Cara de Espelho – Cara de Espelho (Locomotiva Azul, 2024)

Quando un luogo diventa nell’immaginario collettivo un Eldorado, un posto da favola verso cui scappare, spesso ci si fa di esso un’idea romantica, diversa da quella che autenticamente è, fino ad assumere quasi la fisionomia di un nonluogo, come direbbe Marc Augé. Così è successo al Portogallo, un posto accattivante a partire dal suo nome, da sogno, fino a qualche anno fa un paradiso per turisti e pensionati che con modesti stipendi vi potevano condurre un'esistenza, non da nababbi ma sicuramente dignitosa. Per chi è autoctono però non è proprio così e lo dimostra questo lavoro in cui Il Portogallo e il suo simbolo musicale, il fado, vengono così liberati dall’immagine oleografica che se ne ha nel mondo e passa, da musica dal rassegnato destino a strumento d’urgenza sociale per una situazione di malessere sociale che accomuna, nella visione di questi artisti, numerosi altri luoghi allo stesso Portogallo, che da un po’ di tempo vive momenti di cambiamenti forse epocali e non proprio in senso progressista. In questo lavoro l’atmosfera fadista e il riferimento alle più ampie tradizioni musicali portoghesi ci sono, ma gli arrangiamenti urbani di stampo rock e i testi che vi graffiano sopra, creano un disorientamento nell’ascoltatore che recepisce il messaggio come qualcosa di straordinariamente originale e nuovo. La chiara bellezza delle melodie e dei ritmi di estrazione popolare, contrasta con i volutamente scarni o sovraccarichi arrangiamenti moderni, creando un evidente paradosso e una ironica e dissacrante lettura divergente, tra il detto e il non detto che solo il linguaggio musicale può comunicare. “Cara de Espelho”(Faccia allo specchio)”, questo è il titolo del disco, è il risultato dell'incontro di importanti figure che hanno segnato la musica portoghese negli ultimi anni: Deolinda, Ornatos Violeta, Gaiteiros de Lisboa, A Naifa, Humanos, tra gli altri. Il punto di partenza sono le parole e le composizioni di Pedro da Silva Martins (autore e compositore di Deolinda, Ana Moura, António Zambujo, Lena d́Água), a cui sono associate le costruzioni strumentali e gli arrangiamenti di Carlos Guerreiro (Gaiteiros de Lisboa, José Afonso , Fausto, GAC), il basso di Nuno Prata (Ornatos Violeta), le chitarre di Luís J Martins (Deolinda, António Zambujo, Cristina Branco) e le percussioni di Sérgio Nascimento (Sérgio Godinho, David Fonseca, Humanos, Deolinda) per servire la voce inconfondibile di Maria Antónia Mendes (A Naifa, Señoritas). Questa nuova band offre un universo di canzoni dal suono unico, con un focus sociale, urbano e politico, dove puoi sentire la provocazione e la forte critica della canzone d’intervento, la presenza della musica popolare e tradizionale portoghese e l’ispirazione dei nostri grandi cantanti. ““Cara de Espelho”, porta riflessi i difetti degli altri …”, ed è anche il motto dell’intero concept album della band: ogni canzone riflette virtù o difetti, debolezze, piccoli o grandi poteri, tic, vizi, cosa significa essere cittadino o, in senso più ampio, cosa significa invece essere umani. Nella prima traccia, “Cara Que è Tua”, la voce cristallina, sostenuta da un apparentemente innocente sound quasi da colombiana, racconta scene di cortei, guardandosi come in uno specchio in cui vengono riflessi i pochi difetti e non le tante cose in comune. La seconda traccia, “Corridinho Português” parla di una varia umanità che convive in un’atmosfera di rock metropolitano con la sana identità portoghese, proprio quella che attrae il turista, è ormai inesorabilmente smarrita come succede ormai anche in molte nostre città. Non resta che sognare un “Paraíso Fiscal”, dove finalmente si raggiunge l’equità finanziaria spesso negata in Terra e scandita da un arrangiamento asciutto di basso e percussione su una cellula di habanera. Introdotto da un clima musicale medievaleggiante “Dr. Coisinho” è sostenuto da suoni urbani arrivando a neutralizzare ogni paura e a sanare ogni devianza, perversione o ipocondria, il dottor Cosighno, come Dulcamara dell’Elisi d’Amore donizettiano, ha per tutti la panacea per tutti i mali, un rimedio per il cuore, l’anima e la mente. Decisamente metropolitano è il paesaggio di “Político Antropófago” in cui emerge il topos del politico internazionale che ama le vetrine pubbliche, assetato di potere e che nella vita privata mostra la sua vera faccia. “Quando la guerra è finita, i leader si stringono la mano e nella foto resteranno “Tanti amici, tanti fratelli E la vecchia madre nella stanza Piange per suo figlio”. Così comincia “Tratado de Paz”, un brano davvero incantevole, catartico, quasi una ninna nanna che ci dice senza dirlo chi realmente perde nelle guerre. Una cruda denuncia alla corruzione e al servilismo è contenuta in “Testa de Ferro”, una ballata dal sapore punk rock, in questo caso c’è una grande convergenza tra quello che esprimono parole, musica e interpretazione. “Fadistão” ha un ritmo marcatamente sudamericano in un contesto armonico frigio, presenta una Lisbona da cartolina che incontra il mondo, condita da birra, vino, sardine sul pane e con l’immancabile fado per l’occasione tradotto in cinese. “Livres Criaturas” è contraddistinto da un raffinato e morbido ritmo di cumbia che fa da introduzione all’anaforico “come… il passero… come la corrente del fiume”, che nel ritornello si liberano la persona da ogni sopruso. “Morte do Artista” è una milonga che, rallentata, diventa quasi la marcia funebre degli artisti, amareggiati e impossibilitati a incidere sui cambiamenti del mondo. Ancora un monito alla globalizzazione che ormai ha livellato luoghi e abitudini facendo perdere la centralità delle culture del mondo. Su un ritmo veloce di fado si compie un’operazione ironica e autoriflessiva (non so perché mi viene in mente una simile trovata di un po’ di anni fa del nostro Caparezza). Scandito da un ostinato ritmo in tre, il disco si chiude con “Genuinamente”, un’altra metafora, questa volta si tratta di un moscone parassita che si nutre delle brutture e delle ingiustizie. Un disco tematico, socialmente impegnato ma anche musicalmente godibilissimo, che arriva in un momento in cui si cercano sicurezze e nuovi punti di riferimento a livello globale. 


Francesco Stumpo

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