Con “Marisa Sannia. La voce del vento e del mare”, l’autorevole penna di Giacomo Serreli – giornalista, critico musicale di lungo corso, già autore tra le tante sue opere di una monografia su Maria Carta e dell’enciclopedico “Boghes e Sonos. Musica in Sardegna 1960-2000”, in tre tomi – offre un ritratto della vicenda umana e artistica di Maria Sannia (1947–2008), interprete, cantautrice e attrice originaria di Iglesias, scomparsa troppo presto. Il libro è stato fortemente patrocinato dall’ “Associazione culturale Marisa Sannia, musica e poesia”.
Nella prefazione, Mario Luzzatto Fegiz mette l’accento su una personalità “fuori dal coro” che non accetta “i meccanismi e le logiche del mercato discografico” e che analogamente ad altre artiste di gran successo popolare (Antonella Ruggiero, Fiorella Mannoia e la stessa Mina) si muove verso una trasformazione, una “evoluzione” che le spinge in “dimensioni” culturali lontane dalle origini artistiche.
Il volume ricostruisce la storia di una ragazza con la musica e il basket nel cuore, dall’ovest dell’isola mediterranea ai palcoscenici nazionali e internazionali. Serreli racconta gli esordi al Teatro Parioli di Roma e il profilarsi di una carriera artistica che portò Marisa Sannia a esibirsi non solo in ambito canoro ma pure a calcare i palcoscenici di teatro e televisione, a fare da testimonial nella pubblicità, ad apparire in fotoromanzi e recitare nei musicarelli.
Insieme alla sua attività di cestista, Sannia coltiva il sogno artistico, partecipando a un concorso per voci nuove E facendosi notare da grandi personalità come Sergio Endrigo e Luis Bacalov. La notorietà arriva con il Festival di Sanremo del 1968, dove è seconda classificata in coppia con Ornella Vanoni cantando “Casa bianca”, composta da Don Backy. Nello stesso anno pubblica il suo esordio in LP “Marisa Sannia” e due anni dopo un album dedicato alle canzoni del suo mentore, Sergio Endrigo (“Marisa Sannia canta Sergio Endrigo… e le sue canzoni”).
Con il piglio puntuale che caratterizza tutte le sue ricerche e i suoi studi, bilanciando rigore informativo e tocco narrativo, Serreli fa emergere la caratura artistica versatile ma soprattutto la “genuinità e delicatezza” che hanno segnato il percorso di questa singolare personalità e ne traccia le diverse fasi artistiche e personali, gli incontri, e i tour internazionali, dal Giappone a Cuba fino a un ritorno a Sanremo nei primi anni Ottanta.
Passaggi successivi, perfino poco noti ai più, sono le lusinghiere parole di Ennio Morricone che ascolta Sannia in un programma Rai eseguire “Ninna nanna di Anton’Istene” su versi di Antioco “o Muntanaru” Casula, da lei stessa musicati, e che ribadirà il suo apprezzamento durante un incontro occasionale negli studi della casa discografica e ancora – secondo testimoni, non indicati – dopo averla ascoltata in qualche suo spettacolo dal vivo. Di grande influenza il fascino esercitato su di lei dal cantautore catalano Manuel Serrat, che diviene cruciale nella riflessione identitaria che porta la cantante a rivolgersi alla sua lingua madre, il sardo, e all’arte poetica della sua isola. Ne sono testimonianza gli album “Sa oghe de su entu e de su mare” (1993), “Melagranàda” (1997) e “Nanas e Janas” (2003). Serreli evidenzia come questi dischi siano le tappe di un percorso complesso che esprime l’insieme di libertà espressiva e scelta identitaria e di appartenenza. Anche l’inatteso e sorprendente ritorno di Marisa Sannia sulla scena avviene nel segno della riservatezza, della sobrietà che ha contraddistinto la sua personalità.
Il nuovo millennio è foriero di nuove esperienze teatrali e musicali e Sannia getta le basi di “Rosa de papel”, ispirato ai testi di Federico García Lorca. È del 2007 il suo ultimo concerto a Perfugas nel sassarese, accompagnata dal compositore e chitarrista Marco Piras. Mancherà l’anno successivo a causa di un tumore. L’album uscirà postumo lo stesso anno per l’etichetta Felmay; verrà presentato al Premio Tenco a novembre del 2008, mentre in precedenza, nel mese di agosto, era stato assegnato alla memoria della cantante il Premio “Maria Carta” a Siligo.
Nella parte conclusiva sono analizzati i tanti tributi fino ad oggi dedicati all’artista iglesiente, sono raccolte le testimonianze di nomi noti della musica e del mondo dello spettacolo. Una memoria di Marisa Sannia che oggi continua anche in virtù della pubblicazione di questo lavoro editoriale. Una cronologia, una discografia e un elenco di tutta la sua attività extra musicale completano il volume.
In definitiva, Serreli dà vita a un elogio biografico che riesce a restituire un ritratto intimo della cantautrice, raccontando la forza poetica di una donna e di un’artista, indimenticata “voce del vento e del mare di Sardegna”.
Ciro De Rosa
Grande e indimenticabile, Marisa
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