Le Collectif Tango Negro Ensemble – Tribute to Juan Carlos Cáceres (Felmay, 2025)

Un doppio album, tributo a Juan Carlos Cáceres (1936–2015), realizzato – non è esagerato dirlo – da un’ampia formazione di musicisti straordinari chiamata Le Collectif Tango Negro Ensemble che, per cominciare, vanno elencati tutti: Ariel Tobio (voce), Peppe Servillo (voce), Walter “El Chino” Laborde (voce), Rubén “El Mono” Izarrualde (voce e flauto), Paolo Fresu (tromba e flicorno), Javier Girotto (sassofoni), Carlos “El Tero” Buschini (basso acustico, chitarre, batteria, percussioni e cori), Natalio Mangalavite (pianoforte e cori), Horacio Burgos (chitarre), Max Rosati (chitarre), Juan Carlos “El Flaco” Biondini (chitarre), Martin Troncozo (chitarre), Minino Garay (batteria e percussioni), Martin Bruhn (batteria e percussioni), Marcelo Russillo (batteria e percussioni), Juan Pablo “El Morrón” Miglionico (batteria e percussioni), Tomohiro Yahiro (batteria e percussioni), Alejandro Caraballo (batteria e percussioni), Sedef Arçetin (violoncello), Aska “Maret” Kaneko (violino), Lautaro Acosta (violino), Olivier Manoury (accordina), Fausto Beccalossi (fisarmonica), Davide Pecetto (fisarmonica e bandoneon), Martin Sued (bandoneon), Guido Bombardieri (clarinetti), Francesco Pinetti (vibrafono), Paola Fernandez dell’Erba, Liliana Rodriguez, Marilin Miller (cori) con J.C. Cáceres, Daniel Melingo e Grazz (voice off). Venti tracce sparse su due cd (nella versione con supporto fisico) che riprendono alcune delle composizioni più significative del repertorio di Cáceres accanto a brani inediti. Registrato tra Argentina, Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Turchia tra il 2020 e il 2023, l’album – prodotto per Musica dei Popoli – è stato mixato da Fico Borgognone in Argentina e masterizzato da Max Rosati in Italia. Il porteño Juan Carlos Cáceres ha varcato l’Atlantico raggiungendo Parigi nel bel mezzo del Maggio 1968, per fuggire dall’Argentina del governo militare del Generale Carlos Onganía e dal continente latinoamericano sotto assedio dei fascismi istruiti e foraggiati dagli USA. Ha attraversato il Novecento fino al XXI secolo mescolando in maniera visionaria vita e arte: è stato cantante, trombonista, pianista, compositore ma anche pittore (la copertina riproduce sue opere) e poeta, protagonista di una ricerca al contempo storica, letteraria e musicale sulle origini del tango. Ha creato e promosso il concetto di “tango negro”, genere che unisce le radici africane alle musiche nate dalle parti del Río de la Plata. “Il tango è composto da tre strati di tristezza: – dichiarò – La tristezza degli immigrati, quella dei gauchos – la gente delle campagne – e infine la tristezza dei neri, che non vennero qui come immigrati, ma furono portati con la forza”. La sua era una profonda conoscenza delle culture afro-argentine, con cui ha esplorato le connessioni tra jazz, candombe, habanera, milonga e murga, dando vita a un singolare e innovativo linguaggio musicale, che in Francia si è rivolto anche all’electro-tango. Per Cáceres la musica è stata strumento di rinascita culturale e resistenza sociale, con enfasi posta sulle memorie della diaspora africana in Sud America. Le composizioni di “Tribute to Juan Carlos Cáceres” sono proposte da un organico a geometria variabile (trio, quartetto, quintetto) che porta a una gran bella varietà di sfumature timbriche e di figurazioni. A dirigere il progetto è il bassista e arrangiatore Carlos “Tero” Buschini, cofondatore con Marcelo Russillo e lo stesso Cáceres del Tango Negro Trio, che ha raccolto classici del “Gordo” – come lo chiamava la sua Alicia – e nuove composizioni che sarebbero dovute entrare in u disco del Tango Negro Trio mai realizzato a causa della scomparsa di Cáceres. Aperto da “Mentira Global”, un testo inedito musicato dal bassista, il lavoro scorre tra composizioni famose di Cáceres come “Dársena Sur” con Flaco Biondini, “Tango Negro” dove suona il compadre Russillo, e quelle del suo stretto collaboratore Buschini: “Triste Murgon” (con Fresu), “Milonga del Orto”, “Te vas” e la “Vieja Casona”. Né poteva mancare “No te Mueras Nunca”, ritratto della figura iconica di Diego Armando Maradona, qui cantata da Peppe Servillo. Il secondo cd inizia con un altro classico del Tango Negro Trio, “No me rompas las bolas” in cui interviene Daniel Melingo. Seguono la malinconica ballad “Gris” per la voce di Chino Laborde, “Carnaval”, “Tocá Tangó”, “Morena”, “Me Voy” (di Mangalavite), “La Maga” dove entra il sax di Girotto, una versione spagnola di “Bella Ciao” e un altro classico a concludere questo prezioso omaggio, “La Retirada”, feat. Lautaro Acosta. 


Ciro De Rosa

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