Primo lavoro per la cantautrice Ilenia Romano intitolato “Arbore femina”. Undici tracce scritte in sardo logudorese, la lingua parlata nella parte centro-settentrionale della regione. La produzione artistica è affidata a Christian Marras che suona chapman stick, synth e si occupa della programmazione.
Apre “Niunu”, una sorta di intro che ci porta a “Fodzas” dove il piano e l’elettronica dialogano efficacemente. La successiva “Sonu primidìu” ha un bel groove di basso e percussioni (suonate da Marco Fadda), arricchito dagli intrecci vocali. “Isfera anninnìa” si muove sul suggestivo tappeto di synth. Sonorità moderne e travolgenti sottolineano “Jog@”; l’arpa di Vincenzo Zitello colora “Antiga anima” in cui le voci emergono insieme agli archi e al pianoforte. In “Arbore femina” si colgono ancora giochi vocali, con una parte finale tutta parlata, “Maredeu”, invece, brilla di grande intensità, impreziosita dalla chitarra acustica di Adriano Arena. Si sperimentano accattivanti soluzioni armoniche in “Hic et nunc”, mentre “Andìra una resta ebbìa” è più solare, quasi confinante con il reggae. In chiusura, troviamo le atmosfere etniche di “Recuìda”.
Un lavoro interessante quello di Ilenia Romano fatto di studio e ricerca, dove la tradizione popolare incontra il pop, la canzone d’autore, con degli arrangiamenti ricercati che respirano contemporaneità. Il risultato è sicuramente vincente, grazie anche all'ottimo lavoro sul canto sempre ricco di sfumature e mai banale, che guarda con profondo rispetto alle proprie radici. “Arbore femina” è un felice esordio che ha già prodotto buoni frutti che profumano di quella terra magica chiamata Sardegna.
Marco Sonaglia