Dieci anni fa, quasi undici, ci lasciava il grande Enzo Jannacci. Figura singolare nel panorama musicale italiano, in bilico tra comicità e tragedia. Cantautore, attore, chirurgo dall’aria stralunata che ha sempre cantato gli ultimi e l’umanità nella sua varietà. Una voce unica, potente, poco perfetta, ma vera, che arrivava al cuore. Artista generoso, dall’animo buono, con una sensibilità straordinaria. Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini sono due scrittori e appassionati di musica d'autore, che hanno scritto pregevoli volumi (in coppia o con altri) dedicati a Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè. Questa volta hanno deciso di occuparsi di Jannacci e lo hanno fatto con un lavoro alquanto significativo. Uscito per Ancora, “Quando un musicista ride. Il mondo di Enzo Jannacci” ripercorre la sua carriera, soffermandosi proprio sul suo universo e in particolare sui temi che hanno caratterizzato le sue composizioni. Si comincia dall'amore per passare alla canzone, toccando il cibo, il cuore, dio, le donne, la guerra, i scarpe da tennis, il lavoro, Milano, ridere, lo sport, la televisione, viaggiare e la vita. Un viaggio veramente affascinante che non segue un ordine cronologico, ma che ci porta a scoprire parecchie sfaccettature del personaggio. Vengono citati i testi, spiegati certi significati e contestualizzati negli anni in cui sono usciti. Lo stile di scrittura è fluido e cattura il lettore, senza dilungarsi troppo in riflessioni inutili. Ogni singolo capitolo ha dei mini paragrafi che vanno più sullo specifico e dove spesso si trovano interessanti parallelismi con altri cantautori. Si nota l'ottima competenza dei due autori e ne esce un ritratto a tutto tondo che lascia la voglia di andare a riscoprire certi album o certe canzoni.
Il volume è arricchito da una prefazione di Don Virginio Comegna, da un’introduzione, da una bonus track che è un'intervista a Paolo Conte e una postfazione di Francesco Guccini, una ricca discografia, la filmografia, il teatro e gli spettacoli TV, la bibliografia. Insomma è un libro che non può e non deve mancare non solo a chi lo ama da sempre, ma soprattutto per chi ha voglia di incontrarlo per la prima volta. Leggendolo ci si accorge dell'attualità dei suoi messaggi, della genialità della sua scrittura, con versi che a volte sembrano pugni allo stomaco e a volte candide carezze. Perché come disse Roberto Davanzo (direttore di Caritas Ambrosiana) ai suoi funerali: Le riascolteremo a lungo le tue canzoni, caro Enzo, non solo per ricordarti, ma piuttosto per diventare più umani, più autentici.
Marco Sonaglia
Tags:
Letture