Mesolella & Spinetti – Live (Foné Records/I.R.D., 2024)

Il 24 ottobre del 2007 un bel pezzo degli Avion Travel si esibisce in un concerto più che intimo a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno. Sono Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti – chitarrista e contrabbassista della Piccola Orchestra – che fluttuano, in poco meno di un’ora, in un’atmosfera musicale rara e rarefatta, in cui il nailon elettrico di Mesolella si intreccia misticamente alla corda fluida e perfetta di Spinetti. Il concerto viene registrato e Mesolella, che ci ha lasciato nel 2017, mantiene i file, per poi mandarli a Giulio Cesare Ricci della Foné Records. Spinetti decide così di pubblicarli, condividendo un documento di grande valore. Per almeno due motivi. Da un lato perché chi suona in questo rough record rappresenta un grado di raffinatezza di cui tutti noi possiamo andare fieri: non solo per l’esperienza degli Avion Travel, ma per l’assetto stesso dei due musicisti, che sono accomunati dallo sguardo in avanti, dalla sperimentazione, dalla contaminazione, dal tentativo (sempre riuscito) di esfoliare la musica, ricavandone una sorta di essenza, di matrice, di forza primitiva (ci dice lo stesso Spinetti che, in fase di lavorazione, si è preferito “mantenere anche qualche imprecisione o nota stonata, per poter stampare questo live che testimonia ancora una volta l'unicità di Fausto come chitarrista, a partire dal suo sound unico e inconfondibile”). Dall’altro lato perché Ferruccio Spinetti ci riavvicina a Fausto Mesolella, alla sua ricerca, al suo tocco, alla sua postura chitarristica indimenticabile: multiforme, improvvisativa e ponderata, studiata, incorporata. Insomma, i nove brani racchiusi in questo live non sono solo uno spazio di convergenza delle visioni e delle interpretazioni dei due musicisti. Sono uno spazio ricolmo di movimenti, di sguardi: un pezzo di storia e di futuro insieme, una sospensione che ci mette nelle condizioni di fermarci ad ascoltare, assorbendo gesti e piccoli passi, in cui possiamo riconoscere e stupirci, ammirare e pensare a fondo. L’intesa tra i due strumenti sigilla una grazia che, in molti casi, ricongiunge il concerto in duo a una forte ispirazione. In questa prospettiva è necessario ascoltare “Aria di te”, che, nella forma dilatata di un brano multiforme, crea uno spazio sufficientemente ampio al dialogo, al monologo e all’improvvisazione. Un meta-racconto inedito che racchiude l’evocazione del brano, che viene rappresentato nei suoi passaggi più riconoscibili, e, con la stessa naturalezza, verso le prospettive più plausibili e incontrollate. Ma ciò che, più di tutto, affascina è la vicinanza tra i due musicisti, che si guardano dentro un contrappunto infinito, dentro un incastro perfetto che, nelle variazioni d’intensità, produce un racconto straordinario. Non c’è da stupirsi, quindi, che questo compendio musicale risuoni per giorni nelle orecchie di chi l’ha ascoltato. Tutto sembra nuovo. Ma, ancora di più, tutto sembra tendere all’infinito, cioè a una dimensione piacevolmente distorta e contradditoria. Che avvolge con il fascino dell’esecuzione dal vivo – con la forza che riflette una dimensione pura: in parte preparata, in parte imprevedibile – e il ricordo potente di un’intesa musicale. Con un gesto di gratitudine, Spinetti incapsula indelebilmente questo lavoro dentro la cornice della bellezza. Una bellezza che ha a che fare con la vitalità del suono, con il racconto dell’esperienza intensa, con il sentimento di ammirazione di chi ha riconosciuto la straordinarietà di una visione, di un insieme fluido e insopprimibile di note: Fausto, “che non amava definirsi jazzista, in questi brani improvvisa molto. Spero che possiate rivivere per circa 43 minuti, magari ad occhi chiusi, l’unicità di questo live”


Daniele Cestellini

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