(a cura di) Enrico de Angelis ed Enrico Deregibus, Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste, Il Saggiatore 2024, pp. 440, euro 26,00

Le circa trenta pubblicazioni editoriali dedicate a Luigi Tenco si soffermano, in gran parte, nell’analizzarne sostanzialmente la vicenda umana ed artistica, o la sua tragica scomparsa; tuttavia, mancava un volume che raccogliesse in modo sistematico tutti i suoi scritti. A colmare questo vuoto è il libro: “Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”, pubblicato dai tipi de “Il Saggiatore” con la curatela dai Enrico de Angelis ed Enrico Deregibus, due firme che non necessitano di presentazione, sia per l’importante contributo fornito con i loro libri alla storia della canzone d’autore con il primo che ne ha addirittura tenuto a battesimo la sua definizione storica, oltre ad essere stato per lungo tempo l’anima (quella vera) del Club Tenco. “Questo non è un libro su Luigi Tenco, ma un libro di Luigi Tenco”, sottolinea Enrico de Angelis, “nel senso che si compone di tutti quei documenti in cui scrive o parla in prima persona. Insomma, tutto ciò che ci ha lasciato al di fuori delle canzoni”. Si tratta, dunque, di un’opera preziosa che salva dall’oblio numerosi materiali del tutto inediti forniti dagli eredi come dieci temi scritti in quarta elementare, lettere alla madre, ma anche tre soggetti per film, nonché alcune rare interviste. Nato su sollecitazione dell’editore, il volume ha richiesto un lungo ed articolato lavoro di ricerca andato ampliandosi man mano, come evidenzia de Angelis: “Quando Il Saggiatore mi ha proposto questo libro per la collana che raccoglie le testimonianze dirette degli artisti, io mi dichiarai disponibile ma precisai che c’era poco materiale in giro perché Luigi Tenco si era artisticamente espresso nel giro di pochi anni e, purtroppo, parlava poco con la stampa. Quindi ci siamo messi al lavoro e siamo arrivati ad oltre quattrocento pagine. C’è praticamente tutto quello che si può trovare. Da appassionato di Tenco e da cultore della canzone d’autore, io lo seguivo quando era ancora in vita, e per mia deformazione maniacale di collezionista e studioso, ho sempre raccolto tutto quello che veniva pubblicato, gli articoli e le interviste. In questo senso, per me il lavoro è stato semplice. Peraltro, anche Enrico Deregibus aveva fatto una prima ricerca di materiali per ricostruirne la biografia che poi abbiamo inserito nel libro”. Non è mancata, però, anche qualche difficoltà: “C’è stata qualche difficoltà nel dare un ordine, un criterio alla sistemazione di questi materiali, così come nel trovare cose particolari come gli articoli della stampa argentina relativi al periodo in cui Tenco è stato là e dove ha avuto molto successo perché la canzone “Ho capito che ti amo” era la sigla di una telenovela e diventò molto famosa. Fece una piccola tournée e i giornali parlarono moltissimo di lui. Non è stato semplice trovare questi articoli in cui rilasciò delle dichiarazioni. Sono cose mai uscite in Italia e che nessuno aveva mai visto. Altri materiali sono stati ritrovati grazie ai collezionisti che abbiamo interpellato”. Fondamentale è stato anche il contributo della famiglia Tenco e del portavoce Michele Piacentini: "Nonostante la diffidenza che ha spesso per le pubblicazioni su Luigi Tenco, a causa dei racconti e delle narrazioni improprie fatte, la famiglia ci ha dato fiducia e ci ha regalato i temi delle elementari e le lettere alla madre”. Immergendosi nella lettura, si scopre come il cantautore di Cassine (Al) in tutte le fasi della sua esistenza abbia lasciato una traccia a comporre, quasi fosse un mosaico, una sorta di autobiografia che ci consente di entrare in contatto diretto con le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi incontri, ma anche con il divenire continuo della sua carriera artistica. All’inizio, lo troviamo bambino in classe intento a scrivere i suoi compiti in classe, poi lo guardiamo crescere avvicinandosi alla musica con lo studio del sax, della chitarra e del pianoforte e, poi, ancora appassionarsi al jazz. Dai suoi diari, scopriamo i primi passi della sua band jazz la Jelly Roll Boys Jazz Band, poi il servizio militare con le lettere alla madre dense di sentimento e preoccupazione per la sua salute. Arrivano, poi, le prime canzoni, i tentativi di farsi conoscere e, quindi, i primi passaggi in radio e, poi, il formarsi della sua personalità artistica con la creatività, i desideri, le aspirazioni, l’umiltà, ma anche il suo anticonformismo rispetto ai tempi e al successo. Di grande valore storico è l’intervista rilasciata nel 1962 a Sandro Ciotti per Radio Rai nella quale si intravede il suo sguardo d’insieme sulla nascente scena cantautorale allorché sottolinea il suo interesse verso il lavoro di Gino Paoli e Piero Ciampi, ma anche il desiderio di poter cantare le sue canzoni ad un pubblico in grado di poter ascoltare anche il modo in cui hanno preso vita dalla viva voce dell’autore. Molto interessanti anche le interviste alla radio argentina e quella a Radio Montecarlo in cui parla di Bob Dylan e di Lucio Dalla o ancora le diverse dichiarazioni di metà anni Sessanta in cui offre riflessioni che denotano una profonda sensibilità verso temi sociali o quello ancora attualissimo della guerra. Tra le sorprese ci sono anche un testo dattiloscritto "Nessuno dei partecipanti alla festa...” dal quale traspare l’incredibile talento di Tenco anche come scrittore e le già citate sceneggiature per il cinema. Ad impreziosire il volume un interessante saggio firmato da Enrico de Angelis e la accurata biografia firmata da Enrico Deregibus che forniscono al lettore elementi utili alla contestualizzazione dei documenti raccolti nel libro. Certo il cerchio su Luigi Tenco non è chiuso, come rimarca Enrico de Angelis: “Posso avere la presunzione di dire che sulla vicenda artistica di Tenco forse non c'è molto di più da raccontare, anche perché sono usciti vari saggi sulla sua opera. Io, per esempio, ho scritto già ben quattro libri. Da questo punto di vista, questo volume è un po’ la summa di tutto perché è lui a parlare in prima persona e viene fuori anche la vicenda umana, la sua personalità, le sue contraddizioni, le sue fragilità e le sue ambizioni. Certo proprio su questo aspetto ci sarebbe ancora molto da raccontare, ma credo sia un po’ impossibile farlo. Sia perché sulla vita sono rimasti in pochi testimoni, le persone che gli sono state vicine dal punto di vista umano, hanno sempre detto di lui cose che magari sembrano non corrispondere alla sua opera, per esempio il suo umorismo, il suo essere divertente, spiritoso con tutti, nelle parole e nei fatti. Queste testimonianze ormai si stanno perdendo. L’altra cosa importante è la sua morte perché nella vicenda umana di Tenco rappresenta un momento fondamentale, ma anche su questo aspetto, ritengo, non si debba dire più niente perché quella morte è misteriosa e resterà misteriosa per sempre. Ci sono troppe cose che non quadrano ma che non danno elementi certi per propendere per una cosa o per l'altra e, quindi, io da tempo ho smesso di cercare la verità e, credo, dovrebbero farlo tutto”. Insomma, “Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste” è un libro che coniuga il valore storico-documentale con l’aspetto più intimo ed umano della vita del cantautore di Cassine, un’opera di grande pregio che merita un posto di rilievo tra le pubblicazioni dedicate alla canzone d’autore in Italia. 

Salvatore Esposito

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