Vola alto il canto sinuoso, fluido e dinamico di Mila Trani, cantautrice che vive tra Milano e Barcellona, che per il suo primo album da solista “Menta selvatica” ha composto musiche e testi ispirandosi alla ricerca della consapevolezza e all’elaborazione del dolore per il suo superamento, mescolando riferimenti a sonorità provenienti da molti luoghi lontani.
Dopo aver studiato canto jazz alla Scuola Civica di Milano ed essersi diplomata all’Accademia di Brera, Mila Trani ha conseguito un master in Vocologia Artistica a Bologna, con una tesi sui dialetti italiani nel canto popolare approfondendo successivamente differenti linguaggi attraverso lo studio di percussioni afrobrasiliane e afrocubane con Gilson Silveira, canto turco e curdo con Veka Aler e Eléonore Fourniau, canto ottomano con Güzin Değişmez, canto greco con Avgerini Gatsi, canto indiano (Dhrupad) con Virginia Niccoli e Pelva Naik.
Nel suo percorso artistico ha sperimentato linguaggi e tante collaborazioni diverse inseguendo il suo interesse per le musiche del mondo. Nel 2012 ha pubblicato “Nove”, il suo primo EP autoprodotto di cui è autrice e arrangiatrice oltre che cantante. Nel 2013 collabora con il gruppo Redsolution con cui pubblica un disco. La sua passione per la voce la porta a creare e dirigere progetti corali: con Elephant Claps, gruppo da lei fondato con cui vince numerosi premi internazionali, tra cui l’Aarhus Vocal Festival in Danimarca (2017) e il Vokal Total in Austria (2018) e con cui si esibisce su palchi prestigiosi, partecipando a festival e concerti in Italia, in Europa, Russia ed Emirati Arabi. Nel 2017 fonda e dirige la Malanga Voice Orchestra, un progetto con venti voci femminili in cui si incrociano tradizione e sperimentazione, con il quale, nel 2024 ha ottenuto il primo premio per la miglior performance e la miglior direzione al Festival Solevoci di Varese e che nello stesso anno ha cantato con Cristina Donà e Saverio Lanza sul palco del Castello Sforzesco di Milano.
Il titolo dell’album “Menta selvatica”, che è anche un brano del disco, si ispira a una pianta simbolo di forze curative che, nella pratica del tarantismo, era tra le erbe offerte alla “tarantata” durante il rituale di musica e danze sfrenate, per il suo riconosciuto potere calmante.
I testi di questo lavoro, quasi un concept album, evidenziano la necessità di attraversare il dolore per accedere a una vita autentica, e di aprirsi a nuovi percorsi liberandosi delle dinamiche che ci intrappolano. La musica attinge liberamente e con molto gusto alla tradizione popolare, che Mila ha conosciuto in famiglia, al jazz, con l’improvvisazione, i ritmi complessi e il dialogo fra gli strumenti, passando per sonorità mediterranee. Sono evidenti le influenze jazz, ma anche i ritmi del maloya, del flamenco, le melodie del fado, balcaniche e gitane.
In nove tappe si articola l’affascinante viaggio di Mila Trani come la vibrante “Avorio” che apre l’album con un’atmosfera jazz con tocchi andalusi. Tra le tracce più incisive “Sorella malinconia”, un bolero accompagnato da una melodica chitarra e soavi archi il cui testo recita: Sorella malinconia che vivi sotto la mia pelle/e nei miei occhi ti racconti in languidi sguardi/a te concedo il mio presente e non potrò abbandonarti/perché accudisci i ricordi e sei l'essenza dei rimpianti. La title track “Menta selvatica” si apre con il suono del ney, suonato dal polistrumentista greco Christos Barbas e si sviluppa in una sinuosa melodia. In “Essenza” - una delle tracce più importanti dell’album secondo chi scrive -, si dà corpo al respiro, con chitarra e voce vibranti, voci e suoni che si intrecciano. “Tu che sei/libertà/Il mio respiro incontra strati fossili/non voglio più resistenza/ma il corpo nella sua essenza” canta Mila. Con “Sentimento” viene anche proposta una cover del brano degli Avion Travel reinterpretato su un bolero in cui scintillano le chitarre. Non passa inosservato “Lontano” dedicato alla madre “che mi ha cresciuta cantando”, con la voce di Ana Rossi: “Dentro un mondo che dondola/senza pensieri/Dove ogni tristezza si scioglie e io sono/soltanto la voce/che non ha né più tempo né spazio/Io sono, io esisto. Conclude “Cerco” che forse racchiude l’intero senso di questo lavoro: “Cerco nei solchi del tempo/L’odore bruciato/Che culla i ricordi/Seguo una danza di suoni/Sospesi in un lungo respiro.
Accompagnano Mila Trani alla voce, uno sfavillante Bartolomeo Barenghi alla chitarra, la francese Sandrine Robilliard alle profondità del violoncello, i ritmi rutilanti latini scanditi dal percussionista catalano Martì Hosta. Gli arrangiamenti, essenziali e ricchi di sonorità, delineano un’attraente delicatezza che si alterna a momenti di trascinante dinamicità ben interpretati da un’eccellente e seducente tecnica vocale.
Un lavoro che cattura immediatamente e merita ripetuti ascolti per apprezzarne le molteplici sfaccettature e colori, eclettico, gradevole, solo di apparente leggerezza, realizzato con la testa e con il cuore.
Carla Visca
Tags:
Europa