Hernandez & Sampedro – Lùmina (Buena Suerte, 2025)

Luca “Hernandez” Damassa (voce solista, chitarra ritmica) e Mauro “Sampedro” Giorgi (chitarra solista, seconda voce) arrivano da Ravenna, anche se il loro cuore e le loro radici musicali affondano nella musica rock d’oltreoceano. Il loro incontro risale al 2003, quando insieme danno vita alla band stoner rock Stoned Machine con cui pubblicano “Human Regression” nel 2009, ma l’anno successivo il loro percorso devia verso altri territori con la nascita del duo Hernandez & Sampedro e nel 2013 debuttano con “Happy Island” nel 2013 a cui seguono il pregevole “Dichotomy” del 2016 e il più recente “Traces” del 2022. A distanza di tre anni da quest’ultimo li ritroviamo con “Lùmina”, album registrato in presa diretta nel corso di due giorni serrati di session, il 5 e 6 giugno 2021, al Barn Music Studio di Francesco Solaroli con la produzione di Giuliano “Juanito Guerrero” Guerrini. Composto da dieci brani più una bonus track, il disco segna l’evoluzione del duo in quartetto con l’ingresso nella line-up di Giacomo “Jack La Bamba” Sangiorgi al basso e Luca “El Chapo” Cocchieri alla batteria. Tutto questo si è tradotto in un sound molto più compatto e intenso rispetto ai precedenti, e che spazia dall’intensità dell’alternative-rock alle atmosfere più introspettive del folk, non senza deviazione verso i territori del punk e dell’hard rock. Dal punto di vista tematico, “Lùmina” è una disillusa istantanea sulle continue trasformazioni della società contemporanea, sempre più influenzata dalla tecnologia e dall’informazione sempre più distorta, ma soprattutto segnata dal diffondersi del seme della guerra. A riguardo nelle note di copertina si legge: ““Lùmina” è la luce che squarcia l’oscurità di un mondo in ombra, dove la specie umana, disumanizzata e lobotomizzata dalla digitalizzazione e dalla propaganda sfrenata, si perde in un abisso di tossicità. Un mondo in cui le guerre continuano, si trasformano, si evolvono, senza però mai cessare. È l’amore per le radici profonde, per i valori che questa realtà tenta di mutare, soffocare e rendere obsoleti.” Il risultato è un invito a riflettere sulla necessità di rimettere al centro l’uomo e il bisogno di ritornare a pensare ad un futuro migliore per la collettività. Ad aprire il disco è il singolo “Silent Walls”, un brano chitarristico ad alto tasso di elettricità e dalla ritmica serrata, nella quale viene tratteggiato un inquietante quadro di un mondo, soggiogato dall’alienazione e dal controllo sociale. Si prosegue con la torrida “In the Middle of Nowhere”, il cui testo di Sampedro è il racconto di una fuga da una società claustrofobica, ma è solo un momento perché la tensione si dirada con il raggio di speranza che traspare da “Side by side” e dalla splendida ballata “Where I Belong” nelle cui trame spicca un chiaro omaggio a Neil Young. Gli incroci sonori tra psichedelia e grunge di “Toxic World” firmata da Hernandez ci introducono alla sequenza in cui ascoltiamo la ballad “Your Hollow Crown” nella quale viene puntato il dito contro le promesse tradite dalla politica e “Dignity and Humanity”, un attualissimo atto di accusa contro le democrazie occidentali che ignorano i massacri, i genocidi e le ingiustizie. Se nei territori dell’alt-rock si muove “Smoke and Mirrors”, “The Byrds Flying High” ci riporta alle atmosfere West-Coast dei primi dischi con arpeggi ed armonie vocali ad impreziosire. Completa il disco il gioiellino acustico “My Second Gift of Love”, ispirata dalla nascita del secondo figlio di Hernandez e “The Cage”, bonus track tratta dal songbook degli Stoned Machine che chiude idealmente un cerchio tra passato presente e futuro del gruppo. 


Salvatore Esposito

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