangiamenti solidi che mescolano atmosfere e sonorità differenti. In questo senso importante ci sembra il contributo degli ospiti: Carlos Beceiro (bouzouki e chitarra elettrica), Arcadio Falcón (chitarre), Fernando Mosquera (cornamusa scozzese), Juan Luis de la Torre Moral y Jesús de las Heras Rodríguez (tromba), Juan Calderón e Iñaki Cortés (Madrilen Txalaparta), Pablo Fuentes Botella (chitarra) e José Losada (voce). Ad aprire il disco sono le atmosfere bretoni di “Ainirimar” a cui seguono la brillante “Muiñeira do Zascandil” e “Festival di Avilés” rilettura dell’inno de Festival Interceltico di Avilés. Non mancano le incursioni nel folklore spagnolo, come la trascinante “Jota J”, e le aperture verso il repertorio irlandese, con l’immancabile “The Cup of Tea”. Il cuore emotivo dell’album è rappresentato da “Lembranzas”, dove le voci femminili aggiungono profondità a una muiñeira in minore, e “Para Olivia”, dedicata agli amici scomparsi, che mostra il lato più intimo e malinconico della banda. Ma c’è spazio anche per l’ironia (“Esa Cerveza”) e per la sperimentazione ritmica di “Tiempos difíciles”, scandita dai tempi dispari e ispirata dai giorni del lockdown. “La Pinza” è, dunque, un album che racconta la storia dei Lume De Biqueira con leggerezza e profondità, unendo virtuosismo tecnico e voglia di festa. Un disco che suona come un diario di viaggio collettivo, capace di far convivere radici galiziane, spirito celtico e quel gusto tutto iberico per l’ironia e l’eccesso. Il disco è stato pubblicato in una particolare edizione in cd con inclusa una USB card con l’album in formato digitale. 


Salvatore Esposito

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