Gastone Pietrucci e La Macina – Il dono che non si nega, la Macina ai poeti amati (M.C.M. Records, 2023)

La ricerca è sempre stato il motore per un gruppo longevo come La Macina e non poteva mancare neanche in questo ventesimo capitolo discografico intitolato “Il dono che non si nega, la Macina ai poeti amati”. Guidato dall’instancabile Gastone Pietrucci (voce), il gruppo di musica popolare attualmente è composto da Adriano Taborro (chitarra, mandolino, violino, oud e voce), Marco Gigli (chitarra e voce), Roberto Picchio (fisarmoniche), Riccardo Andrenacci (batteria e percussioni), Marco Tarantelli (contrabbasso), Giorgio Cellinese (coordinatore). Il nuovo disco è un omaggio ai poeti marchigiani Franco Scataglini, Francesco Scarabicchi, Allì Caracciolo, Remo Paganelli, con la sola incursione extraregionale di Pier Paolo Pasolini. Una scelta molto particolare, che rafforza ancora di più il legame con la propria terra e con il dialetto. Il viaggio inizia con la bellissima “Nave che porti al niente”, scritta da Scarabicchi per la Macina, seguita da un altro gioiello come “De te, io troppo dissi” con il testo di Scataglini. “L’Ulisse che non torna” è della Caracciolo, “Sabato, stesso stampo” di Scataglini. C’è la voce di Elisa Ridolfi a fare il controcanto a Pietrucci in “Mi gela gli occhi l’aria” (Scarabicchi); invece è interessante scoprire le due stesure diverse di “Amore mio, c'è andata via la vita” (Scataglini). “Tutto è corpo d’amore” (“I operai del cantiere co’ le sue azzurre tute, intelligenze mute, coi tapi del potere, i ladri i questuri’ sempre dal sud sortiti, musi guzzi aneriti, schiene da signorsì”) è una delle vette poetiche di Scataglini, con un tappeto di Hammond suonato da Fabio Verdini e la voce recitante della poetessa Francesca Merloni. “L'hidalgo è stanco” è del poeta maceratese Remo Pagnanelli, come la successiva “La luce più vasta è il buio”. Si ritorna ad Allì Caracciolo con “L’anima canta stanca” e a Scataglini con “Nomi, fuligginose”. La pasoliniana intensa e struggente “Supplica a mia madre” viene caratterizzata dalla chitarra elettrica di Sandro Severini (Gang) e dalla chitarra portoghese di Marco Poeta. C’è ancora spazio per Scataglini con “Lauda anconitana”. Il disco si chiude idealmente con “Canto per Muzio/Adieu”, un omaggio all'amico Maurizio Agasucci, con le voci recitanti di Maria Novella Gobbi, Alli Caracciolo e qualche incursione di suoni elettronici. Ad arricchire la tracklist si aggiungono due bonus track: “Angelo che me l’hai ferido’l core” (un classico del repertorio del gruppo) e “Sopramilano”, scritta dall'indimenticato Piero Cesanelli (ideatore di Musicultura) e proposta insieme a Elisa Ridolfi. Non era facile fare diventare canzoni, testi scritti per essere altro, cioè poesia. L'intento è stato sicuramente raggiunto. Gli arrangiamenti del gruppo sono essenziali, in bilico tra folk e canzone d’autore. Da segnalare i raffinati fraseggi, le idee musicali e il suono struggente della fisarmonica di Roberto Picchio, che crea un sound di grande suggestione in ogni brano. Poi c'è l’anima e il motore di tutto che è Gastone Pietrucci. Quella voce che, nonostante il trascorrere degli anni, ha conservato una ruvidezza potente ed evocativa, capace di scavare nel cuore di chi la ascolta, rendendo ogni parola dei preziosi testi scelti ancor più pregnante e ricca di significato, perfetta per raccontare queste storie di persone comuni, che diventano poi le storie di tutti. 


Marco Sonaglia 

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