Girolamo De Simone – Ai Piedi del Monte (Hanagoori Music/Parco Nazionale del Vesuvio)


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Musicista e giornalista nonché direttore della rivista di musica contemporanea KonSequenz, Girolamo De Simone è una delle personalità di spicco dell’avant garde elettronica, ma anche un cultore di tradizioni popolari. Nel corso della sua carriera e del suo lavoro di giornalista ha avuto modo di conoscere John Cage, Elliot Carter e Michael Nyman ed ha avuto modo di collaborare con importanti composer contemporanei come Luc Ferrari, Vittorio Rieti, Pietro Grossi, Luciano Chailly, Giuseppe Chiari, nonché con Ludovico Einaudi e Tuxedomoon. Ai Piedi del Monte, il suo nuovo album, edito da KonSequenz e Hanagoori Music, patrocinato dall'Ente Parco Vesuvio e distribuito da Neomedia, è un disco superbo, che giunge dopo una lunga serie di dischi di musica sperimentale e rappresenta un punto importante di ripartenza per la carriera non solo artistica di De Simone. Inciso e mixato in uno studio ai piedi del Vesuvio, nei pressi del comune di Sant’Anastasia, nel cui nome è rievocata etimologicamente la “rinascita”, questo disco rappresenta la sintesi e il risultato di un articolato percorso di studio e ricerca musicale effettuato sulle musiche di artisti che hanno vissuto e hanno respirato la tradizione musicale vesuviana. Ai Piedi del Monte va a riscoprire un filone di musica tradizionale dai contenuti fortemente spirituali che parte da Vincenzo Romaniello, personaggio di spicco della scena musicale napoletana e maestro di Renato Carosone, evocato nella sonata crepuscolare Tristezza Dell’Anima, passando per Gaetano Donizetti di cui qui, De Simone rilegge mirabilmente Il Tramonto e Donizetti, che proprio alle pedici del Vesuvio cominciò a comporre Lucia di Lammermoor, fino a giungere ai canti devozionali alla Madonna dell’Arco, tipici delle città di Pollena e Somma Vesuviana fino a toccare Verna, luogo mistico che ha ispirato poeti come Alda Merini e Dino Campana. In un fluire onirico di immagini, misteri e misticismo, De Simone, servendosi del solo piano Steinway & Sons dipinge un affresco sonoro dai tratti incantevoli. Il rileggere e il riscrivere, attraverso la sua sensibilità le opere di Donizetti, di Romaniello o ancora di Misuraca, ha rappresentato il passaggio più importante dal punto di vista concettuale di questo lavoro, De Simone riesce a far propri questi brani, a dargli una profondità diversa e una vita nuova, quasi la sua mano nell’interpretarli fosse guidata dagli autori stessi. Sorprende il suo approccio musicale, sempre misurato ed elegante tanto nei passaggi più concitati quanto nelle parti arpeggiate, il tutto senza mai scadere nell’esercizio di stile fine a se stesso. E’ il caso ad esempio della commovente Ave, ispirata all’Ave Maria di Romaniello, o ancora all’Inno alla Vergine rielaborata e suonata per spinetta. Tra i brani originali più intensi va ricordato il brano iniziale Fabulae Contaminae, un brano dal tessuto rarefatto che sembra rimandare all’antichissima tradizione teatrale delle Fabulae Atellane, che proprio nelle campagne alle pendici del Vesuvio prese vita ispirata dalla Commedia Greca e l’improvvisazione organistica La Verna. Muovendosi in territori tradizionali, Girolamo De Simone è riuscito a dar vita ad un disco preziosissimo, che mette in luce tutto il suo amore per le proprie radici e che lascia il cuore gonfio di emozioni all’ascoltare che vi si avvicinerà.
Salvatore Esposito
Nuova Vecchia