Hack-Poets Guild – Backletter Garland (One Little Independent, 2023)

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Si poteva ignorare uno dei dischi chiave dell’annata appena trascorsa? Parliamo di Hack-Poets Guild,  dove alcune tra le voci di punta del nuovo folk britannico si sono ritrovate per dare nuova propulsione ad antiche ballate su fogli volanti.  Vincitrice di un folk award della BBC, la londinese Lisa Knapp ha realizzato notevoli album da solista e inanellato una fitta serie di collaborazioni; Marry Waterson proviene da una schiatta di folk singer che ha fatto e fa ancora la storia del folk inglese: ha inciso la prima volta da adolescente con la madre Lal e la zia Norma; Nathaniel Mann è un compositore e sound artist, membro della avant-folk Dead Rat Orchestra. In più, Gerry Diver offre supporto compositivo, strumentale e, soprattutto produttivo, mentre Barney Morse Brown è al violoncello e Lawrence Hunt alle percussioni. Nel 2020, su invito della Sounds Uk Arts, il trio ha iniziato a consultare materiali documentari della Bodleian Library di Oxford, selezionando una manciata di broadside ballads, assimilabili a pop songs contemporanee ma anche a giornali popolari, nel senso che le ballate in foglio volante, diffusesi a partire dal XV secolo, circolavano vendute per strada, nei pub, nelle fiere a un penny, raccontando la cronaca dell’epoca, tra scandali, commenti sociali, tragedie e delitti. Gli Hack-Poets, espressione che rimanda all’epoca shakespeariana, ma cui non manca una connotazione contemporanea, adattano la materia prima documentata, rielaborando integralmente il contesto musicale. 
Come una corporazione di artigiani hanno costruito insieme un senso sonoro del tutto originale, avvincente e sorprendente. Entriamo nel dettaglio del programma, aperto dalle atmosfere metalliche, scricchiolanti, oscure e gotiche di “Ten Tongues”, una canzone ispirata a un racconto popolare dell'Oxfordshire risalente al XVIII secolo, cantata da Waterson. Ritmo si fa incalzante in “Daring Highwayman”,  il cui testo rivela la storia di un uomo atteso dal patibolo, con la voce di Knapp che si muova tra cantato e spoken word su un accento percussivo martellante. “The Devil’s Cruelty”, interpretata da Mann, riprende uno scritto del XVII secolo sul suicidio di George Gibbs, che si diceva fosse stato tentato dal diavolo. L’eterea maestosità degli archi (all’opera sono Gerry Diver e Barney Morse-Brown) avvolge “Laying The Ghost”, cantata da Waterson. Invece, “Birds of harmony” è minimale e rarefatta nella sua fisionomia per esaltare la voce limpida della Knapp.  Si cambia registro con “Hemp and Flax” , che assume la prospettiva di una reclusa nella prigione femminile di Bridewell e i cui Mann canta su un ritmo scandito dato dal battito di mani e degli oggetti di lavoro, quegli stessi che usavano per trattare la 
canapa e il lino.  In “Something To Love Me” ci sono dentro chitarre elettriche e tastiere dirette verso atmosfere trip-hop. Ve lo aspettereste l’autotune sulle armonizzazioni vocali a tratti stridenti di “Meat For Worms”, il cui testo risale al XVI secolo? Già vedo puristi del folk, paladini della astorica fissità della tradizione e magari pure censori sostenitori della nobile canzone d’autore diventare lividi e lanciare l’anatema… C’è anche questo mutevole quanto incantevole scrigno sonoro che è “Blackletter Garland”. Ieri come oggi è spietata l’analisi sulle diseguaglianze sociali nella settecentesca protest song “The Troubles Of This World”, in cui Diver ci mette un drone e un violino stridente: “I see the times, it makes me weep/ There’s naught but poor men’s labour cheap” (Vedo i tempi, mi fa piangere/ Non c'è altro che il lavoro dei poveri a buon mercato). Segue la splendida “Rare Receipts”, le cui origini risalgono al XVII secolo, cantata in coppia da Mann e Knapp. Il piano introduce “Be Kind To Each Other”, in cui il violino sostiene un canto dall’andamento delicato, quasi da pop cameristico. Il tragico classico “Cruel Mother”, che chiude la scaletta, è proposto con un’ambientazione intima e sottile dalla soave voce di Knapp, che si accompagna con un violino pizzicato.  Ripensare la musica folk: questo fa la Gilda degli Hack-Poets. Anche queste sono future tradizioni. 


Ciro De Rosa

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