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La produzione dell’album “Mind Explosion” è divenuta, quindi, un compito molto impegnativo: da un lato per il carico emotivo, dall’altro per l’enorme ventaglio di possibili scelte: la maggior parte dei concerti del tour sono stati registrati, lasciando a McLaughlin e al co-produttore Selvaganesh Vinayakram ore di musica da riascoltare. “Ho ascoltato le registrazioni di diversi concerti,”, ha spiegato McLauglin, “ma devo togliermi il cappello davanti a Selvaji, perché ne ha ascoltati molti più di me e ha fatto un ottimo lavoro nel rilevare i concerti con problemi audio e nel trovare quei momenti in cui lo spirito era più presente”. Ad aprire l’album sono due brani complementari fra loro: i nove minuti della blueseggiante ed energica “Kiki” e gli oltre quindici di “Giriraj Sudha”, prima dolcemente cullati dalla voce di Shankar Mahadevan, poi fatti decollare dall’intreccio ritmico-melodico di percussioni, violino e voce; mentre in “Kiki” le sezioni propulsive a inizio e fine brano sanno far spazio al canto nella parte centrale quasi come una ninna nanna cullata da tabla e chitarra. “Penso che ogni singolo musicista in India avrebbe voluto far parte degli Shakti”, ha commentato il cantante Mahadevan, che si è unito al gruppo più di vent'anni fa. “Ringrazio l'Onnipotente per avermi scelto per far parte di questo gruppo, con questi maestri che non sono solo musicisti, ma anche i miei guru”. Le sognanti “Lotus Feet” e (la conclusiva) “Shrini’s Dream” erano state protagoniste a ottobre 2023 anche della visita all’emittente NPR per un Tiny Desk Concert, la seconda doppiamente toccante perché dedicata al mandolinista ed ex membro del gruppo Uppalapu Srinivas (morto nel 2014). Completano l’affresco sonoro l’eterea “Sakhi” e l’acceso strumentale “5 in the Morning, 6 in the Afternoon” condita di break percussivi mozzafiato.
Alessio Surian