Altan – Donegal (Compass Records, 2024)

È dedicato al Donegal, alla sua eredità musicale, ai suoi paesaggi e alla sua cultura il nuovo album degli Altan. Motivo di questo omaggio alla contea nord-occidentale d’Irlanda è che lì sono nati e cresciuti, anche musicalmente, i membri del gruppo, attivo da oltre trentacinque anni ed uno dei più influenti, noti ed amati nell’ambito della musica irlandese. In questo ultimo loro lavoro all’attuale formazione costituita dalla leader Mairéad Ní Mhaonaigh (violino e voce), Ciarán Curran (bouzouki e mandolino), Dáithí Sproule (chitarra), Mark Kelly (chitarra e voce), Martin Tourish (fisarmonica) e Clare Friel (violino) si affiancano in alcune delle dieci tracce Jim Higgins alle percussioni, Steve Cooney al basso e Graham Henderson alle tastiere). Prodotto e registrato da Manus Lunny (già componente degli scozzesi Capercaillie) negli Stiúidió na Mara (Seafront Studios) del Donegal, l’album contiene dieci tracce, la prima delle quali è “The yellow tinker”, una slow reel a cui la fisarmonica e le chitarre conferiscono suoni caldi ed avvolgenti come se si trattasse di qualcosa che viene da latitudini molto più meridionali. È una sensazione che però dura solo pochi minuti, perché prima la canzone gaelica ”Liostail me le Sairsint” e poi il vivacissimo set di reel “The Donegal Selection An Bothar MorTommy Peoples ReeIs Cuma Liom” ci riportano nell’isola di smeraldo. “Faoiseamh a Gheobhadsa”, il cui testo è una poesia di Máirtín Ó Direáin, è un miracolo di equilibrio e sintonia tra le voci di Mairéad Ní Mhaonaigh e di Clare Friel, a cui si aggiungono le armonie di Mark Kelly, in un pezzo dal sapore dolce ed epico allo stesso tempo. Le uniche due gighe dell’album, “Port Árainn Mhór/Port Kitty Rua Mooney” (composte da Mairéad Ní Mhaonaigh), e il successivo set di reel “The House of Baoithín Selection: Miss Stewart’s/Bonnie Annie/ Hand Me Down The Tea Things/House of Baoithín” mostrano chiaramente alcuni degli aspetti peculiari della musica degli Altan: la capacità di privilegiare la qualità esecutiva e di suono al virtuosismo muscolare, e di riuscire a mantenere tale qualità anche quando i pezzi accelerano. Come accade nel medley dedicato a San Baoithín (noto anche come Baithéne o Buadán), monaco seguace di San Colombano e suo primo successore nell’abbazia di Iona, venerato in tutta Irlanda, ma soprattutto nel Donegal, dove nacque intorno al 536 D.C.. “The Barley And The Rye” (che gli Altan ricordano registrata anche da Martin Carthy) è una ballata a tema amoroso venata di ironia, efficacemente resa dal gruppo secondo una modalità classica del folk-rock. Si tratta dell’unica delle quattro canzoni dell’album con testo in inglese. Il primo dei tre pezzi, firmati da Mark Kelly, che compongono il set di reel “An Gasúr Dána/An Ghirseach Dholba/Ríl na mBreac Beadaí” è in realtà una lenta e quasi sognante danza, a cui seguono due reel ottimamente eseguiti. Ha toni struggenti e dolcissimi “Gabhaim Molta Bride”, con il violino e la voce a dialogare in questo tradizionale inno in lode di Brigid, dea celtica della poesia e della profezia, poi assimilata, con la cristianizzazione dei Celti, a Santa Brigida. Il conclusivo medley di reel “The Letterkenny Blacksmith/John Doherty’s Favourite/Scread na Bealtaine” porta l’inconfondibile marchio di fabbrica degli Altan: un duo di violini che con apparente facilità dipanano una trama musicale su un ordito di chitarre, creando un tessuto sonoro di eccellente fattura. Come è nostra abitudine uno sguardo alla confezione dell’album: il libretto d’accompagnamento è ricco di informazioni e notizie sui singoli brani; per quanto riguarda la copertina, a parte il nome del gruppo, composto nello stile grafico adottato in “Horse with a heart” (1988) e mai abbandonato, appare molto diversa dalle precedenti; molto essenziale e di certo meno attraente. Ma questa è una sfumatura, che non intacca il grande valore di “Donegal”, un ottimo album di cui consigliamo vivamente l’ascolto. altan.ie


Marco G. La Viola

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