Alaa Zouiten – Aficionado. Flamenco moro (Autoprodotto, 2025)

Quella dell’occupazione araba della Spagna meridionale nel 711 è una delle poche della storia, ad onta delle cruente conseguenze che ogni invasione comporta, ad avere sortito dei magnifici risultati nel campo dell'arte, della cultura e della musica dando vita a quello che è conosciuto come mondo arabo andaluso. L’Andalusia (in arabo ‘terra dei vandali’) era infatti allora sotto i Visigoti e l’arrivo dei magrebini dal Marocco ha dato luogo a una sana integrazione fatta di tolleranza e cambio che ha unito religioni diverse come quella musulmana, cristiana e ebraica. La musica è una delle attività ad averne avuto maggiori vantaggi diventando un esempio di quel meticciato culturale. Il disco in esame è una testimonianza della continuità ancora presente di quella contaminazione e la pacifica invasione musicale di questo straordinario artista marocchino che porta la musica del suo Paese nel flamenco, che d’altra parte proprio da quella deriva, è oggi la prova provata che le 'occupazioni' possono essere estetiche e non sanguinarie. Il disco racconta infatti la storia di Alaa Zouiten, nativo di Casablanca, con studi al Conservatorio di Marrakech prima e poi in Germania, tra Erfurt, Weimar e Berlino. Un musicista che, quando imparò a suonare il suo strumento, l’oud, in modo fortemente legato e influenzato dalla cultura musicale araba classica, lo fece a scapito della musica tradizionale del suo Paese. Tuttavia, quando si interessò intensamente alla musica dei suoi vicini, il flamenco, riscoprì finalmente le musiche del Marocco, riconoscendone i tratti comuni. Realizzò così il sogno sempre perseguito di combinare la musica delle sue radici moresche nordafricane con il flamenco, che lo ha portato a registrare questo album a cui ha dato il nome dal titolo appunto “Aficionado. Flamenco Moro”. Il primo brano “Grana (tanghi)” è cantato da Maria del Tángo e presenta un ostinato ritmico su cui si snoda un interplay di Alaa Zouiten – oud, Roland Satterwhite – violino, Yazan Ibrahim – chitarra Didier e Del Aguila – basso e con una sezione percussiva di Israel Suarez El Piraña – cajón, palmas. Il brano è introdotto con il tema dell’oud ripreso poi dagli altri strumenti, propone un accattivante hook corale e un delicato dialogo tra violino e oud, che sfocia nella song dedicata a Garcia Lorca da Antonio Segura: “La primavera en Graná es como un poema / con Morente, Garcia Lorca y los Habichuela /Cada rincón, palma gitana y buen gitano /y el loco cuerdo de Zyriab tocando por tango”. Il brano culmina con un finale parossistico. Segue “True Story (anguille marroquí)” che contiene un compas segnato da Antonio Moreno Pumuki cajón, palmas, a cui si aggiunge un clima magrebino grazie alle percussioni di Rhani Krija. Si tratta di un delicato tanguillo con una struggente melodia frigia che quando raggiunge il climax, con un colpo di coda, ritorna. Un brano di grande fascino e complessità formale e armonica che ammicca alla fusion come a momenti mediterranei. “Shmisha (fandangos de Huelva)” è un rassicurante maqam arabo cantato nella prima parte, e nella seconda introduce invece una parte strumentale su cui si sviluppa un’improvvisazione in modo puntillistico e non lineare, poi voci e strumenti si riuniscono nella terza parte. “Purpur Kora (rumba)” introdotto dall’oud propone una notevole improvvisazione del violino e dell’oud in cui Zouiten omaggia il suo faro flamenco di riferimento che è rappresentato da Paco de Lucia. Il brano culmina in un accelerando che porta ad un aumento di velocità ulteriore. “Purpurica (taksim)” è una lunga, meditativa e virtuosistica improvvisazione. “Generalife (samai por solea)” esprime tutto il senso profondo di solitudine e speranza che è tipico di questo palos. “Abouab Fes (btayhi) “è invece basato su un compas che prepara un’atmosfera dal respiro sinfonico. Conclude “La fuente de la Amapola (taksim por taranta)” in cui il riferimento acquatico va molto al di là della semplice riproduzione onomatopeica poiché si tratta di una fonte un simbolismo profondo che scava nell’interiorità come è tipico del palos della taranta. Un lavoro davvero bello e gradevole, di grande spessore musicale sia tecnico che musicale e che veicola un profondo messaggio di unione tra popoli vicini, esemplare in questo momento storico. alaazouiten.bandcamp.com/album/aficionado-flamenco-moro 


Francesco Stumpo

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