Paolo Pòlcari & Stuart Braithwaite, Napoli Spacca. Soundscapes City Performance, Palazzo Cavalcanti - Casa della Cultura, Maschio Angioino, Napoli, 2 settembre 2024

I field recordings trasmettono “un senso potente della spazialità, dell’atmosfera e del tempo”, afferma Peter Cusack. Sono aspetti si ritrovano nella creazione del napoletano Paolo Pòlcari (tastiere ed elettronica), fondatore degli Almamegretta e di Stuart Braithwaite (chitarra elettrica), scozzese dei Mogwai. Il musicista napoletano dichiara: “Stiamo provando a catturare un’istantanea sonora dei suoni e delle voci della città. Stuart ed io ci siamo immersi nella città come antropologi, incrociando i nostri diversi percorsi. Giochiamo sin dal titolo con un luogo così vivo e caratteristico di Napoli”. Il titolo, appunto, è “Napoli Spacca”, che inverte l’ordine delle parole che definiscono la storica arteria del centro storico, situata sull’antico decumano inferiore di epoca greco-romana. Si tratta di un progetto promosso e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito dell’iniziativa Napoli Città della Musica e curato da Ponderosa Music & Art. Tutto è iniziato con una fase di ricerca sonora, fissando sul campo suoni e rumori della fonosfera partenopea. Lo step successivo è consistito nella composizione di un’opera inedita, anticipata dal panel “Ri-Generarsi, tra tradizioni popolari e innovazione sonora” svoltosi la mattina del 2 settembre 2024 a Palazzo Cavalcanti Casa della Cultura. Con il coordinamento del giornalista Giulio Di Donna, oltre ai due artisti hanno partecipato alla discussione il delegato del sindaco per l’industria e l’audiovisivo Ferdinando Tozzi, il ricercatore Leandro Pisano, studioso del suono come pratica artistica e agente di trasformazione e di produzione di immaginario, la giovane studiosa Francesca Iervolino, Simona Frasca, musicologa e docente di etnomusicologia dell’Università Federico II, osservatrice della composita realtà storico-musicale della città, e lo scrittore e musicologo Iain Michael Chambers, già accademico dell’Università L’Orientale di Napoli, figura centrale negli studi culturali e post-coloniali. Una riflessione che ha messo in campo la dimensione musicale della città sotto il profilo storico, sociale e antropologico. Iervolino indaga
il “paesaggio sonoro che diventa passaggio sonoro”, intrecciando la memoria storica personale e quella della città di Napoli lungo una dimensione diacronica. Il suo interesse si rivolge ai diversi suoni: dai principali riferimenti sonori di ciascuna area della città ai rumori delle antiche attività artigianali, dal movimento lungo le vie del passeggio borghese alle voci dei venditori ambulanti, fino ai nuovi “suoni/rumori” della città dell’overtourism. Non manca il riferimento al suono del mare, visto come metafora dell’identità, ma anche della transitorietà del popolo napoletano. Per Frasca, la musica è un sapere sociale che contribuisce alla costruzione del paesaggio della città. Il suo intervento mette al centro le dinamiche di negoziazione e ibridazione linguistica e musicale a partire dal secondo Novecento, attraverso i luoghi di produzione e consumo della popular music a Napoli. Al cuore del discorso vi è la canzone napoletana, da quella classica a quella contemporanea, passando da Murolo a Liberato fino a Geolier. Chambers, da parte sua, fornisce una prospettiva in cui “la musica diventa il luogo dove la tecnologia, come grammatica culturale del presente, propone nuove narrazioni e nuovi modi di concepire e recepire i paesaggi sonori della città. I suoni presi casualmente, i rumori urbani e gli scarti gettati per strada, rielaborati poi in un montaggio inaspettato, ci conducono verso archivi sonori della città. In questi archivi, il passato, non ancora pienamente registrato o riconosciuto, ci viene incontro dal futuro. È un modo per smontare le premesse, spesso non esaminate, della cultura locale, solitamente trattata come un oggetto istituzionale e stabile, con cui misurare la propria identità. Questa ha un’inquietante vicinanza con la logica del sangue e del suolo, che lo Stato continua a imporre per definire la cittadinanza. 

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