Milioni e milioni di anni fa la terra era una palla di lava in fusione, poco a poco la superficie si raffreddò, i mari si formarono, apparvero gli unicellulari, poi i vertebrati e, ben presto, rom e klezmorim iniziarono a suonare. Le orchestrine rivaleggiavano per le strade di Minsk ma i poliziotti li cacciarono via e allora si rifugiarono nei saloni dell’Opera di Istanbul, ma furono costretti a svignarsela anche da lì. Senza biglietto, saltarono al volo, su un vagone dell’Orient Express terminando la corsa in Bulgaria, dove Re Boris ordinò prontamente di suonare per farlo danzare, ma quello conosceva solamente il boogie bulgaro e finì per incazzarsi con loro. A ovest come a est, qualcuno li perseguitava sempre, finché non incontrarono il jazz di Harlem. Da allora quei suoni, dai porti o dal Grand Central Terminal di New York, sono arrivati ovunque e, attraverso strade preistoriche o moderne, stanotte anche sulle colline veronesi grazie alla Ziganoff Jazzmer Band, gruppo strumentale del Trentino-Südtirol composto da: Rossana Caldini (violino), Gigi Grata (sousafono), Renato Morelli (fisarmonica), Michele Ometto (chitarra), Christian Stanchina (tromba e flicorno soprano) e Fiorenzo Zeni (soprano sax e clarinetto). Dedita a cercare i legami tra folk klezmer, primo jazz e swing zingaro, è stata fondata nel 2009 dall’instancabile Renato Morelli, fisarmonicista, etnomusicologo e sociologo della musica. L’ensemble di jazz-manouche-con-tuba è proveniente dalle ceneri dell’esperienza “Destràni Taràf” (da una espressione dialettale nostalgica trentina) che nel decennio precedente si era avvalsa anche della preziosa partecipazione bulgara di Aleksey Asenov e della compianta Zarina Stankova. Tra sacro e profano praticavano suoni tradizionali
di memoria europea e incrociarono alla fine, pure melodie gregoriano-benedettine e paraliturgie sarde di origine bizantina. Tra Danubio e Mediterraneo si incontrano genti che vivono da zingari e suonano da démoni, talentuosi sconosciuti capaci di incantesimi dai colori iridescenti. Virtuosi che un tempo intrattenevano, con tonalità poco ortodosse e ritmi intrecciati, sia i paludati aristocratici viennesi quanto gli ubriaconi della peggior vodka, nelle taverne di Moldovanke, vecchio quartiere di "ladri" nel porto di Odessa. Molto si è detto a riguardo il gipsy-jazz creato dal leggendario Django Reinhardt, meno noti sono invece i contributi ebraici al jazz ma basti ricordare le monumentali figure di George Gershwin, iniziatore del musical statunitense, nato Jacob Gershowitz da famiglia ebraica di San Pietroburgo, di Leonard Bernstein nato Louis Bernstein da ebrei ucraini di Rivne o di Benny Goodman (Benjamin David Goodman) originario di Chicago e proveniente da poverissimi genitori ebrei dell’Impero Sovietico. La Ziganoff Jazzmer Band ha tenuto in questi anni concerti dentro e fuori Italia, collaborando a programmi televisivi, radiofonici, spettacoli teatrali, colonne sonore. La notte di venerdì scorso, ha chiuso nel veronese, in quel di Bosco Chiesanuova, davanti a un commovente pubblico straordinariamente partecipe, il Film Festival della Lessinia (centosedici eventi culturali iniziati il 23 agosto), che celebrava l’anniversario dei suoi trent’anni di vita.
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