Dopo l’omaggio a Roberto Vecchioni del 2023 intitolato “E invece non finisce mai”, torna il duo Paolo Marrone (voce) e Massimo Germini (voce, chitarra classica e mandolino). Questa volta si celebra la canzone d’autore con brani che raccontano una storia di oltre sessant’anni. Il nuovo lavoro, “Ad una stella chiederò un passaggio”, contiene otto tracce, con scelte anche insolite e non affatto scontate. Il vestito musicale è sempre minimale, teso a sottolineare in maniera incisiva le parole. Apre il disco “Quando sarò vecchio” di Jovanotti (pubblicata in “Ora” del 2011) con una rilettura vibrante che la valorizza ulteriormente. Si prosegue con il delicato minuetto di “Parigi con le gambe aperte”, scritta da Ricky Gianco, Gino Paoli e Gianfranco Manfredi (uscita nei dischi “Di Nuca” e “L’ufficio delle cose perdute”, entrambi del 1988) dove le voci di Marrone e Germini si intrecciano, sottolineate dagli arpeggi e dai fraseggi delle corde. A sorpresa troviamo “Lake Washington Boulevard” (da “Fuori dall’hype”, 2019) dei Pinguini Tattici Nucleari, una canzone dedicata a Kurt Cobain (il nome è quello della via dove, al numero 171, il frontman dei Nirvana venne trovato morto l’8 aprile 1994), seguita da una brillante versione del brano “Uomo camion” di Paolo Conte, contenuto in “Un gelato al limon” (1979). Profonda e intensa la successiva “En e Xanax” di Samuele Bersani datata 2013 da “Nuvola numero nove”. Invece il capolavoro “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli (dall’album omonimo del 1976) viene cantato a due voci, ma rallentandolo perde quella forza sanguigna dell’originale. Molto interessante la proposta di “Quanto forte ti pensavo”, tratta da “L'amore” (2023), la seconda fatica discografica di Madame. Un testo crudo che parla di violenza, ben valorizzato dalla voce teatrale di Marrone. In chiusura “Il poeta” (uscito nel 1963 come singolo e poi nel disco “Lauzi al cabaret” del 1965), un vero gioiello di Bruno Lauzi che a distanza di tanti anni continua ad essere struggente, impreziosito da una citazione di “Via del campo” nel riff di chitarra e sempre cantato a due voci.
Marrone e Germini sono ancora più affiatati e si percepisce bene in questa felice carrellata di canzoni completamente diverse tra di loro, ma esempi efficaci di come si è evoluto il mondo dei cantautori. Magari non è detto che chiederemo un passaggio ad una stella per arrivare chissà dove, ma ci troveremo ad ascoltare questo disco, proprio come diceva Bertoli: “Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Marco Sonaglia
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