Kalìka – Ago, filo ‘e parole (SoundFly/Self, 2023)

Il trio Kalìka nasce nel 2019 dall’incontro tra Vania Di Matteo (voce), Anna Rita di Pace (voce e violino) e Giulia Olivieri (voce), tre donne e tre voci dal background musicale differente, ma accomunate dal desiderio di declinare al futuro la musica dell’Italia Meridionale, partendo dalla voce. Complice l’incontro sul palco della Festa della Donna, dove interpretano per la prima volta insieme a cappella “Donna” di Enzo Gragnaniello, da quel momento in poi prende il via la loro fortunata esperienza artistica. Inizialmente l’idea era quella di lavorare ad un progetto unicamente sulle voci, ma poi tutto si sviluppa in una direzione nuova con una intensa attività di ricerca che le ha condotte ad esplorare la musica partenopea come quella siciliana per arrivare a toccare il fado portoghese e la canzone messicana degli anni Quaranta. In questo senso, per nulla casuale ci sembra anche la scelta del nome del gruppo che in lingua hindi significa “bocciolo” ed evoca la straordinarietà di un fiore in potenza pronto ad esplodere agli occhi del mondo in tutta la sua bellezza. La svolta arriva dall’incontro con Gianluigi Capasso e insieme a lui cominciano a lavorare a “Ago, filo ‘e parole” opera prima nella quale hanno raccolto sei brani, registrati e mixati presso l’Auditorium Novecento a Napoli e che, nel loro insieme, come scrivono nella presentazione, “recupera l’immagine archetipa di una Donna, pensata quasi come una moderna Penelope che si racconta, seduta dinanzi al telaio della sua anima, dedita ad una pacifica industriosità mentre attende qualcuno o qualcosa. Ella intreccia così, con abilità e sapienza, parole e musica per raccontarsi e raccontare, allo stesso tempo, amori impossibili, vissuti sotto i cieli d’oriente, le notti insonni, trascorse nel pensiero costante dell’amato assente, le melodie dedicate a Selene, dea bella e luminosa che amava l’oscurità avvolgendosi nel suo abbraccio. I ricordi, l’attesa, le suggestioni antiche e mistiche si mescolano per dare vita all’arte di cui la donna si fa artefice, consapevole e appassionata. Ella rinasce, quindi, dopo l’attesa paziente ed incomincia a cantare sé stessa, l’amore, la vita”. Aperto dalla gustosa “Ouverture” il disco entra nel vivo con “‘O vico d’ ‘e rrose” che sembra un canto venuto dall’epoca d’oro della canzone napoletana, a cui segue il lirismo di “Era Sulo Ajere” e la bella rilettura di “Ederlezi”, ma il vertice lo si tocca con l’intensa storia di donne “Dianara” che culmina nell’ “Epilogo”. Insomma, Kalìka non potevano trovare inizio migliore per il loro percorso discografico: “Ago, filo ‘e parole” è, infatti, un lavoro fatto con grande passione nel quale si intrecciano storie, voci e sentimenti. 


Salvatore Esposito

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