Ahmed Mukhtar and Ignacio Lusardi Monteverde – Al-Hambra. oud & flamenco Guitar (ARC Music, 2025)

Preceduto da due singoli e due video (“River banks” e “Basra”), è uscito “Al-Hambra”, una proposta discografica dell’iracheno Ahmed Mukhtar – virtuoso dell’oud di fama internazionale, compositore e fondatore della Taqasim Foundation e della Taqasim Music School, e dell’argentino di residenza londinese Ignacio Lusardi Monteverde – rinomato chitarrista di flamenco, tecnico del suono e produttore – vincitore del premio Musician of the Year Latin UK, con la preziosa partecipazione del percussionista di origine catalana Demi Garcia Sabat. Risulta peraltro quasi scontato che due cordofoni come la chitarra flamenco e l’oud si incontrino sul territorio della comune origine arabo-andalusa. Per trovare nella storia un cordofono orientale e uno occidentale uniti nella stessa musica bisognerebbe ritornare alla Napoli del Seicento, quando il colascione, di derivazione turca, dava spesso i bassi alla chitarra spagnola: il sound che la coppia di artisti riesce a trarre dai due strumenti è quindi in una continuità temporale fatta da antichità e modernità. La prima traccia, la gustosissima “Rive del fiume”, è basata sulla tipica progressione discendente frigia della chitarra che accoglie favorevolmente le sonorità dell’oud e i maqām Kurd e Nahawand ponendo i due cordofoni in uno scambio continuo e equilibrato di cellule ritmico-melodiche, In “Basra” la grandiosa architettura moresca di Granada si svela attraverso il ricco patrimonio musicale della città più meridionale dell'Iraq utilizzando un ritmo Heywa in 6/8 e una melodia sull’intera estensione dell’oud che dialoga equilibratamente con la chitarra, simbolizzando insieme sentimenti opposti come desiderio e nostalgia. “A Moment of Taqasim” è, come dice il titolo, un brano di libera improvvisazione melodica, a tratti anche virtuosistica, in cui i due strumenti dialogano preparando il brano successivo, “Baghdadi Girl”. In questo brano la musica sfoggia un paesaggio sonoro che rende visibili i movimenti sinuosi, fieri e liberi di una ragazza che si muove, magari in uno di quei mercati orientali dove suoni, odori, sapori e colori si confondono in tutto fantasmagorico. L’ideale viaggio continua con “Caravan” che ci fa attraversare le vie della campagna persiana prima di raggiungere un altro villaggio abitato. Il successivo “Samaa’i Ajam” è basato su un interessante maqām nello stile arabo andaluso, sottolineato dal puntuale accompagnamento della darabuka. Qui l’oud e la chitarra innestano un equilibrato gioco melodico imitativo senza mai prevaricarsi o confondersi. La prima traccia, la gustosissima “River banks”, è basata sulla tipica progressione discendente frigia della chitarra che accoglie favorevolmente le sonorità dell’oud e i maqām Kurd e Nahawand ponendo i due cordofoni in uno scambio continuo e equilibrato di cellule ritmico-melodiche, In “Basra” la grandiosa architettura moresca di Granada si svela attraverso il ricco patrimonio musicale della città più meridionale dell'Iraq utilizzando un ritmo Heywa in 6/8 e una melodia sull’intera estensione dell’oud che dialoga equilibratamente con la chitarra, simbolizzando insieme sentimenti opposti come desiderio e nostalgia. “A moment of Taqsim” è, come dice il titolo, un brano di libera improvvisazione melodica, a tratti anche virtuosistica, in cui i due strumenti dialogano preparando il brano successivo “Baghdadi Girl”. In questo brano la musica sfoggia un paesaggio sonoro che rende visibili i movimenti sinuosi, fieri e liberi di una ragazza che si muove, magari in uno di quei mercati orientali dove suoni, odori, sapori e colori si confondono in tutto fantasmagorico. L'ideale viaggio continua con “Caravan” che ci fa attraversare le vie della campagna persiana prima di raggiungere un altro villaggio abitato. Il successivo “Samaay’i ajam” è basato su un interessante maqam nello stile arabo andaluso, sottolineato dal puntuale accompagnamento del darabukke. Qui l' oud e la chitarra innestano un equilibrato gioco melodico imitativo senza mai prevaricarsi o confondersi. “Quiteness” comunica uno stato di quiete attraverso l’indugiante arpeggio in quartine e il rassicurante andamento per terze seguito dai guizzi virtuosistici del oud sembrano allontanare il silenzio inteso non come assenza di suono per poi subito ritrovarlo. “Iraqui Merengue” costituisce un perfetto ossimoro geo-musicale è il risultato del felice connubio tra linguaggi diversi ma che trovano una perfetta simbiosi avvicinando mondi montani. “Al-hambra”, nell’immaginario collettivo è un luogo dell’anima in cui occidente e oriente si incontrano, musicalmente qui simbolizzato dagli esecutori che rendono egregiamente questa condizione che unisce musicalmente, storicamente e culturalmente il mondo arabo-andaluso, offrendo un esempio di interculturalità attraverso la musica. L’Oriente favolistico da mille e una notte lo ritroviamo nell’ultima traccia, “The Young Prince and the Young Princess”, ispirata all’omonimo brano di Rimsky-Korsakov, in cui la voce studente della ragazza che come Sharasade illumina le insonni notti del principe. Un disco molto bello da ascoltare, che in questi tempi grigi ci restituisce un mondo magico dov’è ancora possibile ancora sognare a occhi aperti. 


Francesco Stumpo

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