Shakti – Mind Explosion (50th Anniversary Tour Live) (Abstract Logix, 2025)

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“Shakti ha avuto un ruolo importante nella riunificazione musicale tra Nord e Sud dell’India. Da allora, le collaborazioni si sono moltiplicate per mille”. Il dialogo fra musica hindustani e musica carnatica era considerato da John McLaughlin uno degli aspetti più generativi dei primi venticinque anni di attività del gruppo fondato insieme a Zakir Hussain nel Greenwich Village a New York nel 1973. A proposito dei primi dialoghi musicali con McLaughlin, nel 2023 Zakir Hussain ha ricordato: “Non c'è stato un primo incontro. Piuttosto, si è trattato del ritrovarsi di fratelli perduti da tempo”. Nel 2024, il Grammy Award per il Best Global Music Album venne attribuito a Shakti per “This Moment”, pubblicato a metà 2023 (46 anni dopo “Natural Elements”, l’ultimo album in studio) con Shankar Mahadevan (voce), Ganesh Rajagopalan (violino) e Selvaganesh Vinayakram (percussioni); gli ultimi due sono eminenti esponenti della tradizione carnatica. L’incisione venne celebrata nel 2023 con un nuovo tour (il primo in diciotto anni) con decine di date in Europa, India, Stati Uniti, in alcuni casi aperti da vecchi amici come Jerry Douglas, Béla Fleck, Bill Frisell e John Scofield. I sei brani selezionati per “Mind Explosion” rimandano all'intero percorso di Shakti: da “Lotus Feet” (dall'album di debutto del 1976) a estese versioni di “Shrini's Dream” e “Giriraj Sudha” (da “This Moment”). Con la morte di Zakir Hussain a dicembre 2024 si è concluso il ciclo di vita di Shakti; nelle parole di McLaughlin: “La perdita di Zakir segna la fine di questo capitolo. Gli sarò eternamente grato per esserci stato prima dell'inizio e fino alla fine dell'avventura Shakti”
La produzione dell’album “Mind Explosion” è divenuta, quindi, un compito molto impegnativo: da un lato per il carico emotivo, dall’altro per l’enorme ventaglio di possibili scelte: la maggior parte dei concerti del tour sono stati registrati, lasciando a McLaughlin e al co-produttore Selvaganesh Vinayakram ore di musica da riascoltare. “Ho ascoltato le registrazioni di diversi concerti,”, ha spiegato McLauglin, “ma devo togliermi il cappello davanti a Selvaji, perché ne ha ascoltati molti più di me e ha fatto un ottimo lavoro nel rilevare i concerti con problemi audio e nel trovare quei momenti in cui lo spirito era più presente”. Ad aprire l’album sono due brani complementari fra loro: i nove minuti della blueseggiante ed energica “Kiki” e gli oltre quindici di “Giriraj Sudha”, prima dolcemente cullati dalla voce di Shankar Mahadevan, poi fatti decollare dall’intreccio ritmico-melodico di percussioni, violino e voce; mentre in “Kiki” le sezioni propulsive a inizio e fine brano sanno far spazio al canto nella parte centrale quasi come una ninna nanna cullata da tabla e chitarra. “Penso che ogni singolo musicista in India avrebbe voluto far parte degli Shakti”, ha commentato il cantante Mahadevan, che si è unito al gruppo più di vent'anni fa. “Ringrazio l'Onnipotente per avermi scelto per far parte di questo gruppo, con questi maestri che non sono solo musicisti, ma anche i miei guru”. Le sognanti “Lotus Feet” e (la conclusiva) “Shrini’s Dream” erano state protagoniste a ottobre 2023 anche della visita all’emittente NPR per un Tiny Desk Concert, la seconda doppiamente toccante perché dedicata al mandolinista ed ex membro del gruppo Uppalapu Srinivas (morto nel 2014). Completano l’affresco sonoro l’eterea “Sakhi” e l’acceso strumentale “5 in the Morning, 6 in the Afternoon” condita di break percussivi mozzafiato.  




Alessio Surian

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