Nanni Gaias – Quattro (Tǔk Music, 2023)

Batterista, arrangiatore e producer di Berchidda (Ss), Nanni Gaias è un artista in continuo movimento, uno sperimentatore dallo spirito libero e dalla visione musicale ampia e senza confini in grado di muoversi con abilità attraverso sonorità che spaziano dal dub all’afrobeat passando per il funk e il soul fino a toccare il jazz contemporaneo nelle sue intersezioni con l’elettronica e la musica contemporanea. Proprio in questo ambito, si è segnalato al pubblico nell’edizione 2020 di Time in Jazz con il progetto in duo con il chitarrista Giuseppe Spanu con il quale diede vita a travolgenti live act nel segmento notturno del festival Time After Time. Successivamente, questa fortunata esperienza è stata cristallizzata nell’Ep “T.O.T.B. – Think Outside The Box” del 2021 che inaugurava la sezione speciale Air della Tǔk Music, dedicata all’elettronica, e base di partenza per l’esplorazione di nuovi territori musicali da parte dell’etichetta del lungimirante Paolo Fresu. A distanza di due anni da quest’ultimo, Gaias torna con “Quattro”, album frutto di un lavoro collettivo con un articolato cast di strumentisti ed ospiti e che, a rispetto ai precedenti, presenta una ricerca sonora ancor più trasversale, facendo dialogare dub, soul e hip hop con il jazz e l’elettronica. Siamo di fronte, dunque, a qualcosa di ben lontano dalla fusion piaciona e radiofonica, ma piuttosto l’ascolto ci schiude le porte di un viaggio concettuale attraverso la simbologia del numero quattro, avvolta in un universo sonoro di grande suggestione e fascino. L’idea ispirativa alla base del disco prende vita da quel complesso insieme di pratiche chimiche, esoteriche e filosofiche che è l’alchimia nella sua accezione più alta di processo trasmutativo di carattere animico e spirituale che conduce alla trasformazione del vile piombo nell’oro filosofale. Non è un caso che le fasi del procedimento alchemico siano quattro, tante quanti gli elementi della natura che a loro volta rappresentano simbolicamente i viaggi necessari alla purificazione prima di poter varcare il primo gradino dell’iniziazione. In questo senso, il lavoro compiuto da Nanni Gaias, autore delle musiche e di gran parte degli arrangiamenti, è consistito nel tradurre in musica questo grande insieme di simboli, riti e antica sapienza per poi proiettarlo verso la contemporaneità che altro non è che la porta verso il futuro. Per fare tutto ciò, il batterista e producer sardo ha utilizzato linguaggi sonori differenti intersecandoli con quell’attitudine e quell’apertura del jazz che lo vede ora giocare su ritmi e timbri, ora lavorare per sottrazione, ora ancora aggiungere l’elettronica, il tutto aggiungendovi una bella dose di imprevedibilità. Fondamentale è stato il contributo dei diversi partners in crime che si alternano al suo fianco: i rapper Tormento, Shaone e Divine RBG, il producer Dj Bonnot (beat programming e arrangiamenti), l’artista sardo-burundese Zamua alla voce, eccellenti strumentisti come Pier Piras (basso elettrico), Giuseppe Spanu (chitarra elettrica), Dario Cecchini (chitarra baritona), Antonio Meloni (tromba), Davide Angelica (chitarra elettrica), Vincenzo Saetta (sax alto), Luca Aquino (tromba), Filippo Vignato (trombone), Sebastiano Dessanay (contrabbasso), Emanuele Contis (sax soprano) i fiati di Rusty Brass oltre ovviamente a Paolo Fresu (tromba). Ogni musicista coinvolto ha apportato il proprio contributo dal semplice solo al lavoro in sezione, fino alla composizione dei temi, mentre Gaias si è occupato di rendere tutto armonico, trovando le giuste alchimie per ogni brano. Accolti dalla visionaria copertina firmata da Oscar Diodoro, il disco è l’occasione per immergersi in un viaggio sonoro che si dipana attraverso dodici brani di cui quattro brevi interludi sonori che rappresentano le quattro fasi del processo alchemico/musicale compiuto dal musicista sardo. Aperto dal frammento afrobeat “Nigredo ‘lude”, il disco entra nel vivo con la riflessiva “Cerchio” incisa in solitario da Gaias che si destreggia tra canto, batteria, programmazione, synth bass e chitarra elettrica, e la travolgente “Cambio” che ci porta di nuovo nei territori dell’afrobeat con i fiati dei Rusty Bass e il sax di Pastorino in evidenza. “Albedo ‘lude” ci introduce alla seconda parte hip hop e a quel gioiello che è “Ind’all’anema” con protagonisti il rapper napoletano Shaone, la chitarra baritona di Cecchini e la tromba di Anotnio Meloni e “Be Wise” con Divine RBG e Bonnot si muove nei territori del rap urbano innestato su una struttura jazz in cui brillano la tromba di Luca Aquindo e il sax alto di Vincenzo Saetta. Con “Citrinitas ‘lude” si entra nella terza parte in cui fanno capolino il dub e il reggae e in sequenza ascoltiamo le sinuose “Respiro” con Zamua alla voce e “Luce” con il trombone di Filippo Vignato, ma il vertice del disco arriva sul finale con “Rubedo ‘lude” in cui jazz e soul rappresentano la pietra filosofale di una ricerca sonora incessante in cui la tromba di Paolo Fresu si produce in un solo di grande intensità evocativa e che ritroviamo nella splendida “Sbaglio in loop” con Tormento che firma un testo di grande potenza lirica. Gli otto minuti dello strumentale “Rubio” si dipanano attraverso una architettura sonora tipicamente jazz che nel crescendo si evolve in un tema cantabile arioso guidato dalla chitarra di Spanu, dal contrabbasso di Dessanay e le percussioni su cui si innesta il sax soprano di Contis. Insomma, “Quattro” è un disco dal sound ricercato e moderno, un istantanea del percorso musicale di Nanni Gaias, animato da una febbrile tensione verso la scoperta e la novità, e già pronto a veleggiare verso nuove avventure musicali che, siamo certi, riserveranno ulteriori sorprese. 


Salvatore Esposito

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