Si chiama AEPEM (Association d’Étude, de Promotion de Enseignement des Musiques Traditionnelles des Pays de France), che si traduce con Associazione di Studio, Promozione e Insegnamento delle Musiche Tradizionali dei Paesi di Francia: è un portale, un archivio e un’etichetta votata alla ricerca, alla didattica e alla divulgazione delle musiche dell’Esagono. La collana discografica offre approfondimenti su strumenti e solisti, ma porta anche alla ribalta ensemble di musiche da danza, spesso formati da giovani musicisti.
A condurre questa impresa sono due navigate personalità: Jean-Michel Péru e Jacques Lanfranchi; nel 2004 (all’epoca era con loro anche Philippe Suzanne, scomparso nel 2014) hanno iniziato a produrre materiali accomunati dalla “folie” di far risuonare musiche e far ascoltare strumenti tradizionali, ma pure di creare un archivio musicale online, che oggi conta oltre diecimila titoli. Col tempo l’avventura ha preso consistenza, con un team allargato a più giovani generazioni di cultori, AEPEM vanta quasi un centinaio di produzioni discografiche, oltre a muoversi in un più ampio campo d’azione culturale. Diamo conto delle più recenti realizzazioni, ma l’invito è a visitare il sito www.aepem.com per saperne di più sulle iniziative.
Il primo album del lotto fa parte della collana “1 musicista, 1 strumento, 1 repertorio” e
presenta il primo disco solista del polistrumentista Clément Rousse, attivo anche in diversi gruppi. Qui Rousse si dedica all’organetto, presentando una dozzina di brani tradizionali dell’area guascona, in cui si apprezza la sua capacità di muoversi con sobria precisione, senso melodico e ritmico. Nella tracklist risaltano “Gavotte d’Arrens”, il branle “La Bastranue” e “Rossinholet”. Per la stessa sezione, spicca il disco del violinista Etienne Lagrange, che presenta materiale della regione normanna. Il lavoro è stato co-prodotto con l’associazione La Loure, impegnata nella raccolta e valorizzazione dei repertori della Normandia. Musicista eclettico, Lagrange è un membro attivo di La Loure e spazia dalla musica quebecchese alla cajun, da quella bretone ai materiali delle isole anglo-normanne. Le sedici tracce dell’album sono consacrate al corpus normanno, con danze anche cantate: è un bel sentire tra mazurche, polche, valzer e contraddanze. Spiccano la polka piquée “Marie-Madeleine”, così come la grande flessibilità nel suonare e insieme cantare evidenziata in “Ronde Cauchoise”, suonata al violino e cantata con voce baritonale da Etienne. Suona la cornamusa cabrette Cédric Bachèlerie, il quale nel suo album da solista raccoglie musiche della regione del Livradois, situata tra le valli dell'Allier e del Dore, nell’Alvernia orientale. Bachèlerie propone suite di danze:
bourrées a tre tempi, valzer, marce, mazurche, scottish e via ballando. Mostra un uso molto personale degli abbellimenti, alternando episodi più sobri a fasi più vivaci. “Marches nuptiales”, la bourrée “La Vicoise”, “Ai vist lo loup” e “Suite du Livradois” meritano senz’altro un ascolto. Ma tutto l’album è una manna per i cultori degli aerofoni a sacco. Ritroviamo il cabrettista nel trio Ati me care, con il ghirondista Guillaume Bouteloup e il fisarmonicista Thomas Restuan. Propongono musica da ballo dell’Auvergne, del Limousin e del Rouergue, e la registrazione proposta, intitolata “Sur le Vif” (che si traduce con “Sul posto”), è stata effettuata durante balli sociali con un pubblico dal vivo alla Grange de Duminiac in Alta Loira. La qualità del suono è eccellente, con un sottofondo di ballerini che conferisce un’impressione di autenticità. Invece, Anne-Lise Foy (ghironda e canto), Camille Raibaud (violino, bouzouki e mandolino) e Tiennet Simonnin (cabrette, fisarmonica cromatica e piedi) sono i Traucanèu, propensi a registrare “melodie rare o poco conosciute che un tempo risuonavano nel Massiccio Centrale”, come scrivono nelle note. Grande cura negli arrangiamenti e senso melodico. Propongono undici titoli in forma di suite di bourrées, valzer, scottish, mazurche, sautières e marce, ma non mancano canzoni come “Tant qu’il y aura des étoiles”, resa
popolare da Tino Rossi negli anni ’30 del secolo scorso, oppure una riuscitissima versione di “Réveillez-vous belle endormie”.
Una delizia ascoltare quanto propone il Duo De Cimes, due giovanissimi musicisti che però mostrano un grande talento. Naël Tripoli suona la boha, la cornamusa landais del sud-ovest della Francia (uno strumento pastorale che è parte del più ampio revival degli aerofoni a sacco), l’organetto diatonico e il battito dei piedi che dà sostanza ritmica ai brani. Anaïs Perrinet è al violino e alla voce. Con loro, musicalmente ci collochiamo ancora tra Guascogna, Béarn, Alvernia, Limosino e Delfinato. L’album si intitola “Adiu Amors!” ed esce per la collana Roulez Jeunesse (“Vai gioventù”).
Infine, ci occupiamo del trio Bougnat Sound, che ha prodotto il suo terzo lavoro, “Poum Poum!”, anch’esso registrato nel corso di una session di balli, con il fine di dare impulso alla musica del Massiccio Centrale. L’album è co-prodotto da Le Grand Barbichon Prod ed è inserito nella collezione “Sur le Vif”, raccolta di registrazioni live che cattura lo spirito della danza. Il gruppo combina proprie composizioni e brani tradizionali. La formazione comprende Julien Barbances (cabrette, violino e canto), Loïc Etienne (organetto diatonico) e Olivier Sulpice (banjo tenore), che per l’occasione hanno invitato anche la cantante Lucie Dessiaumes, la cui voce si adatta perfettamente alla verve del trio. Efficacia e grande energia da vendere. Brillano le bourrées, ma non mancano scottish, polche, valzer e mazurche. Ascoltate soprattutto “Scottish à Catineau” e “Méfiez-vous”, ma questo è un disco che trasuda joie de vivre.
Allons danser!
Ciro De Rosa