Alessandro Gwis
(Spaesaggi Festival, Rocchetta Mattei, Luglio 2024)
Foto di Valerio Corzani
“La musica non è un bene come gli altri, ogni bene ha la sua grammatica: la musica ha bisogno di cornici. Il concerto, l’ascolto a casa del vinile sono cornici, la musica disseminata nella giornata come sottofondo non ha la stessa potenza di penetrazione perché la musica è un’arte fragile, che non si vede o non si tocca, che ha bisogno di un rituale simile a quello che si crea quando si va al cinema ad assistere alla proiezione di un film: si esce da casa, ci si mette seduti e si spengono le luci…C’è una bellissima frase di Frank Zappa che diceva “nell’arte la cosa più importante è la cornice perché se io faccio una macchia sul muro o fatto una macchia sul muro ma se io ci metto una cornice intorno ho già espresso il desiderio di fare un’opera d’Arte con quella stessa macchia sul muro”. Quindi la cornice delimita dove finisce il mondo vero da dove inizia quello del mondo dell’Arte”.
Alessandro Gwis
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