Momi Maiga – Kairo (Segell Microscopi, 2024)

Quando le contaminazioni musicali, sia di tipo sincronico che diacronico, sono operate da chi conosce a fondo singolarmente tutti i linguaggi adoperati, il risultato è quello contenuto in questo nuovo cd dal titolo “Kairo” di Momi Maiga, il suo secondo lavoro, presentato ufficialmente in occasione della Fira Mediterrània de Manresa al Teatre Conservatori, e anticipato da concerti (tra cui uno al Festival Ethnos a Napoli lo scorso settembre) e anteprime, tra cui un bellissimo video contenente il singolo “Kairo”, appunto. L’album dell’artista senegalese, nato a Ziguinchor ma residente in Catalogna, prodotto da Núria Domènech, presenta influenze di jazz, flamenco, musica classica europea e mediterranea e naturalmente tradizionale senegalese, generi che hanno sempre profondamente ispirato Maiga. Certo, a uniformare con coerenza il lavoro è un delicato sapore west-african, ben rappresentato dalla sua voce e dalla sua kora, che diventa, ora una chitarra acustica, ora jazz o classica, non abbandonando mai il suo stile tradizionale. Momi è accompagnato tre validissimi musicisti: Carlos Montfort (violino baritono e elettrico, basso), and Marçal Ayats (violoncello) e percussioni (Aleix Tobias). Nell’insieme il quartetto crea un singolare groove fatto da compas flamenco, maqam poliritmici, back-beat jazzistici e sonorità mediterranee. Caratteristica di ogni brano è la sua facile cantabilità, essendo basati su spole o, al massimo su loop di quattro accordi, rinunciando spesso alla concatenazione per quinte che, considerata la bellezza del sound, risulterebbe finanche superflua. Ben in evidenza infatti sono le ammalianti atmosfere di ogni brano in cui l’insieme non è la somma delle sue parti e da cui deriva una texture ricercata e molto originale. D'altra parte la formazione di questo giovane musicista, pur non essendo accademica, risente dei variegati ascolti effettuati in ambiente familiare in Senegal e dei continui spostamenti in Europa (attualmente è residente in Spagna). Le esibizioni internazionali del quartetto dal vivo creano, più che una contaminazione addizionale di stili, una vera e propria fusione globale. D’altra parte l’intento extramusicale dell’artista e del suo quartetto è quello di celebrare si, le diversità culturali, ma soprattutto di testimoniare il potere della musica in un’ottica di pace universale. “Kanu”, la prima traccia, è un brano velato di nostalgia nel modo minore di Fa#, il cui basso entra come ‘tonica’ di un grande fiumi dell’Africa e il canto segue in punta di piedi, come del resto in tutti gli altri brani. “Mbolo” è costituito da un compas dispari dal sapore flamenco, è un brano in Fa minore emotivamente molto intenso e che si carica di diversi momenti poliritmici e improvvisativi, con la voce che entra solo a metà. “Kairo”, che è anche il nome del cd, è un brano di grande interesse musicale ed extramusicale per la varietà delle idee anche se basato prevalentemente su un unico breve ciclo ritmico e sulla spola Do minore/Si bemolle. La ballata “Yar” è costituita da una melodia semplice e incisiva, di impronta tradizionale, che raggiunge l’apice dell’espressività denotata dalla drammatica spola Do minore/Si bemolle, dal canto e dagli interventi degli archi punteggiati dalle percussioni. In “Barsaq” protagonista è l’arpa-liuto, usata con una tecnica esecutiva da chitarra acustica; la melodia del canto si snoda sulla spola Mi minore /re maggiore sfociando in un ritornello di grande effetto. “Fonyo” è un brano con una struttura armonica in Mi minore con uscita nel ritornello su Do maggiore e Re maggiore, su cui si incastra un gioco melodico caleidoscopico. L’inizio di “Ndimma” presenta un articolato gioco di archi e con una struttura armonica molto barocca basata sul giro di Fa# diesis minore/La /Do#. Invece “Home” è una toccante evocazione del ritorno nella propria comfort zone, qui significata dall’aperta tonalità di Mi maggiore che sembra testimoniare il calore domestico. La struttura libera iniziale della kora diventa presto mensurale, qui Momi dimostra tutte le sue doti di esecutore di questo strumento. In “Kele” c’è un’atmosfera eterea e insieme malinconica simbolizzata dalla spola Sol minore/Do minore che prepara l’ingresso della straordinaria voce di Momi. Il tema viene poi ripreso dal violino creando un grande impatto emotivo. L’incipit di “Salia” è affidato alle percussioni idiofone che ricordano il suono di un gregge. La kora è all’unisono con gli altri strumenti su un’armonia prevalente di Mi minore con uscita in Re, su questo tappeto si estende il canto seguito da un’improvvisazione della kora ripresa poi dagli altri strumenti. “Sewa”, con l’incantevole loop Mi minore/Do/Sol/Re, chiude in bellezza la delicata e magica atmosfera un lavoro consigliatissimo, che si distingue per originalità e maestria.  


Francesco Stumpo

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