Girolamo De Simone – Liturgie (KonSequenz, 2024)

Abbiamo seguito sempre con grande attenzione l’attività di Girolamo De Simone, figura di spicco della musica contemporanea e dell’avant-garde elettronica, ma anche agitatore culturale con la factory culturale “Konsequenz”, raffinato musicologo e didatta. Da artista votato alle musiche di frontiera nel corso degli anni ha collaborato con i principali compositori contemporanei, tra cui Michael Nyman, Pietro Grossi, Luciano Chailly e Giuseppe Chiari, ma soprattutto ha portato avanti con grande rigore il suo personale percorso di ricerca sulle musiche di frontiera, quella “border music” in cui generi differenti si intersecano tra incroci ed attraversamenti sonori. Negli ultimi tre lustri, infatti, ci ha consegnato opere di assoluto rilievo come la sua “Trilogia Bianca” con il “Ai piedi del monte”, proseguita con “Inni e antichi canti” e concluda da “Di transito e d’assenza”, a cui sono seguiti “Jommelli Granular” nel 2014 e l’anno seguente lo splendido “Qâf” intriso di spiritualità. Parallelamente ne abbiamo apprezzato le ricerche che lo hanno condotto a riportare alla luce alcuni nastri inediti del polistrumentista e compositore napoletano Luciano Cilio. Il suo nuovo album “Liturgie” nasce nell’aprile del 2024 da una commissione della Fondazione Morra di Napoli per la mostra “Henri Chopin. Visiva utopia” dedicata al poeta intermediale francese Henri Chopin (Parigi, 18 giugno 1922 – Londra, 3 gennaio 2008), a cura di Giovanni Fontana, Giuseppe Morra e Patrizio Peterlini. In occasione dell’apertura, il 10 aprile 2024, il pianista e compositore napoletano ha dato vita ad una particolare performance nel Palazzo Cassano Ayerbo d’Aragona di Napoli, immaginata quasi fosse un rituale scandito, con un intermediario a cogliere i brandelli di luce dove possibile e da una particolare “liturgia”, ovvero un approccio al fare musica che, sin dal momento della composizione, mette in evidenza la percezione dell'altro da sé e la trasforma in una movimentazione del momento presente. Il disco raccoglie, così, la registrazione dal vivo di quella serata nel corso della quale De Simone ha proposto brani sia pianistici sia di musica elettronica, integrati e fusi in molteplici modi, con quest’ultima caratterizzata da una “una ‘sintesi granulare’ e di ‘inflessioni’ particolari che hanno origine in suoni timbricamente caratterizzati, come quelli di un pianoforte o di una voce”. Si tratta, dunque, di un documento prezioso che ha la duplice funzione non solo di catturare un ricordo dell’evento in quanto tale, ma soprattutto di coglierne l’atmosfera, quasi magica, che ha caratterizzato quella esibizione. Ad aprire l’album sono suoni di rami, fiati, corde, campane di vetro e silenzi dell’eterea “Ki” che ci introduce alla elegante tessitura pianistica di “Sacre campane del Tibet” che si dipana tra raffinate cellule melodiche. Il breve preludio “Corale per Lorenzo” è un omaggio al pianista e compositore Lorenzo Pone e ci offre uno sguardo sulle ricerche armoniche di De Simone. Se “La settima Gnossienne” è un tributo al compositore francese Erik Satie e alla sua visione esoterica della musica, la successiva “Piccola invenzione bimodale” è un altro breve ma intenso sguardo sulle esplorazioni sonore del compositore napoletano. Il disco cresce nella sua tensione emotiva con l’evocativa “Pezzo Fantastico”, dedicato all’artista Maya Pacifico, e le cui cellule melodiche sono estratte da “Fantasiestücke, Op. 12, 1837” di Robert Schumann e riproposte intrecciando il pianoforte suonato dal vivo con le elaborazioni delle tracce elettroniche. Il vertice del disco arriva con la conclusiva “Liturgie du Souffle”, una lunga suite nella quale le sequenze pianistiche sono costruite su una tessitura elettronica, rimandando agli esperimenti vocali ed elettroacustici di Henri Chopin. “Liturgie” è, dunque, un album di grande pregio sia musicale perché condensa ricerca, sperimentazione e avanguardia, sia prettamente culturale offrendoci l’occasione di poter godere di un prezioso documento sonoro di una serata che resterà nella memoria di chi ha avuto la fortuna di prendervi parte. 


Salvatore Esposito

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