Otava Yo – Loud and Clear (ARC Music, 2024)

“In tempi turbolenti, quando il normale corso delle cose cessa di esistere e tutto ciò che conosciamo si sgretola letteralmente davanti ai nostri occhi, è necessario sentire almeno una sorta di terreno sotto i piedi”
, afferma Alexey Belkin, fondatore degli Otava Yo. “In queste circostanze, la nostra musica è diventata un sostegno per i musicisti del nostro gruppo. Chiediamo ai nostri ascoltatori di condividere con noi l’esperienza unica di toccare il ricco patrimonio culturale dei nostri antenati. Speriamo che ci siano persone per le quali, ascoltando la nostra musica, diventi un po’ più facile vivere in questo mondo mutevole e imperfetto. Crediamo che la musica giusta, come ogni atto di arte sincera, possa ricordare alle persone i valori umani universali”. Tanto per capirci: Belkin ha madre ucraina, padre russo e moglie lettone, una situazione che non sembra rara tra i musicisti di quella parte del mondo. Cosicché l’arte, le musica diventano per gli Otava Yo il modo di affrontare la dura realtà di questi anni. Lo fanno con “Loud and Clear”, titolo inglese per un album pubblicato da ARC Music, che ingloba strumenti tradizionali e moderni, gioca su una propulsione folk rock e si articola in squisite armonizzazioni vocali. La cifra caratterizzante dell’approccio è un piglio energico ed elettrificato. Nati nel 2023 come band di buskers che suonava “musica celtica” nelle strade di San Pietroburgo, gli Otava Yo sono diventati nel giro di pochi anni un gruppo in piena regola, incidendo un primo disco di ispirazione stradaiola nel 2006 (“Под аптекой/ By the Pharmacy”). Tre anni dopo, incidono rivolgendosi appieno ai repertori canori tradizionali russi (“Жили-были/ Once Upon a Time”). Tra il 2011 e il 2015, seguono altri tre album (“Рождество/Christmas”, Что за песни/ What Songs”, “Дайте маленькое времечко весёлому побыть!/ Give just a little time to be merry!”) e un’antologia. In mezzo anche il passaggio agli showcase del WOMEX 2014 a Santiago de Compostela. Tuttavia, è con la pubblicazione di “Do you love” (ARC Music 2018) che il pubblico degli aficionados folk/world accoglie la proposta degli Otava Yo.  Il loro nome deriva dalla parola russa “отава”, che fa riferimento all'erba che cresce due settimane dopo averla tagliata. Suonano in ottetto a cui si affiancano numerosi ospiti. Belkin suona gusli, flauti di canna, la ricostruita cornamusa russa (volynka) e la gaita galiziana, Dmitry Shihardin è al violino e alla voce, Alexey Skoyrev alle chitarre (acustica ed elettrica) e alla voce, Yulia Usova canta e suona violino, glockenspiel e flauto di Pan, Lina Kolesnik è l’altra violinista e vocalist, Vasiliy Telegin è al basso elettrico e alle tastiere, Peter Sergeev alla grancassa, Denis Nikiforov suona la batteria e canta. Non mancano ospiti a voci, campane e corno, mentre da tempo collabora con la band di San Pietroburgo l’ensemble folklorico vocale femminile Vasilisa. Come per gli album precedenti anche “Forte e Chiaro”, per la cui realizzazione la band ha lavorato per un quinquennio, rilegge in massima parte repertori tradizionali russi (purtroppo, il pur ben confezionato libretto non riporta né fonti né tipologia del brano). Trascinante apertura con “Good evening”, un tradizionale natalizio riarrangiato, in cui primeggiano la cornamusa e gli impasti vocali su una tensione ritmica rock. Realizzata per il loro album dedicato al Natale, è piaciuta talmente tanto agli Otava Yo, che hanno deciso di suonarla anche nei concerti abituali e ne hanno fatto anche un video. Procede a tempo di ska “He’s Coming My Sweetheart” – un canto utilizzato anche da Rakhmaninov nelle sue “Tre Canzoni Russe” – che parte con la chitarra acustica e la cetra gusli, per poi svilupparsi con il pieno strumentale e begli impasti vocali. Svetta nella scaletta “Zalivochka”, motivo a tema amoroso. Segue, quindi, il primo strumentale, il gustoso “A Gusli Tune”, firmato da Belkin. “Ah, the Woods” è un tradizionale ben noto agli amanti del folk – mi ha raccontato Belkin – che parte lento con al centro le corde pizzicate prima di assumere un carattere più martellante con potenti impasti vocali e inserti di cornamusa e archi, evocando la lezione di storici gruppi svedesi come Hedningarna. Immaginiamo l’effetto live di “Tongue Twister”, un altro motivo ad elevata propulsione ritmica, basato sugli scioglilingua: “Stavo sognando di fare una canzone completa come questa. Una volta ho cercato diversi scioglilingua russi e li ho trasformati in una canzone. Suoniamo una melodia di danza popolare russa molto particolare con la cornamusa russa”. Per i miei gusti è, invece, infarcito di troppo folk pop “It’s The Last Day”, storia straziante di una famiglia in un villaggio russo ambientata oltre duecento anni fa. Di certo, più avvincenti si presentano l’incalzante “Timonia”, un brano di danza “molto importante per i folcloristi russi”, e la festosa, conclusiva “Don’t you fly, Nightingale” in cui entrano le voci del coro Vasilisa: un’altra “grande canzone per i balli. La mia idea era di farla suonare un po' clubby”, dice Belkin. L’album ha riscosso consensi da parte della critica internazionale world music, entrando in entrambe le chart mondiali di riferimento: la Transglobal World Music Chart e World Music Charts Europe. È indubbio che schiettezza, esuberanza e impatto sonoro rendono “Loud and Clear” una produzione del tutto appetibile. 


Ciro De Rosa

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