Dario Savino Doronzo | Pietro Gallo featuring Gabriele Mirabassi – Reimagining Aria (Digressione Music, 2023)

Abbiamo incontrato il duo composto dal flicornista pugliese Dario Doronzo e dal pianista Pietro Gallo in occasione della pubblicazione di “Reimagining Opera” pregevole opera prima che li vedeva rileggere in chiave jazz alcune delle più celebri pagine del melodramma italiano dalla musica barocca di Claudio Monteverdi all’Ottocento. Di quel disco ci aveva colpito la profonda conoscenza della musica classica unita alla capacità di sperimentare con coraggio e un pizzico di sfrontatezza. A distanza di tre anni li ritroviamo con “Reimagining Aria” nuovo album con il quale il duo ci invita ad immergerci in un nuovo viaggio spazio-tempo nella musica barocca da Benedetto Marcello ad Alessandro Scarlatti passando per Francesco Cavalli dei quali alcune celebri arie vengono riscritte in chiave jazz, attraverso la brillante grammatica compositiva dell’eclettico Daniele Sardone. La musica barocca non è certo un terreno inesplorato per l’universo jazz, ma anzi ha costituito negli anni un riferimento e una importante base ispirativa in quanto i due mondi, seppur distanti ratione temporis, si compenetrano in modo sorprendente sia sul piano improvvisativo sia per la ricerca ritmica e timbrica. Rispetto al precedente, questo nuovo disco muove dall’idea di rendere omaggio al passato per dialogare con il presente per proiettare la tradizione verso il futuro, facendo dialogare il mondo classico e quello moderno e, nel contempo, esplorare nuovi sentieri sonori. Composto da otto brani, il disco si caratterizza per la brillante cura compositiva che consente ai due strumentisti di sviluppare un dialogo a tutto tondo nel quale il virtuosismo non è mai fine a sé stesso ma piuttosto è l’espressione di una tensione costante nello sviluppo di nuove soluzioni espressive. Le composizioni di Sardone rappresentano, dunque, una visione inedita delle composizioni barocche di cui non vengono però tradite le strutture originarie, ma piuttosto riscritte in un gioco di scomposizione e ricomposizione che ne esalta la potenza evocativa originaria e gli addentellati con sonorità mediterranee e mediorientali. Dal punto di vista sonoro, il disco colpisce per la sua raffinata eleganza con i sinuosi fraseggi del flicorno di Doronzo che si combinano perfettamente con le architetture pianistiche di Gallo, il tutto impreziosito dagli interventi del clarinetto di Gabriele Mirabassi che fa capolino in tre brani. L’ascolto è, così, coinvolgente sin dalle prime note con le melodie che si svelano in tutta la loro cantabilità, sostenute da una ricercatezza ritmica che si sostanzia in strutture ariose, ricche di slanci imprevedibili. Aperto dal lirismo poetico di “Intorno all'idol mio” di Antonio Cesti (1623-1669) il disco entra nel vivo con la superba “Sebben, crudele” di Antonio Caldara (1670-1736) in cui spicca il clarinetto di Mirabassi e che sintetizza in modo molto efficace lo sviluppo dei brani successivi. Si prosegue con due composizioni di Alessandro Scarlatti (1660-1725) “Chi vuole innamorarsi” e “O cessate di piagarmi” da “Il Pompeo”, quest’ultima proposta in trio con la complicità di Mirabassi al clarinetto, per giungere alla sequenza in cui si ascoltano “Quella fiamma che m’accende” di Benedetto Marcello (1686 - 1739) e “Tu c’hai le penne, amore” di Giulio Caccini (1550 - 1618). Il vertice del disco arriva nel finale con “Delizie contente, che l'alma beate” da “Giasone” di Francesco Cavalli (1602-1676) e "Dall'amor più sventurato" Aria di “Orfeo” di Nicola Porpora (1686-1768) ancora con Mirabassi ad incorniciare la linea melodica. Insomma, “Reimagining Opera” è un lavoro intrigante che si muove tra passato, presente e futuro, svelandoci la ricchezza, la complessità e la straordinaria modernità della musica barocca. 


Salvatore Esposito

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