Renato Borghetti Quartet, Teatro Valle dei Laghi, Vezzano (Tn), 6 marzo 2025

L’altro volto di Borghetti, attivista sociale
Dietro al carismatico performer con basco e lunghi capelli, c’è effettivamente un’altra dimensione da scoprire, quella di attivista sociale. Ci ha messo un sacco di energia e pochissimo marketing, e già per
questo merita attenzione. Stiamo parlando del progetto “Fabrica do Gaiteiros” che Borghetti ha ideato per rivitalizzare la pratica della Gaita ponto, in seguito al fallimento di quasi tutte le fabbriche di questo strumento attive nella regione. Un’iniziativa culturale e sociale che non ha eguali per dimensioni e qualità.  In dieci anni ha coinvolto 800 ragazzi tra i 7 e i 15 anni, distribuiti in 25 centri della regione.  Gli strumenti non sono costruiti per la vendita ma per affidarli gratuitamente agli allievi. Un progetto di vita e un atto d’amore, che avvicina i ragazzi alla musica e alle tradizioni locali. Una missione laica o un’utopia realizzata, se pensiamo che in pochi anni è riuscito a formare un nutrito team di insegnanti, realizzare un metodo per l’insegnamento con tablature e un’officina di costruzione degli strumenti, amica dell’ambiente e certificata, che utilizza l’energia solare, ricicla i materiali e combatte la deforestazione impiegando il legno di eucalipto. Il centro di tutto è a Barra do Ribeiro, in un ex opificio sulle rive del Rio Guaiba, che ospita i laboratori di liuteria, sale da concerto e aule per l’insegnamento. Da tre anni anche un festival e il gemellaggio con Castelfidardo. Nell’ultima edizione della kermesse hanno suonato insieme 450 giovani gaiteiros cresciuti 
in questa incredibile scuola popolare. Numeri da capogiro. 

Il concerto al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (Tn)
Da oltre vent’anni, Borghettinho, come familiarmente viene appellato dai suoi fan, frequenta con successo i palchi europei con il suo affiatatissimo quartetto composto da Pedro Figuereido, al flauto traverso e sax, Vitor Peixoto al pianoforte e Daniel Sà alla chitarra. E non poteva esserci miglior artista officiante per il vernissage di “Paesaggi sonori”, iniziativa che ha nel mirino la musica di qualità. Il successo di questa prima serata è stato al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Nessuno dei promoter avrebbe pensato di riempire un teatro di valle con quasi 500 presenze. Il merito va anche alla cura che ci hanno messo gli organizzatori, in tutti gli aspetti. È bello poterlo dire. Non c’è un nuovo album da presentare e per chi già conosce il musicista, il repertorio non è cambiato, anche se negli arrangiamenti si intuisce quel feeling che consente di dilatare alcuni passaggi, dialogando con quella naturalezza e padronanza strumentale che solo una band navigata e colta sa esprimere. Non c’è che dire, dal vivo questo quartetto offre una performance veramente convincente. Pochissime parole per quasi un’ora e mezza di musica, niente sbavature o cali di atmosfera, una scaletta frizzante con quattordici brani compresi i due bis, “La Casa del Chamamè” di Antonio Tarrago Ros e la “Milonga para as Missoes” di Gilberto Monteiro.  Il brano d’apertura è invece “Barra do Ribeiro” di Guinha Ramires, il motivo
prediletto del repertorio di Borghetti che troviamo in infinite versioni su YouTube, dedicato alla città dove Borghetti vive con la famiglia e i suoi cinque figli a circa 60 chilometri da Porto Alegre. Importante segnalare la vena compositiva di Daniel Sà, chitarrista di grande livello tecnico, che firma due brani splendidi “Passo Fundo” e “Festa dos Rios”. Sempre emozionante è la versione di “Alfonsina y el Mar” di Ariel Ramirez e Felix Luna dove Borghetti imbraccia un organetto speciale con tonalità più acute. Così come gli assoli al flauto di Pedrinho Figuereido, capace - da solo - di inebriarci con note e soffi vibranti che estraggono le più impensabili possibilità dal suo strumento. Lavoro meno appariscente ma sostanzioso quello al pianoforte di Vitor Peixoto, a conferma che l’armoniosa compattezza del suono ha bisogno di tanta qualità individuale. In “Setima do Pontal”, scritto da Borghetti e Veco Marques, e in “Agua e vinho” di Egberto Gismondi si unisce alla band Lorenzo Bernardi, alla chitarra, che si porta a casa, oltre alla soddisfazione come organizzatore, un ricordo indimenticabile e le emozioni di un nuovo paesaggio musicale. 


Mauro Odorizzi

Foto di M. Scalet (1 e 2) e Mauro Odorizzi (5 e 6)

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