A Palermo, una mostra multimediale ripercorre la ricerca sul campo nell’isola, compiuta settant’anni fa dai due etnomusicologi.
Con un rilevante convegno, arricchito da un concerto di ‘Canti e musiche della tradizione orale siciliana’, è stata inaugurata a Palermo il primo luglio, presso i locali dello straordinario palazzo “Steri”, sede del Rettorato della università cittadina, una mostra multimediale dedicata al viaggio di ricerca che Alan Lomax e Diego Carpitella fecero nell’isola esattamente 70 anni fa, come prima tappa di una feconda peregrinazione – che durò circa un anno, definito da Lomax “il più felice” della sua vita – diretta alla sistematica documentazione delle musiche “di tradizione orale” ancora in uso nelle diverse regioni italiane, in particolare in contesti rurali: la prima impresa di questo genere mai realizzata nel nostro Paese.
I due protagonisti, uniti dalla comune passione per le musiche tradizionali, per quanto relativamente giovani potevano vantare già consolidate esperienze sul campo.
Lomax (1915), texano, prestigioso e infaticabile studioso di ‘folk music’, musicista e attivista politico, con una vita dai
tratti avventurosi e quasi leggendari, aveva iniziato precocemente col padre John Lomax –folklorista e curatore dell’‘Archive of American Folk Song’ presso la ‘Library of Congress’ – fortunate campagne di ricerca, in particolare nel Sud degli Stati Uniti (poi proseguite autonomamente), che lo avevano condotto alle radici più profonde del ‘blues’ rurale e di altre espressioni di straordinaria efficacia espressiva ed esecutiva delle comunità afroamericane, tenute in una condizione di segregazione razziale violenta e repressiva. Videro quindi la luce, per conto della ‘Library of Congress’, registrazioni di mirabili interpreti, in questo modo sottratti all’anonimato: tanto per fare un paio di esempi, il celeberrimo bluesman ‘Muddy’ Waters, artista quanto mai seminale per lo sviluppo successivo del rock in tutte le sue declinazioni, e il grande conoscitore e virtuoso della musica folk “nera” Huddie Ledbetter, detto ‘Leadbelly’, registrato nel Penitenziario di Stato della Louisiana (di cui, per avere un’idea dell’incidenza nei decenni successivi, si può citare la struggente cover realizzata dai Nirvana dell’inquietante brano “Black Girl”, intitolata “Where Did You Sleep Last Night”).
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